Rivendichiamo lo spazio per la causa climatica

A voi che ave­te resi­sti­to fino­ra e che con­ti­nua­te a farlo.

A voi che non sie­te indif­fe­ren­ti. Alle com­pa­gne del­la nuo­va gene­ra­zio­ne, quel­la che ha mes­so la giu­sti­zia cli­ma­ti­ca e socia­le in cima all’agenda. A chi ha capi­to che una rispo­sta urgen­te e ade­gua­ta alla cri­si cli­ma­ti­ca non sal­va solo il pia­ne­ta ma miglio­ra la qua­li­tà del­la vita di tut­te. A chi lo fa attra­ver­so la scien­za, stu­dian­do e divul­gan­do, a chi lo fa con la mili­tan­za atti­vi­sta o politica. 

A voi chie­do, chi ci rap­pre­sen­ta nel­le isti­tu­zio­ni? Chi fa i nostri inte­res­si, che sono poi gli inte­res­si più ampi a bene­fi­cio anche di chi que­sta cri­si la nega?

All’indomani del­le ele­zio­ni poli­ti­che sapen­do che una poli­ti­ca cli­ma­ti­ca seria non l’avrei tro­va­ta nel­le isti­tu­zio­ni, sono venu­ta a cer­car­la tra voi. Nel­le uni­ver­si­tà, nel­le mobi­li­ta­zio­ni dal bas­so, nei quar­tie­ri, in chi si pren­de una respon­sa­bi­li­tà che è anche e soprat­tut­to politica.

Ci sarà uno spa­zio alle pros­si­me ele­zio­ni euro­pee di giu­gno. For­se non sarà quel­lo miglio­re ma dob­bia­mo con­si­de­ra­re che al di fuo­ri di noi, sia­mo sole. Per que­sto scri­vo anche a chi non cre­de più nel­la poli­ti­ca elet­to­ra­le per dif­fi­den­za nel­la sua strut­tu­ra­le inca­pa­ci­tà di rap­pre­sen­ta­re se non gli inte­res­si costi­tui­ti. Io inve­ce dico che quel­lo spa­zio che ci è così con­tro dovreb­be esse­re rivendicato.

Riven­di­car­lo con una nuo­va gene­ra­zio­ne e con una cam­pa­gna di coo­pe­ra­zio­ne e soli­da­rie­tà, dove la pri­ma non esi­ste sen­za la secon­da. Una cam­pa­gna fat­ta in tut­ta Euro­pa, per rom­pe­re quei con­fi­ni del pic­co­lo nazio­na­li­smo. Una cam­pa­gna con can­di­da­tu­re che pro­ven­ga­no dal mon­do dell’attivismo e del­la scien­za. In uno spa­zio di sini­stra, con una sen­si­bi­li­tà diver­sa, natu­ra­le e sana. Che fac­cia un pun­to cri­ti­co sui fal­li­men­ti che abbia­mo avu­to unen­do le espe­rien­ze sen­za depre­dar­le del loro valo­re socia­le. Una gran­de onda gene­ra­zio­na­le per por­ta­re il mes­sag­gio cli­ma­ti­co tra i ban­chi del Par­la­men­to euro­peo. Non per can­di­da­re un ceto poli­ti­co ma per­so­ne cli­ma­ti­che che i par­ti­ti si impe­gna­no a supportare.

Dico di riem­pi­re una lista che vada aldi­là dei nomi e dei sim­bo­li del­le sin­go­le com­po­nen­ti. Una lista con un mes­sag­gio mol­to pre­ci­so sul­la cri­si cli­ma­ti­ca, che poi è anche ener­ge­ti­ca, idri­ca, ali­men­ta­re, lavo­ra­ti­va, di gene­re e quin­di socia­le. Un impe­gno per­ché la pover­tà, gli sfol­la­men­ti, le malat­tie e i movi­men­ti di mas­sa sono già real­tà. E non voglia­mo per­du­ra­re ulte­rio­re vio­len­za. Nem­me­no per un altro secondo. 

Le cose pos­so­no anda­re mol­to peg­gio di così, ma ora non voglio pen­sa­re a que­sto. Voglio pen­sa­re a quel­lo che pos­sia­mo tes­se­re insie­me. Mi rivol­go a chiun­que si voglia met­te­re in gio­co per una gran­de cau­sa. Abbia­mo qual­co­sa di mol­to più gran­de di noi da difen­de­re. Aldi­là di tut­to. Al di sopra di tutto.

Quan­to ci rima­ne anco­ra da perdere?

Ma, soprat­tut­to, quan­to inve­ce potrem­mo guadagnare?

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