«Per un progetto di valorizzazione di storie e memorie presso la Scuola secondaria di primo grado con i richiedenti protezione internazionale presenti sul territorio comunale». Si intitola così la mozione presentata dagli amici di Linea Civica di Montelupo Fiorentino e riproposta da San Miniato Possibile (Pisa) in Consiglio comunale. Un obiettivo molto semplice e un bellissimo strumento da accogliere e promuovere con energia al fine di favorire l’integrazione sociale di persone che fuggono da guerre e persecuzioni, e in generale, per un proficuo confronto tra tutte le persone di diverse culture presenti nel paese.
La mozione parte dalla considerazione, ormai d’obbligo, che l’integrazione è un valore, solo se basato su una reale interazione fra i soggetti nel rispetto reciproco delle culture; condizione di fatto sfuggente a causa di dilaganti pregiudizi e comportamenti razzisti, che hanno la propria origine, sia perché promossi da taluni movimenti politici di destra, nell’ignoranza, da combattere soprattutto nell’ambiente scolastico, momento importante nella maturazione di ogni individuo.
L’inserimento sociale dei richiedenti protezione internazionale, se non accompagnata da iniziative parallele, porta alla drammatica convinzione generalizzata che l’accoglienza non sia un dovere, ma un favore che richiede qualcosa in cambio, e quale miglior modo si può avere se non quello di permettere di raccontare la propria storia vissuta, utile allo stesso richiedente di protezione internazionale in vista dell’audizione in Commissione, oltre che necessario a ristabilire le condizioni di conoscenza reciproca per un vero processo di integrazione e accoglienza.
La Mozione proposta dal gruppo San Miniato Possibile, è stata quindi ben accolta dal Consiglio Comunale di San Miniato che ha impegnato il Sindaco e la Giunta a porre in essere tutti gli atti necessari, in accordo con la dirigenza scolastica, affinché sia attivato a partire dal prossimo anno scolastico, nelle Scuole secondarie di primo grado del Comune, un progetto che interessi almeno le classi terze e che veda coinvolti i richiedenti protezione internazionale presenti sul territorio sanminiatese disposti a raccontare, anche con l’ausilio di un interprete, di fronte agli studenti, parte della propria storia, o quanto essi riterranno opportuno raccontare, al fine di fornire gli strumenti per abbandonare comportamenti potenzialmente pregiudizievoli e razzisti e interpretare correttamente l’attuale fenomeno migratorio.
Tale strumento, se diffuso su tutto il territorio, dati i bassi costi attuativi, e la facile possibilità di condivisione da parte di tutte le forze politiche, può dare concreto e positivo slancio al livello socio-culturale italiano nell’arco di pochi anni.
Alessandro Niccoli