“La politica come strumento a servizio dei cittadini” non è uno slogan che ci piace decantare e lasciare lì, appeso tra il dire e il fare. Per noi di Possibile è il motore del progetto che vuole riportare il cittadino al centro, con le sue necessità, in un percorso di democrazia orizzontale e partecipata. Aspetti che non possono passare in secondo ordine nemmeno quando si tratta di selezionare la classe dirigente che deve essere capace di rappresentare i cittadini e i territori.
Con questo spirito ci siamo avvicinati alle elezioni provinciali, di cui comunque non condividiamo le modalità in quanto, essendo elezioni indirette, privano di fatto i cittadini del diritto di votare ed eleggere i propri rappresentanti. Abbiamo però voluto, pur non contando su possibili candidati, comunque portare il nostro contributo chiedendo ad un Sindaco, che rappresenta un modello di buona amministrazione nella nostra Provincia, di dare voce al nostro modo di intendere la Politica. Arturo Gnesi (Sindaco di Pastena) è un esempio concreto di come la politica può essere quello strumento che costruisce i ponti tra cittadini, associazioni e istituzioni, e siamo molto felici che abbia accettato di candidarsi (nella lista indipendente che mette insieme diverse anime della Sinistra e dei Socialisti) dando voce al progetto politico che stiamo realizzando nei territori della provincia di Frosinone.
Una candidatura che si lega a temi precisi in caso di elezione al consiglio provinciale, a partire da ambiente, sostenibilità e rifiuti innanzitutto, ma anche:
- la costituzione di una commissione antimafia con il compito di vigilare sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata all’interno del territorio provinciale, di monitorare i processi di trasparenza e legalità all’interno delle amministrazioni pubbliche, e di elaborare proposte capaci di promuovere una cultura della legalità in stretta collaborazione con le associazioni, come Libera, che in provincia da anni si impegnano su questi temi;
- l’istituzione di una commissione che si occupi di inclusione sociale e lotta alla povertà affinché si possa riaprire un dialogo costante e costruttivo con i cittadini, specialmente quelli che vivono in condizione di esclusione sociale e in povertà con l’obiettivo di elaborare politiche attive per consentire a tutti, senza discriminazioni, di poter vivere dignitosamente e per essere anche strumento di pressione verso la Regione Lazio nella richiesta dell’istituzione di un reddito di dignità, come è avvenuto in altre zone del Paese, recentemente in Emilia Romagna;
- l’istituzione di una cabina di regia provinciale sul tema dell’accoglienza dei migranti, profughi e rifugiati nella nostra Provincia: serve istituzionalizzare un tavolo permanente che metta insieme tutti gli attori coinvolti (comprese associazioni, ONLUS, Istituzioni territoriali e Forze dell’Ordine) per mettere a regime un ciclo virtuoso, favorendo anche l’inclusione e l’integrazione delle persone straniere nel tessuto sociale della nostra provincia, e contrastando con ogni mezzo i fenomeni che portano alla speculazione sulla vita e la dignità di chi scappa da situazioni di difficoltà, guerra e persecuzione.
Il tasto dolente resta, purtroppo, l’enorme questione maschile che si registra nello scenario politico della Provincia di Frosinone: troppe poche elette (anche nei Comuni più grandi, anche in quelli che sono andati al voto recentemente con la doppia preferenza di genere) e di conseguenza anche la presenza femminile nelle liste di queste elezioni di secondo livello si attesta su livelli molto bassi (come registrato anche nella scorsa tornata elettorale provinciale), il che potrebbe tradursi in un’assenza di rappresentanza femminile nel prossimo consiglio provinciale. Se da un lato persiste la cultura politica dominata dagli uomini (e che determina, di fatto, che la presenza femminile venga ancora, in alcuni casi, considerata quasi una concessione da parte della classe dirigente maschile), dall’altro non siamo ancora riusciti a costruire una società paritaria capace di assicurare la conciliazione tra il tempo privato e quello pubblico/lavorativo che permette ad una donna di poter lavorare (e/o occuparsi di politica) senza dover rinunciare alla propria vita personale e familiare. Questo testimonia come gli strumenti normativi da soli non bastano ma devono essere accompagnati, sempre, da una profonda riflessione sociale e dall’impegno di ognuno di noi di imprimere una vera e propria rivoluzione nel nostro modello culturale. Non ci fermeremo in questa sfida perché siamo convinti che un Paese che vede le donne completamente integrate nel circuito lavorativo e della politica è un Paese migliore e più efficiente.
Gianmarco Capogna – Anna Rosa Frate
Possibile Frosinone, Comitato “A. Spinelli”