[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1508497477643{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]“La lettura della circolare del ministero della Salute, in merito ai criteri di nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie, desta più di qualche perplessità. Chiediamo alla ministra Lorenzin di spiegare quali siano i principi che la animano, perché risultano abbastanza misteriosi”. Lo dichiarano Giuseppe Civati, deputato e segretario di Possibile, e Beatrice Brignone, parlamentare dello stesso partito.
“Qual è la logica — proseguono Civati e Brignone — che porta ad assegnare un punteggio superiore a chi ha lavorato per un ministero o un assessorato rispetto a chi ha lavorato proprio in un’azienda sanitaria? Per quale motivo dirigere un’azienda con più di mille dipendenti vale 3,5 punti anno, mentre meno di 10 ore di docenza universitaria valgono 3 punti? Cosa porta a stabilire che dirigere un’azienda con un bilancio di più di 100 milioni vale 3,5 punti, mentre scrivere un articolo scientifico vale 3 punti? Questi criteri, senza una logica apparente, sviliscono l’esperienza e la professionalità delle ottime figure che lavorano al servizio del nostro sistema sanitario nazionale. Vogliamo vederci più chiaro e per questo depositeremo un’interrogazione alla ministra Lorenzin”.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]