Stare nel PD significa tutelare i più deboli e la dignità del lavoro

Quan­do Mat­teo Ren­zi dice che il lavo­ro è un’e­mer­gen­za dice quel­lo che dicia­mo tut­ti da mol­ti anni.

Ma per crea­re lavo­ro non lo si può distrug­ge­re, occor­re guar­da­re negli occhi le per­so­ne in car­ne e ossa che ogni gior­no var­ca­no le por­te di fab­bri­che, call cen­ter, cam­pi e uffi­ci o che vor­reb­be­ro dispe­ra­ta­men­te farlo.

Non si fa pari­tà equi­pa­ran­do i pri­mi ai secon­di ma i secon­di ai pri­mi. La dire­zio­ne del PD ha appro­va­to un ordi­ne del gior­no con­tro i con­trat­ti ati­pi­ci e per la rein­te­gra con­tro i licen­zia­men­ti ille­git­ti­mi in alcu­ni casi deter­mi­na­ti. Se quel­la dire­zio­ne ave­va un sen­so, si eli­mi­ni­no i con­trat­ti a pro­get­to, le fal­se par­ti­te Iva, si met­ta un sala­rio mini­mo per i con­trat­ti non disci­pli­na­ti e si esten­da­no gli ammor­tiz­za­to­ri socia­li. Sta­re nel Pd signi­fi­ca tute­la­re la par­te più debo­le e la digni­tà del lavoro.

lavoro-dignita

Il lavo­ro non è una mer­ce di scam­bio qual­sia­si, stia­mo par­lan­do di per­so­ne che han­no dispe­ra­ti biso­gni: soprat­tut­to quel­lo di poter­si costrui­re un futu­ro e di affran­car­si da paghe da fame.

Non ci si fac­cia con­di­zio­na­re dai destror­si che han­no fat­to la cri­si di que­sti anni, tra­mu­tan­do il fon­da­men­to del nostro pae­se dal lavo­ro alla pre­ca­rie­tà. Non si met­ta la fidu­cia su un dise­gno di leg­ge dele­ga trop­po generico.

Biso­gna com­bat­te­re i vin­co­li impo­sti dal­le con­sor­te­rie for­ti e non sman­tel­la­re le tute­le per i debo­li. Si abbia il corag­gio del­la real­tà, del­le sto­rie vere, degli occhi dei nostri gio­va­ni, di chi si sen­te sem­pre più fuo­ri e che vi è tenu­to da chi è sem­pre più dentro.

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