Se dopo Expo c’è ancora Expo

«E’ una fantastica ciliegina sulla torta per la ricerca nel nostro Paese. Peccato che manchi la torta». Queste le parole con le quali Giorgio Parisi, uno dei più autorevoli fisici mondiali, ha descritto Human Technopole, il polo di ricerca che, nei progetti del governo, sorgerà nell’area che ha ospitato i padiglioni di Expo 2015.

«E’ una fan­ta­sti­ca cilie­gi­na sul­la tor­ta per la ricer­ca nel nostro Pae­se. Pec­ca­to che man­chi la tor­ta». Que­ste le paro­le con le qua­li Gior­gio Pari­si, uno dei più auto­re­vo­li fisi­ci mon­dia­li, ha descrit­to Human Tech­no­po­le, il polo di ricer­ca che, nei pro­get­ti del gover­no, sor­ge­rà nell’area che ha ospi­ta­to i padi­glio­ni di Expo 2015. La quar­ta ere­di­tà di Expo, se con­si­de­ria­mo i 32 milio­ni di pas­si­vo (che potreb­be­ro diven­ta­re 80) cita­ti nel­la rela­zio­ne del Con­si­glio di ammi­ni­stra­zio­ne di Expo, le man­ca­te rica­du­te eco­no­mi­che che avreb­be dovu­to svi­lup­par­si attor­no all’evento e, infi­ne, le rica­du­te ambien­ta­li (quel­le sì che si sono manifestate).

Come rime­dia­re a un even­to costrui­to dall’alto e infar­ci­to di reto­ri­ca? Con un altro pro­get­to del­la stes­sa pasta, al modi­co costo di 150 milio­ni di euro all’anno per i pros­si­mi die­ci anni: Human Tech­no­po­le. Un pro­get­to sicu­ra­men­te «peta­lo­so» — così l’ha defi­ni­to lo stes­so pre­mier –, sboc­cia­to nel giro di una not­te lun­go le diret­tri­ci Firen­ze – Mila­no – Geno­va. I 150 milio­ni di euro, infat­ti, fini­ran­no nel­le cas­se dell’Isti­tu­to Ita­lia­no di Tec­no­lo­gia (Iit) di Geno­va (che già rice­ve dal­lo Sta­to cir­ca 100 milio­ni di euro all’anno), un isti­tu­to pri­va­to. «Un finan­zia­men­to top-down – ha scrit­to Ele­na Cat­ta­neo — che crea una nuo­va cor­te dei mira­co­li (a pre­scin­de­re che si chia­mi Iit) pres­so la qua­le c’è già chi si è mes­so a tavo­la. L’Iit dice che non farà tut­to da solo. Reclu­te­rà, con i sol­di pub­bli­ci, ricer­che (cioè idee) di altre isti­tu­zio­ni. Deci­de­rà a chi e come distri­bui­re i finan­zia­men­ti. Qua­li spa­zi asse­gna­re e a chi. In altre paro­le l’Iit rice­ve e ri-ero­ga fon­di pub­bli­ci, come un’A­gen­zia di finan­zia­men­to, come già in diver­si casi suc­ce­de ora (basta leg­ge­re i dati pub­bli­ci), quan­do ogni stu­dio­so avreb­be il pie­no dirit­to di acce­de­re ai fon­di diret­ta­men­te alla fon­te pub­bli­ca, con l’i­dea di cui è depo­si­ta­rio, sen­za paga­re pegno al Re Mida di tur­no». Per quan­ti­fi­ca­re eco­no­mi­ca­men­te il man­da­to rice­vu­to dall’Iit sia suf­fi­cien­te pen­sa­re che si trat­ta di «sol­di pub­bli­ci pari a un deci­mo del Fon­do ordi­na­rio per tut­ti gli Enti di ricer­ca del MIUR», ha dichia­ra­to Gio­van­ni Bigna­mi.

Un approc­cio che Rober­to Cin­go­la­ni, diret­to­re dell’Ilt di Geno­va, con­di­vi­de e difen­de: «Human Tech­no­po­le è un’iniziativa com­ples­sa di “big scien­ce” — ha dichia­ra­to – e par­te dal­la stra­te­gia del­lo Sta­to che vuo­le crea­re una gran­de infra­strut­tu­ra i cui risul­ta­ti saran­no un van­tag­gio dei nostri figli e nipo­ti. Que­sta ope­ra­zio­ne si fa neces­sa­ria­men­te top-down dan­do a qual­cu­no il man­da­to di svi­lup­pa­re una visio­ne scien­ti­fi­ca di lun­go ter­mi­ne». Insom­ma: fac­cia­mo spa­zio a quel­li che ne san­no, scel­ti diret­ta­men­te dal pre­mier.  Lo stes­so Bigna­mi rile­va, infat­ti, come il Decre­to del Pre­si­den­te del Con­si­glio in mate­ria abbia deman­da­to all’Iit il com­pi­to di ela­bo­ra­re il pro­get­to ese­cu­ti­vo, adot­ta­to con Decre­to del Pre­si­den­te del Con­si­glio su pro­po­sta del Mini­ste­ro dell’Economia e del­le Finan­ze. MIUR non pervenuto.

Tor­nia­mo alla cilie­gi­na, e agli avan­zi del­la tor­ta, soprat­tut­to, dei qua­li deve accon­ten­tar­si l’istruzione e la ricer­ca pub­bli­ca: «dal­la media 2005–2008 al 2014 abbia­mo per­so il 20% degli stu­den­ti imma­tri­co­la­ti all’u­ni­ver­si­tà — rico­strui­sce Gior­gio Pari­si -, e come se non bastas­se sono sta­te taglia­te le bor­se di stu­dio. Il fon­do per il finan­zia­men­to ordi­na­rio che lo sta­to ero­ga agli ate­nei è cala­to del 22%. Tra il 1996 e il 2013 ci è sta­to taglia­to un miliar­do di euro. I docen­ti sono dimi­nui­ti del 17% e il nume­ro di cor­si offer­ti del 18%. Una situa­zio­ne simi­le si era regi­stra­ta pri­ma d’o­ra solo in caso di guer­re o cam­bi di regi­me».

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