Salvini e l’eterna baggianata della Sharia in Gran Bretagna

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Cogliendo lo spun­to offer­to dal­l’i­nau­gu­ra­zio­ne di una moschea, Mat­teo Sal­vi­ni è tor­na­to a rac­con­ta­re agli ita­lia­ni che in Gran Bre­ta­gna c’è la Sha­ria, con i tri­bu­na­li isla­mi­ci al posto dei tri­bu­na­li inglesi.

“La que­stio­ne cul­tu­ra­le di fon­do è se l’I­slam, l’ap­pli­ca­zio­ne let­te­ra­le del det­ta­to di Mao­met­to, oggi è com­pa­ti­bi­le con i nostri valo­ri, con la nostra liber­tà e con la nostra Costi­tu­zio­ne? Ho for­tis­si­mi dub­bi”… Non vor­rei far la fine del­la Gran Bre­ta­gna, che ha i tri­bu­na­li isla­mi­ci al posto dei tri­bu­na­li ingle­si”. E a chi sostie­ne che tene­re aper­te le moschee con­sen­ta un mag­gior con­trol­lo sui fede­li, ha rispo­sto: “Io dico che così si inse­dia­no meglio sul territorio”.

Ovvia­men­te in Gran Bre­ta­gna non c’è la Sha­ria, non è in vigo­re e non ha sop­pian­ta­to le leg­gi bri­tan­ni­che. Come in mol­ti altri pae­si, anche in Ita­lia, la leg­ge bri­tan­ni­ca con­sen­te ai cit­ta­di­ni di risol­ve­re alcu­ne que­stio­ni e liti al di fuo­ri dei tri­bu­na­li. Si trat­ta di una for­ma di arbi­tra­to di rimes­sa alla scel­ta del­le par­ti, che defe­ri­sco­no la deci­sio­ne di comu­ne accor­do a un arbi­tro, impe­gnan­do­si poi a rispettarla.

Lo stes­so acca­de per «la Sha­ria» in Gran Bre­ta­gna, dove la leg­ge con­ce­de appun­to di defe­ri­re la deci­sio­ne su alcu­ne cau­se, pre­va­len­te­men­te di dirit­to di fami­glia a un giu­di­ce «isla­mi­co» con dei  limi­ti che sono quel­li clas­si­ci per tut­ti i pae­si. Pri­ma di tut­to l’a­de­sio­ne dev’es­se­re volon­ta­ria, se mari­to e moglie sono d’ac­cor­do a divor­zia­re di fron­te a un giu­di­ce «isla­mi­co» pos­so­no far­lo, uno solo dei coniu­gi non può. Che è il moti­vo per cui si chia­ma «giu­ri­sdi­zio­ne volon­ta­ria». C’è inol­tre che la sen­ten­za deve rispet­ta­re le leg­gi bri­tan­ni­ca, un giu­di­ce «isla­mi­co» che emet­ta una sen­ten­za con­tra­ria a qual­che leg­ge bri­tan­ni­ca, emet­te un prov­ve­di­men­to nullo.

L’ac­ces­so a que­sto isti­tu­to è simi­le a quel­lo con­ces­so in Ita­lia alla Sacra Rota, che può anche deci­de­re di annul­la­re ab ori­gi­ne il matri­mo­nio reli­gio­so seguen­do il codi­ce cano­ni­co e non le leg­gi del­lo sta­to, ma poi deve sot­to­sta­re a un vaglio di legit­ti­mi­tà per­ché le sen­ten­ze del­la Sacra Rota devo­no rispet­ta­re le leg­gi e i prin­ci­pi vigen­ti in Ita­lia, pena la loro irri­le­van­za e l’im­pos­si­bi­li­tà di assur­ge­re ad atti con vali­di­tà ed effet­ti rico­no­sciu­ti dal­lo sta­to anche sul matri­mo­nio civile.

È quin­di pro­fon­da­men­te sba­glia­to, una vera e pro­pria men­zo­gna, affer­ma­re che in Gran Bre­ta­gna sia in vigo­re la Sha­ria o che i tri­bu­na­li bri­tan­ni­ci sia­no sosti­tui­ti da quel­li «isla­mi­ci». In Gran Bre­ta­gna la Sha­ria può esse­re chia­ma­ta in cau­sa solo su richie­sta del­le par­ti, quan­do lo con­sen­te la leg­ge bri­tan­ni­ca e solo quan­do non sia in con­tra­sto con le nor­me bri­tan­ni­che, che con­ser­va­no sal­da­men­te supre­ma­zia ed esclu­si­vi­tà, pro­prie del­le leg­gi di un pae­se nel qua­le la lai­ci­tà del­le isti­tu­zio­ni e dei tri­bu­na­li non è mai sta­ta mes­sa in discussione

 

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