Scuole e spese di funzionamento: le nozze con i fichi secchi

Sono Libero. E sono arrabbiato. Avrei dovuto chiamarmi diversamente, lo so. Ma non siamo qui per parlare del mio nome. Sono arrabbiato e faccio il Dirigente Scolastico. Intendo rubare un po’ del vostro tempo per parlarvi di Scuola, di quella vera, non di quella raccontata da ministri e "leaders fighetti", che, probabilmente, in una scuola pubblica non hanno mai messo piede.

Sal­ve, sono Libe­ro. E sono arrab­bia­to. Avrei dovu­to chia­mar­mi diver­sa­men­te, lo so. Ma non sia­mo qui per par­la­re del mio nome. Sono arrab­bia­to e fac­cio il Diri­gen­te Sco­la­sti­co.

Ho par­te­ci­pa­to e vin­to un con­cor­so per­ché vole­vo fare il Pre­si­de o, come pen­sa­vo io, il Pro­mo­to­re di Cul­tu­ra. Ma, in un pae­se in cui più del­la metà del­le per­so­ne pen­sa, con Tre­mon­ti, che “Con la cul­tu­ra non si man­gia”, ave­vo poche chan­ces. Così oggi mi ritro­vo Diri­gen­te Sco­la­sti­co. Devo assi­cu­ra­re anzi­tut­to legit­ti­mi­tà, effi­ca­cia, effi­cien­za, tra­spa­ren­za e, solo alla fine, qua­li­tà al ser­vi­zio che il mio Isti­tu­to offre.

Inten­do ruba­re un po’ del vostro tem­po per par­lar­vi di Scuo­la, di quel­la vera, non di quel­la rac­con­ta­ta da mini­stri e “lea­ders fighet­ti”, che, pro­ba­bil­men­te, in una scuo­la pub­bli­ca non han­no mai mes­so piede.

Oggi comin­cia­mo dai finan­zia­men­ti del Mini­ste­ro per le spe­se di fun­zio­na­men­to.

Diri­go una Scuo­la che ope­ra su 4 Comu­ni, che com­pren­de 11 ples­si, con 700 stu­den­ti e qua­si 200 tra docen­ti, ammi­ni­stra­ti­vi e ausi­lia­ri. Beh, secon­do il Mini­ste­ro que­sta comu­ni­tà di per­so­ne, che tra­scor­re in un edi­fi­cio sco­la­sti­co gran par­te del­la gior­na­ta, dovreb­be fun­zio­na­re con poco più di 12.000 euro all’anno. Qual­co­sa come 13 euro a persona.

Con que­sti sol­di io dovrei paga­re gran par­te del­la car­ta igie­ni­ca, del sapo­ne, del mate­ria­le di puli­zia. Ma anche la car­ta e l’inchiostro per le 11 foto­co­pia­tri­ci che, ovvia­men­te e giu­sta­men­te, lavo­ra­no in ogni ples­so a pie­no regi­me. Dovrei fare la manu­ten­zio­ne dei vari labo­ra­to­ri, del­le aule infor­ma­ti­che, del­le stam­pan­ti, degli impian­ti di wi-fi. Dovrei garan­ti­re gli arre­di (i Comu­ni non han­no sol­di per que­ste cose; le Pro­vin­ce non han­no sol­di e basta) e i sus­si­di didat­ti­ci neces­sa­ri. Dovrei paga­re i regi­stri (anche quel­lo elet­tro­ni­co ha un costo); dovrei, mi dico­no, acqui­sta­re i firewall necessari…

Ora io vi chie­do: ma lo sape­te quan­to costa, ad esem­pio, il toner di una foto­co­pia­tri­ce? Ecco, se lo sape­te sia­te­ne con­ten­ti: sape­te qual­co­sa in più di un mini­stro del­la Repub­bli­ca. Se non lo sape­te non cruc­cia­te­vi trop­po, non toc­ca a voi cono­sce­re cer­te cose.

Negli ulti­mi die­ci anni, a par­ti­re dal Mini­ste­ro Gel­mi­ni, la Scuo­la ha subi­to tagli sel­vag­gi, tut­ti giu­sti­fi­ca­ti dal­la logi­ca Tre­mon­ti di cui sopra, logi­ca che quel Mini­stro abbrac­ciò in pie­no. Infat­ti, in un momen­to di indi­gna­zio­ne dovu­ta alla pro­te­sta per i tagli, l’Onorevole Gel­mi­ni ebbe a dire: “E’ incre­di­bi­le: in Ita­lia ci sono più bidel­li che Cara­bi­nie­ri. Non è neces­sa­rio puli­re tut­ti i gior­ni!” (non sareb­be neces­sa­rio, inve­ce, aggiun­ge­re altro, per giu­di­ca­re un tito­la­re del Dica­ste­ro dell’Istruzione …). Così si sono taglia­ti 150.000 posti di lavo­ro; il Fon­do di Isti­tu­to per l’offerta for­ma­ti­va è sta­to taglia­to del 70%; il finan­zia­men­to del­le spe­se per il fun­zio­na­men­to è sta­to taglia­to del 60%. Altro esem­pio: un alun­no diver­sa­men­te abi­le, o con un distur­bo dell’apprendimento, del mio isti­tu­to rice­ve qual­co­sa come 3 euro l’anno per sus­si­di didattici.

Ma il gover­no Ren­zi i sol­di sul­la Scuo­la li ha mes­si: sol­di veri. Solo che sono ser­vi­ti per fare altre cose, del­le qua­li avre­mo modo di par­la­re in altre pun­ta­te di que­sta sto­ria. Non sono ser­vi­ti sicu­ra­men­te per met­te­re le Scuo­le nel­le con­di­zio­ni di fun­zio­na­re. Sem­pli­ce­men­te di fun­zio­na­re. L’importante è sta­to dare spa­zio a slo­gans e altre ame­ni­tà. “Per la car­ta igie­ni­ca e per tut­to il resto ognu­no si arran­gi”, avran­no pensato.

Noi ita­lia­ni, for­tu­na­ta­men­te, sia­mo abi­tua­ti ad arran­giar­ci (abi­tua­ti all’ignavia dei nostri poli­ti­ci). Chi lavo­ra nel­la Scuo­la lo è di più. Per­ché è dispo­sto a tut­to pur di non dover dire di no all’utenza, cioè a stu­den­ti e fami­glie. Le qua­li han­no capi­to l’antifona e han­no pre­so a col­la­bo­ra­re all’opera di “arran­gia­men­to” che, sola, per­met­te all’istituzione Scuo­la di con­ti­nua­re ad anda­re avan­ti, nono­stan­te poli­ti­ci e mini­stri che, di essa, non san­no asso­lu­ta­men­te niente.

Eppu­re que­sto mon­do è cru­cia­le: vi lavo­ra­no qua­si un milio­ne e mez­zo di per­so­ne; acco­glie otto milio­ni di stu­den­ti e coin­vol­ge milio­ni e milio­ni di famiglie.

Ebbe­ne: stu­den­ti, ope­ra­to­ri e fami­glie, a me pare, non sono più dispo­ni­bi­li a far­si pren­de­re in giro. Sono stan­chi di paro­le “alte” e di poli­ti­ca “bas­sa”.

Il mon­do del­la Scuo­la, ad esem­pio, il 4 Dicem­bre ha vota­to. E ha dimo­stra­to che non è dispo­ni­bi­le a fir­ma­re altre cam­bia­li in bian­co, a nes­su­no. Men che meno a Mini­stri e Mini­stre che, sem­pli­ce­men­te, non lo conoscono.

Libe­ro

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