Tessere elettorali: per le donne torna il cognome del coniuge

Durante questi ultimi 20 anni, tale disposizioni è stata ignorata fino quando, pochi giorni fa, una donna residente a Bruxelles ha ricevuto la tessera elettorale in cui compare, non richiesto, anche il cognome del marito, sposato poco meno di un anno fa e di cui non ha preso il cognome legalmente, pertanto tutti i suoi documenti di riconoscimento riportano soltanto il cognome “da nubile”.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]L’Articolo 13 del­la leg­ge 30 apri­le 1999 n. 120 sul­le “Dispo­si­zio­ni in mate­ria di ele­zio­ne degli orga­ni degli enti loca­li, non­chè dispo­si­zio­ni sugli adem­pi­men­ti in mate­ria elet­to­ra­le” rego­la le moda­li­tà di isti­tu­zio­ne del­la tes­se­ra elet­to­ra­le.  In par­ti­co­la­re, il DPR n.299 del 8/11/2000 sul­le moda­li­tà di rila­scio, aggior­na­men­to ed il rin­no­vo del­la tes­se­ra elet­to­ra­le per­so­na­le a carat­te­re per­ma­nen­te, all’articolo 2 pre­ve­de che “per le don­ne coniu­ga­te il cogno­me può esse­re segui­to da quel­lo del marito”.

Duran­te que­sti ulti­mi 20 anni, tale dispo­si­zio­ni è sta­ta igno­ra­ta fino quan­do, pochi gior­ni fa, una don­na resi­den­te a Bru­xel­les ha rice­vu­to la tes­se­ra elet­to­ra­le in cui com­pa­re, non richie­sto, anche il cogno­me del mari­to, spo­sa­to poco meno di un anno fa e di cui non ha pre­so il cogno­me legal­men­te, per­tan­to tut­ti i suoi docu­men­ti di rico­no­sci­men­to ripor­ta­no sol­tan­to il cogno­me “da nubile”.

L’Ambasciata Ita­lia­na a Bru­xel­les ha rispo­sto alle richie­ste di chia­ri­men­to spie­gan­do che “per que­ste ele­zio­ni il mini­ste­ro degli Inter­ni ha stam­pa­to anche il nome dei coniu­gi sui cer­ti­fi­ca­ti elettorali”.

In segui­to, è venu­to fuo­ri che cir­ca 2 milio­ni e mez­zo di don­ne ita­lia­ne resi­den­ti all’estero si sono ritro­va­te nel­la stes­sa situa­zio­ne. Ad alcu­ne di loro è addi­rit­tu­ra capi­ta­to di leg­ge­re il cogno­me del mari­to da cui ave­va­no divor­zia­to legalmente.

Il Vimi­na­le, con­tat­to da più agen­zie, non ha for­ni­to spie­ga­zio­ni riguar­do que­sta azio­ne uni­la­te­ra­le appa­ren­te­men­te immo­ti­va­ta che, un’altra vol­ta, smi­nui­sce il ruo­lo del­la don­na nel­la società.

In que­sto par­ti­co­la­re momen­to sto­ri­co, in Ita­lia e non solo, le don­ne non stan­no viven­do una sta­gio­ne par­ti­co­lar­men­te flo­ri­da dal pun­to di vista dell’uguaglianza e del rico­no­sci­men­to dei dirit­ti che – a que­sto pun­to — dovreb­be­ro esse­re garantiti.

Con­ti­nua­no a subi­re mob­bing sul lavo­ro se han­no figli, e dispa­ri­tà sala­ria­le rispet­to ai col­le­ghi maschi con pari qua­li­fi­che e ana­lo­go livel­lo pro­fes­sio­na­le, ven­go­no iden­ti­fi­ca­te da espo­nen­ti del gover­no come gli ange­li del foco­la­re che dovreb­be­ro ambi­re alla costi­tu­zio­ne e al man­te­ni­men­to di una fami­glia tra­di­zio­na­le, il loro dirit­to di scel­ta sull’aborto vie­ne con­ti­nua­men­te mes­so in discus­sio­ne e vedo­no detas­sa­re beni di lus­so come cavia­le e tar­tu­fo men­tre con­ti­nua­no ad chie­de­re inva­no la detas­sa­zio­ne degli assor­ben­ti.

E ora, come se non bastas­se, vie­ne smi­nui­to il loro com­pi­to di elet­tri­ci e la loro pos­si­bi­li­tà di por­ta­re den­tro la cabi­na elet­to­ra­le le pro­prie idee, con la pro­pria testa e con il pro­prio nome.

E vie­ne da chie­der­si se non sia solo l’anticamera di qual­co­sa di peg­gio che deve anco­ra arri­va­re.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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