Può accadere che in un piccolo paesino della Sicilia, dove il confronto politico sembrava ridotto a logiche e problematiche locali e i Consigli Comunali ridimensionati ad appendice della macchina amministrativa e burocratica con approvazione di regolamenti e adeguamenti ISTAT, prese d’atto e attività ispettive sull’operato dell’Amministrazione, svuotati del fervore della dialettica tra i diversi orizzonti politici, può accadere, inaspettatamente, un Consiglio Comunale diverso da quello a cui ci eravamo abituati.
Cosi qualche sera fa, a Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa, si è assistito ad un consesso pubblico la cui discussione sui punti all’ordine del giorno ha prodotto uno scambio di idee e valori che sapevano di Politica: dall’adesione al “Patto dei Sindaci” per la riduzione del 40% di CO2 entro il 2030, all’adozione della “Nuova carta dei diritti della Bambina” a tutela dei diritti dell’infanzia, sino all’adesione alla “Carta di Avviso Pubblico”, il codice etico che individua in che modo gli amministratori locali possono declinare quotidianamente i principi di trasparenza, imparzialità, disciplina e onore contenuti nella nostra Costituzione, ed infine l’approvazione della mozione che critica gli aspetti del Decreto Sicurezza in materia di immigrazione; questi temi hanno fornito lo spunto per uno scambio di visioni sulla concezione della vita che vorremmo per la nostra Comunità.
La stessa mozione non si è limitata ad evidenziare le criticità dell’applicazione di parte del decreto nei territori, ma ha descritto, a partire dalla testimonianza diretta, il sistema di accoglienza SPRAR, ad oggi il miglior modello che conosciamo, con obblighi di rendicontazione più elevati rispetto ad altri modelli e che garantisce inclusione grazie all’ospitalità diffusa, arginando le grandi concentrazioni di migranti nelle metropoli. Ed è proprio il modello Canicattini Bagni, più volte meritevole di riconoscimenti da parte del Ministero per qualità del servizio, a dimostrare che la buona accoglienza si può fare, affidandosi alle buone prassi e alle procedure intransigenti.
Così in tempi oscuri come quello attuale, dove sembra che la subcultura della paura e dell’odio abbia il sopravvento, può accadere che molti Comuni denuncino a testa alta il carattere disumano del Decreto Sicurezza e si facciano invece promotori di una paideia che trae linfa vitale dai principi di democrazia, uguaglianza, solidarietà e rispetto dei diritti fondamentali della Persona.
Allo stesso modo, in un piccolo paesino siciliano, serrato tra l’individualismo e il settarismo, può accadere di confrontarsi su temi come il rispetto di genere, l’ambiente, la legalità, i diritti umani, gettando i semi per una società più giusta per tutte e tutti, ed accorgersi che si può fare… Politica!
Luisa Chiarandà