Sciopero per il clima: per il futuro non c’è più tempo

La pandemia, che ci obbliga a stare in casa e non scendere in piazza, non ci ferma e soprattutto ci aiuta ad immaginare il futuro, magari imparando a non commettere gli stessi errori del passato. Un passato che non è poi molto lontano. 

[vc_row][vc_column][vc_column_text]di Wal­ter Girardi

Oggi sarem­mo sce­si in piaz­za al fian­co di tan­te ragaz­ze e tan­ti ragaz­zi per chie­de­re anco­ra una vol­ta pas­si con­cre­ti per un futu­ro ami­co, come scri­ve­va Alex Lan­ger.

La pan­de­mia, che ci obbli­ga a sta­re in casa e non scen­de­re in piaz­za, non ci fer­ma e soprat­tut­to ci aiu­ta ad imma­gi­na­re il futu­ro, maga­ri impa­ran­do a non com­met­te­re gli stes­si erro­ri del pas­sa­to. Un pas­sa­to che non è poi mol­to lon­ta­no. 

E il futu­ro di que­sti ragaz­zi, ma anche il nostro lo dob­bia­mo per for­za costrui­re oggi, insie­me, sen­za pau­re e ten­ten­na­men­ti. 

Dob­bia­mo impa­ra­re anche a leg­ge­re i segna­li che ci stan­no arri­van­do. La natu­ra ha ripre­so a occu­pa­re alcu­ni spa­zi: i cana­li di Vene­zia sono tra­spa­ren­ti e si vedo­no i pesci, altri ani­ma­li sel­va­ti­ci si avvi­ci­na­no ai cen­tri abi­ta­ti, i del­fi­ni sono sta­bil­men­te nel­le acque dei por­ti… e noi? 

Che mes­sag­gio ci sta lan­cian­do la natu­ra? E soprat­tut­to sare­mo in gra­do di com­pren­der­lo? Oppu­re ci per­de­re­mo anco­ra in lun­ghe discus­sio­ni, per la mag­gior par­te inu­ti­li, e soprat­tut­to figlie degli stes­si stru­men­ti che han­no cau­sa­to que­sta situazione.

Non è que­sto il tem­po di “per­de­re tem­po”. La situa­zio­ne che stia­mo viven­do è for­se la più gran­de occa­sio­ne per capi­re e agi­re di conseguenza.

Capi­re che la nor­ma­li­tà di pri­ma è la cau­sa del­la pan­de­mia, ed è anche la cau­sa dei cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci e del sur­ri­scal­da­men­to glo­ba­le, sareb­be già un bel pas­so in avan­ti, sen­za lascia­re nes­su­no indietro.

La nor­ma­li­tà di pri­ma era basa­ta su un siste­ma ingiu­sto e sba­glia­to, che ha fallito.

La doman­da che mi pon­go spes­so e che risuo­na spes­so nei miei pen­sie­ri è “come sarà il post Covid?” Mol­ti dico­no “dob­bia­mo tor­na­re alla nor­ma­li­tà!”, ma non mi accon­ten­to di una fra­se simi­le. La nor­ma­li­tà di pri­ma era il pro­ble­ma. È dav­ve­ro que­sta la nor­ma­li­tà che vogliamo?

Nes­su­no met­te in dub­bio che sare­mo un pae­se in ginoc­chio rispet­to a pri­ma. Tut­ti sare­mo chia­ma­ti a rim­boc­car­ci le mani­che per rilan­cia­re l’economia di que­sto pae­se… eppu­re sono con­vin­to che dob­bia­mo inter­ro­gar­ci oggi, soprat­tut­to su qua­le dire­zio­ne por­ta­re il nostro paese.

La stes­sa poli­ti­ca ed eco­no­mia non potran­no esse­re quel­le di pri­ma, soprat­tut­to l’economia.

La nor­ma­li­tà di pri­ma respin­ge­va gli accor­di sul cli­ma, le poli­ti­che a dife­sa del­la bio­di­ver­si­tà, a dife­sa del con­su­mo di suo­lo, a dife­sa del­la buo­na agri­col­tu­ra; respin­ge­va gli inve­sti­men­ti in ricer­ca, nel­la cul­tu­ra, nel dis­se­sto idro­geo­lo­gi­co per sal­va­re que­sto nostro paese.

Per non par­la­re degli inve­sti­men­ti a favo­re di una sani­tà pubblica.

Come Pos­si­bi­le, da qual­che gior­no abbia­mo pub­bli­ca­to “Fase 3 — Ria­pria­mo la Poli­ti­ca”, come “stru­men­to” dina­mi­co su cui con­fron­tar­ci per costrui­re i pros­si­mi mesi e i pros­si­mi anni.

E’ un pun­to di par­ten­za che non crea disu­gua­glian­ze, che non con­tri­bui­sce a dif­fon­de­re la “cul­tu­ra del­lo scar­to” e che soprat­tut­to ci fa anda­re avan­ti e non indie­tro.

Buon #Digi­tal­Stri­ke­For­Fu­tu­re [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.