Solidarietà a David Yambio: il governo su Patreon ha ancora troppo da chiarire

Continuiamo a chiedere che il governo faccia chiarezza su entrambi gli scandali: la restituzione di Almasri e il caso di spionaggio. Il coraggio di Yambio nel raccontare la sua storia ci impone di non restare in silenzio. La sua lotta per la giustizia merita tutto il nostro sostegno e la nostra attenzione.
Negli ulti­mi gior­ni sono emer­se due gra­vi vicen­de che coin­vol­go­no il gover­no ita­lia­no: la resti­tu­zio­ne del boia libi­co Osa­ma Alma­sri, respon­sa­bi­le di tor­tu­re nei lager libi­ci, e il caso di spio­nag­gio con­tro gior­na­li­sti e atti­vi­sti attra­ver­so il sofi­sti­ca­to soft­ware Para­gon Solutions. 

Que­sti epi­so­di sem­bra­no intrec­ciar­si con la sto­ria di David Yam­bio, rifu­gia­to sud suda­ne­se, che ha subi­to tor­tu­re da Alma­sri e potreb­be esse­re tra le vit­ti­me del­lo stes­so spy­ware. Il suo tele­fo­no è sta­to infat­ti com­pro­mes­so da un attac­co infor­ma­ti­co, di cui è sta­to infor­ma­to tra­mi­te mail veri­fi­ca­ta di Apple.

Abbia­mo incon­tra­to David Yam­bio a inzio mese a Bru­xel­les, quan­do una nostra dele­ga­zio­ne ha par­te­ci­pa­to alla pre­sen­ta­zio­ne del rap­por­to di RR[X], un col­let­ti­vo di ricer­ca­to­ri ano­ni­mi, che ha denun­cia­to il ruo­lo dei gover­ni tuni­si­no e libi­co nel­la trat­ta di esse­ri uma­ni. Nel cor­so dell’evento, abbia­mo ascol­ta­to la toc­can­te testi­mo­nian­za di Yam­bio, pre­si­den­te dell’ONG Refu­gees in Libya. Yam­bio ha denun­cia­to le atro­ci­tà subi­te nei lager libi­ci, dove fu “ven­du­to come schia­vo” pro­prio ad Osa­ma Almasri.
Yam­bio ha annun­cia­to la pros­si­ma pub­bli­ca­zio­ne di un rap­por­to sull’attacco infor­ma­ti­co subi­to, a cui sta lavo­ran­do con una squa­dra di investigatori.
In atte­sa di que­sta rela­zio­ne, con­ti­nuia­mo a chie­de­re che il gover­no fac­cia chia­rez­za su entram­bi gli scan­da­li: la resti­tu­zio­ne di Alma­sri e il caso di spio­nag­gio. Il corag­gio di Yam­bio nel rac­con­ta­re la sua sto­ria ci impo­ne di non resta­re in silen­zio. La sua lot­ta per la giu­sti­zia meri­ta tut­to il nostro soste­gno e la nostra attenzione.

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