Ho letto con interesse il libro di Yanis Varoufakis e Lorenzo Marsili appena uscito per i tipi di Laterza.
Incrocia molte questioni che in questi ultimi anni abbiamo cercato di descrivere con Possibile: una forza immediatamente sovranazionale, anzi, transnazionale.
Un soggetto inevitabilmente plurale e però coordinato non in modo astratto ma in funzione di battaglie precise, chiare, riconoscibili.
Un progetto che non sia solo una costruzione di Lego (anche con l’apostrofo), ovvero che non giustapponga ‘pezzi’ diversi ma che provi a dare una fisionomia a questioni essenziali come quelle della democratizzazione della Ue e di alcune questioni che non sono più rinviabili, sotto il profilo sociale ed economico: siamo già ai tempi supplementari, anzi, per dirla con un calembour, ai calci di rigore.
Non un piano di exit, insomma, ma l’ultimo tentativo di voice, per salvare l’Europa da se stessa e da quel simulacro che è diventata.
Non è la prima volta che dialoghiamo con Diem25, nella convinzione che partiti e movimenti debbano confrontarsi nel rispetto reciproco e che l’errore più grande sarebbe quello di non riconoscere che qualcuno sui temi che Varoufakis sollecita si è già mosso: a livello europeo (penso ad alcune questioni poste dai Verdi, soprattutto sul modello di sviluppo e sull’indirizzo da dare agli investimenti europei, per una vera transizione ecologica) e a livello nazionale.
Sono le «disperse virtù» di cui abbiamo parlato altre volte che dobbiamo essere capaci di collegare tra loro, facendole dialogare, armonizzandole in un manifesto politico capace di sfidare il sistema politico europeo.
Per questa ragione è una sfida appassionante quella che ci propone e di cui discuteremo sabato a Roma.
Siccome però le cose si cambiano cambiandole, propongo subito una sfida da affrontare insieme: quella di far crescere in tutti i Paesi europei, attraverso una Ice (una iniziativa dei cittadini europei) o con altri strumenti che si possono individuare, una richiesta urgente perché si affronti la questione della tassazione delle multinazionali. Di quello 0,005% che ha pagato Apple in Irlanda. Di cui Varoufakis e Marsili discutono nel loro testo. Multinazionali elusive, doppi irlandesi e panini olandesi, o porti franchi e paradisi lussemburghesi, in piena Ue.
Ecco, sarebbe bello se sabato uscissimo da quella sala con questa proposta. E ci mobilitassimo subito. Anche per incalzare le famiglie politiche europee e quell’establishment che sembra sentirci pochissimo.