Nonostante il silenzio di Comune e Mur, è bene ricordare che i tempi per applicare il PNRR sono maturi e che a disposizione ci sono ben 960 milioni per incrementare il numero di posti letto negli studentati dagli attuali 50mila a oltre 100mila (su tutto il territorio nazionale).
Tra gli enti che possono beneficiare del finanziamento figurano gli organismi per il diritto allo studio, le università e i privati. Questi ultimi, in particolare, dovrebbero destinare “prioritariamente” i posti letto a studentɜ privɜ di mezzi, sulla base delle graduatorie degli enti per il diritto allo studio (come stabilito dal DLGS 68 del 2012). Inoltre, come disposto DLGS 937 del 2016, sarebbero chiamati a destinare “obbligatoriamente” il 20% dei posti letto cofinanziati dallo stato a studentɜ in stato di necessità.
I fondi e gli strumenti normativi evidentemente ci sono, ciò che manca è la volontà politica di risolvere il problema. Chiediamo trasparenza.
Attualmente non esiste un registro pubblico dei soggetti beneficiari dei fondi del PNRR, né un ente regolatore che controlli se i progetti vengano effettivamente realizzati e se venga rispettata la quota di alloggi da riservare a studentɜ in stato di necessità economica.
Che prezzo avranno gli alloggi finanziati con risorse pubbliche? È stato fissato un tetto massimo o saranno i privati a fare il prezzo? Questi progetti andranno a vantaggio dellɜ studentɜ o dellɜ investitorɜ?
Il diritto allo studio richiama il diritto all’abitazione. Ed entrambi rinviano al tema delle disuguaglianze economiche che rendono sempre più difficile la vita in una città come Milano e sempre più elitario l’avvio di un percorso universitario. C’è uno stretto legame, infatti, tra la condizione economica della famiglia di origine e la possibilità di sostenere le spese di alloggio, retta e tutto ciò che è connesso alla frequenza accademica.
Non a caso si parla ormai di “ereditarietà del titolo universitario”, visto che uno studio INAPP del 2020 mostra che tra i figli di genitori con una laurea il 75% ha la probabilità di laurearsi a sua volta, mentre questa percentuale scende al 48% tra chi ha alle spalle una famiglia in cui il titolo di studio massimo è il diploma e al 12% se i genitori hanno la licenza media).
Possibile è al fianco dellə studentɜ per abbattere queste disparità.
Vigileremo sulla gestione dei fondi e ci impegneremo affinché il diritto allo studio e a un’abitazione dignitosa sia sempre alla portata di tuttɜ.