Liberarsi dalle catene di un dibattito pubblico surreale, a colpi di fake (che tutto, così, sembra un fake).
Liberarsi dai condizionamenti del pensiero unico (pensiero, quale pensiero?) che imbriglia tutto e a cui si reagisce con una negazione uguale e contraria (anzi, contraria e però uguale).
Liberarsi dal trucco per cui l’unico programma è non avere programmi, continuare a cambiarli, mandare messaggi pieni di contraddizioni per parlare a tutti.
Liberarsi dai convegni in cui si parla di se stessi, in una regressione all’infinito di sigle, formule e riti inutili.
Liberarsi dagli equivoci, per cui ci si può alleare anche con chi la pensa diversamente su quasi tutto, in ragione di chissà quale intuizione. E la sinistra fa cose di destra, mai il contrario.
Liberarsi dai compromessi, anche perché tra qualche mese si ripartirà da zero. E le rendite di posizione conteranno molto poco, rispetto alle aspettative che questo Paese ha nei confronti di una politica molto diversa da quella che si è vista fin qui.
Liberarsi dai trucchi dell’incoerenza, per cui si vota contro i Cie per poi tornare ai Cie, per citare soltanto l’ultima giravolta della maggioranza di governo. Che a furia di girarsi e di rigirarsi non si capisce più da che parte stia.
Liberarsi dalle idee a metà, compromissorie fin dalle origini, per mediare in continuazione, fino a rendere irriconoscibili le proposte.
Scatenatevi, scateniamoci. Senza lasciare spazio alle bufale e ai loro autori, senza ingigantire cose piccole e banalizzare problemi reali, senza parlare alla pancia (con la pancia).
Numeri alla mano, in un progetto di società che riguardi l’Italia e l’Europa e il mondo intero, sapendo che l’unica strada è quella di avere un pensiero genuinamente progressista, repubblicano, laico, che abbia respiro, che punti ai prossimi anni, che sappia descrivere un percorso concreto, di scelte limpide e inequivocabili, che costruisca relazioni in Europa con chi condivide gli stessi obiettivi. Che si basi sulle competenze, senza scorciatoie. In modo disinteressato, senza poteri e guru alle spalle.
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Insieme terremo fede a una sfida “fuori moda” ma solo perché cerchiamo di anticipare una moda che ancora non c’è: dare vita un progetto radicale senza demagogia, senza padroni, senza calcoli di sorta.