Una soluzione per famiglie e imprese schiacciate dai debiti nei confronti delle banche

Ieri alla Biblio­te­ca del Sena­to ho par­te­ci­pa­to a nome di Pos­si­bi­le al Con­ve­gno di Con­fim­pre­seI­ta­lia e Favor Debi­to­ris sul Giu­bi­leo Ban­ca­rio “Remis­sio­ne del debi­to ban­ca­rio a cari­co di fami­glie e impre­se sen­za pena­liz­za­re i con­ti del­le ban­che”.
L’og­get­to del­l’in­con­tro, cui ha par­te­ci­pa­to anche il Pro­cu­ra­to­re Nazio­na­le Anti­ma­fia Rober­ti, insie­me a giu­ri­sti, eco­no­mi­sti ed esper­ti del set­to­re, era lo smal­ti­men­to degli NPL (Non Per­for­ming Loans) che l’Avv. Dino Cri­vel­la­ri ha effi­ca­ce­men­te defi­ni­to gli scar­ti di pro­du­zio­ne del­le impre­se cre­di­ti­zie, cioè quei cre­di­ti dete­rio­ra­ti per l’in­ca­pa­ci­tà dei debi­to­ri di resti­tui­re i pre­sti­ti loro ero­ga­ti e per gli erro­ri di valu­ta­zio­ne del rischio del­le stes­se banche.
Si trat­ta di una mas­sa enor­me di cre­di­ti, 360 miliar­di di cre­di­ti “cat­ti­vi” che cor­ri­spon­do­no al 17% del tota­le dei cre­di­ti ero­ga­ti in Ita­lia, con­tro una media euro­pea del 6%.
Di que­sti, cir­ca 200 miliar­di sono vere e pro­prie sof­fe­ren­ze e riguar­da­no cir­ca 2.300.000 sog­get­ti (sin­go­li, fami­glie, impre­se) quin­di cir­ca 10 milio­ni di cit­ta­di­ni italiani.
Per ripu­li­re i pro­pri bilan­ci da que­sto enor­me far­del­lo le ban­che scel­go­no la stra­da del­la ces­sio­ne ai soli sog­get­ti oggi dota­ti di liqui­di­tà, i fon­di d’in­ve­sti­men­to, ma a prez­zi di saldo.
Con la con­se­guen­za che le ban­che ven­do­no que­sti cre­di­ti dete­rio­ra­ti a prez­zi strac­cia­ti, i fon­di spe­cu­la­ti­vi inter­na­zio­na­li gua­da­gna­no in misu­ra spro­po­si­ta­ta e i debi­to­ri ven­go­no spo­glia­ti di tut­to, abi­ta­zio­ne compresa.
La solu­zio­ne rac­col­ta da un dise­gno di leg­ge che anche Pos­si­bi­le ha sot­to­scrit­to pre­ve­de che i debi­to­ri pos­sa­no pro­por­re alle ban­che cre­di­tri­ci di “acqui­sta­re” il loro cre­di­to a un prez­zo non infe­rio­re a quel­lo offer­to dai fon­di, evi­tan­do il depau­pe­ra­men­to e la spo­lia­zio­ne del debi­to­re che potrà libe­rar­si del pro­prio debi­to in misu­ra soste­ni­bi­le e van­tag­gio­sa (per­ché fiscal­men­te dedu­ci­bi­le) per la stes­sa ban­ca. Nel mio inter­ven­to ho sot­to­li­nea­to l’im­me­dia­ta per­cet­ti­vi­tà del­le nor­me di ran­go costi­tu­zio­na­le (artt. 41 e 47) che pon­go­no limi­ti ester­ni (uti­li­tà socia­le, sicu­rez­za, liber­tà, digni­tà uma­na e dirit­to all’a­bi­ta­zio­ne) alla libe­ra ini­zia­ti­va eco­no­mi­ca attra­ver­so l’im­pre­sa ban­ca­ria e la neces­si­tà, dopo una cri­si eco­no­mi­ca che per­du­ra ormai da 9 anni, di indi­vi­dua­re — nel sol­co del­la Costi­tu­zio­ne — solu­zio­ni straor­di­na­rie, crea­ti­ve e corag­gio­se per aiu­ta­re fami­glie, pic­co­le e medie impre­se e, in pro­spet­ti­va, l’in­te­ro siste­ma economico.

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