Stop Accordi con la Libia: la terribile testimonianza di Junior

L’Italia rinnova gli accordi con la Libia tra imbarazzi, tentativi di minimizzare, falsità, insabbiamenti, delegando così il controllo dei flussi a un Paese terzo, che però non è un Paese nella misura in cui non corrisponde a uno Stato di diritto, a un comune terreno di regole.

Junior è un ragaz­zo che potre­ste incon­tra­re in metro­po­li­ta­na, men­tre ascol­ta musi­ca con gli auri­co­la­ri, o all’università, o al bar men­tre fate cola­zio­ne, è un bel ragaz­zo, i suoi modi sono edu­ca­ti, i capel­li colo­ra­ti e insom­ma non è diver­so da tan­ti suoi coe­ta­nei, anche se non potreb­be esser­lo di più, ognu­no di noi potreb­be incro­ciar­lo o scam­bia­re con lui qual­che paro­la sen­za sape­re che inve­ce è pas­sa­to attra­ver­so l’inferno, come rac­con­ta nel video che vi proponiamo.  L’Italia rin­no­va gli accor­di con la Libia tra imba­raz­zi, ten­ta­ti­vi di mini­miz­za­re, fal­si­tà, insab­bia­men­ti, dele­gan­do così il con­trol­lo dei flus­si a un Pae­se ter­zo, che però non è un Pae­se nel­la misu­ra in cui non cor­ri­spon­de a uno Sta­to di dirit­to, a un comu­ne ter­re­no di rego­le. Ban­de arma­te gesti­sco­no un traf­fi­co di esse­ri uma­ni che par­te dal cuo­re dell’Africa e arri­va fino ai lager libi­ci, dove si con­su­ma­no tor­tu­re, ricat­ti, omi­ci­di, con la bene­di­zio­ne e i gene­ro­si fon­di del­lo Sta­to ita­lia­no. Junior spie­ga con ter­ri­bi­le sem­pli­ci­tà cosa acca­de, e come la sua mol­te altre sono le testi­mo­nian­ze che sono sta­te rac­col­te in que­sti anni, a vol­te accom­pa­gna­te da foto e video. Inso­ste­ni­bi­li, inguar­da­bi­li, ma che pro­prio per que­sto van­no visti. Gli occhi del­le isti­tu­zio­ni occi­den­ta­li e civi­liz­za­te sono cie­chi, ma quel­li del mon­do sono aper­ti e nes­su­no può dire di non sape­re e tut­to que­sto, peral­tro, non più men­tre al Gover­no sie­de il bie­co leghi­sta, ma anche quel­la che in teo­ria dovreb­be esse­re la sini­stra. Sal­vi­ni è già inda­ga­to per i bloc­chi nava­li che ordi­nò quan­do era mini­stro, ma ben altri pro­ces­si saran­no neces­sa­ri in futu­ro, quan­do i respon­sa­bi­li di que­ste poli­ti­che disu­ma­ne saran­no chia­ma­ti a rispon­de­re di ciò che han­no fat­to e per­mes­so. Un gior­no vedre­mo sfi­la­re le testi­mo­nian­ze di Junior e di tan­ti altri in una cor­te, maga­ri quel­la del Tri­bu­na­le dell’Aja, ed è per que­sto che è impor­tan­te rac­co­glier­le, par­lan­do con que­sti ragaz­zi nor­ma­li che una vita nor­ma­le non han­no avu­to, e che potrem­mo incon­tra­re in metro, all’università, al bar. Noi di Pos­si­bi­le fare­mo tut­to ciò che pos­sia­mo per­ché sia­no ascol­ta­te, e sia­mo a dispo­si­zio­ne di chiun­que voglia fare lo stesso.

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