Stagisti, tirocinanti, freelance: nessuno deve essere lasciato solo

Pubblichiamo la testimonianza di Rebecca, 26 anni, neolaureata cui non è stato rinnovato il tirocinio, unica sua fonte di reddito. Come lei, sono tante le persone rimaste ancora fuori dagli aiuti contenuti nel Decreto Rilancio. Chiediamo che situazioni come questa - che riguardano un gran numero di giovani - siano risolte nel passaggio parlamentare per la conversione del Decreto, perché nessuno deve essere lasciato solo.

Pub­bli­chia­mo la testi­mo­nian­za di Rebec­ca, 26 anni, neo­lau­rea­ta cui non è sta­to rin­no­va­to il tiro­ci­nio, uni­ca sua fon­te di red­di­to. Come lei, sono tan­te le per­so­ne rima­ste anco­ra fuo­ri dagli aiu­ti con­te­nu­ti nel Decre­to Rilan­cio. Chie­dia­mo che situa­zio­ni come que­sta — che riguar­da­no un gran nume­ro di gio­va­ni — sia­no risol­te nel pas­sag­gio par­la­men­ta­re per la con­ver­sio­ne del Decre­to, per­ché nes­su­no deve esse­re lascia­to solo. Sono una neo­lau­rea­ta di 26 anni e qua­si due anni fa mi sono tra­sfe­ri­ta a Mila­no in qua­li­tà di stu­den­tes­sa fuo­ri sede squat­tri­na­ta (con il solo aiu­to eco­no­mi­co dei miei geni­to­ri non riu­sci­vo a paga­re nem­me­no l’af­fit­to). Ini­zial­men­te con­di­vi­de­vo le spe­se con una ragaz­za, che a novem­bre ha lascia­to il mono­lo­ca­le in cui vivo; da quel momen­to in avan­ti, aven­do ini­zia­to a lavo­ra­re come sta­gi­sta retri­bui­ta alcu­ni mesi pri­ma e doven­do con­tem­po­ra­nea­men­te scri­ve­re la tesi e pre­pa­ra­re l’ul­ti­mo esa­me, ho deci­so di non impe­la­gar­mi nel­la ricer­ca di un’al­tra inqui­li­na e di resta­re da sola, dive­nen­do uni­ca inte­sta­ta­ria del con­trat­to. In qual­che modo, infat­ti, riu­sci­vo a far qua­dra­re i con­ti. Cer­to, dove­vo strin­ge­re la cin­ghia e sì, avrei potu­to lavo­ra­re in un nego­zio, in una gela­te­ria o in uno dei tan­ti loca­li che a Mila­no dava­no lavo­ro a tan­ti stu­den­ti e met­te­re in tasca qual­che sol­do in più, ma ho scel­to di “sfrut­ta­re” lo sta­ge per fare la dovu­ta gavet­ta e ini­zia­re a costruir­mi un cur­ri­cu­lum nel set­to­re in cui mi sto spe­cia­liz­zan­do. Tut­to anda­va bene: dopo nove mesi di tiro­ci­nio cur­ri­co­la­re, subi­to dopo la lau­rea, sarei pas­sa­ta… allo sta­ge extra-cur­ri­co­la­re!   Poi è arri­va­ta l’e­mer­gen­za Covid-19. Sono rima­sta a Mila­no, da sola, dove a fine mar­zo ho discus­so la mia tesi di lau­rea a distan­za, lau­rean­do­mi con il mas­si­mo dei voti e men­zio­ne spe­cia­le! Feli­ce? Mac­ché! Lo sta­ge su cui con­ta­vo non è sta­to riat­ti­va­to, per­ché non più soste­ni­bi­le per l’a­zien­da. Sono rima­sta a pie­di. For­tu­na­ta­men­te la pro­prie­ta­ria del mio appar­ta­men­to ha accet­ta­to di ridur­re tem­po­ra­nea­men­te il cano­ne di loca­zio­ne, ma pri­ma o poi dovrò ren­der­le la quo­ta man­can­te e se a fine giu­gno non doves­si esse­re in gra­do di paga­re, rischie­rei di non veder­mi rin­no­va­to il con­trat­to. Le bol­let­te però devo pagar­le inte­ra­men­te e ogni tan­to mi toc­ca anche man­gia­re. Per tira­re avan­ti sto usan­do i sol­di del­la bor­sa di stu­dio con cui a set­tem­bre dovrei pagar­mi l’i­scri­zio­ne a un cor­so di lau­rea magi­stra­le. Fino­ra, in quan­to sta­gi­sta, non ho avu­to dirit­to ad alcun ammor­tiz­za­to­re socia­le. Inol­tre, non aven­do un red­di­to suf­fi­cien­te per esse­re auto­no­ma, rien­tro anco­ra nel nucleo fami­lia­re di uno dei miei geni­to­ri e ho la resi­den­za pres­so la sua abi­ta­zio­ne, a Bre­scia. Ora sono sen­za red­di­to e con ISEE fami­lia­re sot­to i 13.000 euro, eppu­re sen­za la pos­si­bi­li­tà di acce­de­re agli aiu­ti (buo­ni spe­sa, con­tri­bu­ti affit­ti) del Comu­ne di Mila­no, dove abi­to da oltre un anno con rego­la­re con­trat­to d’af­fit­to. Per­ché? Per­ché non sono resi­den­te. La Tari, però, la paghe­rò qui. Mi dispia­ce con­trad­di­re i bei claim “nes­su­no sarà lascia­to da solo”, “lo Sta­to c’è” e via dicen­do, ma… ahi­mè, sono sta­ta lascia­ta sola. Agli occhi del­lo Sta­to sono invi­si­bi­le. Non sono più nien­te: né stu­den­tes­sa, né disoc­cu­pa­ta, né lavo­ra­tri­ce auto­no­ma… Nien­te. Dopo 9 mesi di sta­ge retri­bui­to, anni di col­la­bo­ra­zio­ni occa­sio­na­li, di stu­dio e di sacri­fi­ci, riman­go invi­si­bi­le. Cer­to, so che rispet­to a mol­te per­so­ne ho dei pri­vi­le­gi e che ci sono don­ne e uomi­ni, bam­bi­ni, inte­re fami­glie che si tro­va­no in con­di­zio­ni ben peg­gio­ri del­la mia. Per for­tu­na sul mio con­to cor­ren­te c’e­ra­no i sol­di del­la bor­sa di stu­dio. Spe­ro di riu­sci­re ad acce­de­re il pri­ma pos­si­bi­le alme­no al red­di­to d’e­mer­gen­za. Nel frat­tem­po tra­scor­ro le gior­na­te invian­do cen­ti­na­ia di can­di­da­tu­re spon­ta­nee per qual­sia­si tipo di lavo­ro e cer­can­do di non far­mi divo­ra­re dal­l’an­sia. Viva gli sta­gi­sti e i neo­lau­rea­ti brillanti.

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