Stop finning: salvare gli squali e salvare noi stessi

Se scompaiono gli squali, l’Oceano muore. Quello stesso Oceano che produce il 50% dell’ossigeno che respiriamo, e assorbe il 25% dell’anidride carbonica che emettiamo. Se muore l’Oceano, moriamo noi.  Non ci resta, dunque, che salvare gli squali. 

di Caro­la Farci

Cer­to sia­mo tut­ti d’accordo che la gran­de prio­ri­tà del­la nostra epo­ca è la lot­ta ai cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci. Qual­cu­no scri­ve­va che pre­oc­cu­par­si di qual­sia­si altra cosa, oggi, equi­va­le a esse­re in appren­sio­ne per la lava­tri­ce che si è rot­ta men­tre nel sof­fit­to c’è un’enorme cre­pa che sta per far crol­la­re la casa. 

L’aumento del­la tem­pe­ra­tu­ra di più di un gra­do cen­ti­gra­do – che si pre­ve­de con­ti­nua­re a sali­re sino a rag­giun­ge­re, nel giro di vent’anni, 1.5 gra­di – por­ta con sé innu­me­re­vo­li con­se­guen­ze: il livel­lo dei mari sale ad una velo­ci­tà ver­ti­gi­no­sa rispet­to allo scor­so seco­lo; i ghiac­ciai si sciol­go­no; la Cor­ren­te del Gol­fo rischia di raf­fred­dar­si, lascian­do nel gelo nume­ro­si Pae­si. D’altro can­to, la deser­ti­fi­ca­zio­ne è una real­tà, le migra­zio­ni cli­ma­ti­che sono desti­na­te ad aumen­ta­re in manie­ra irre­ver­si­bi­le, crean­do pro­ba­bil­men­te impor­tan­ti con­flit­ti per le risor­se nei decen­ni a venire. 

Tut­to que­sto è rever­si­bi­le? Gli scien­zia­ti non paio­no esse­re d’accordo in meri­to. Cer­ta­men­te ognu­no di noi deve fare la sua par­te, ma esi­ge­re poli­ti­che green è diven­ta­to estre­ma­men­te urgente. 

Per que­sto una del­le pri­mis­si­me cose che pos­sia­mo fare è esi­ge­re che l’UE dica ‘stop’ al finning.

Cos’è il fin­ning? È la pra­ti­ca bru­ta­le di taglia­re le pin­ne agli squa­li, spes­so ribut­tan­do­li poi in mare muti­la­ti e quin­di impos­si­bi­li­ta­ti a respi­ra­re, nuo­ta­re, sopravvivere. 

Le pin­ne di squa­lo sono infat­ti alla base di un piat­to pre­li­ba­to, par­ti­co­lar­men­te in voga nell’Asia sud-orien­ta­le: la zup­pa di pin­ne di squa­lo. Per ave­re un’idea, un piat­to di zup­pa di pin­ne di squa­lo arri­va a costa­re anche 100 euro. Non pro­pria­men­te pro­le­ta­rio, dun­que. Eppu­re, per coc­co­la­re i pala­ti dei raf­fi­na­ti signo­ri orien­ta­li, ven­go­no ucci­si, ogni anno, cir­ca 73 milio­ni di squali.

E, seb­be­ne da noi le pin­ne di squa­lo non abbia­no alcu­no smer­cio, l’UE è uno dei mag­gio­ri ven­di­to­ri: cir­ca 3.500 ton­nel­la­te di pin­ne ven­go­no pesca­te nei nostri mari e ven­du­te ogni anno all’Asia. 

Essen­do all’apice del­la cate­na ali­men­ta­re, gli squa­li garan­ti­sco­no l’equilibrio del­la vita mari­na, evi­tan­do la sovrap­po­po­la­zio­ne di pesci medi e le rela­ti­ve con­se­guen­ze. Eppu­re si cal­co­la che, di que­sto pas­so, tra die­ci anni gli squa­li potreb­be­ro esse­re scom­par­si completamente. 

Se scom­pa­io­no gli squa­li, l’Oceano muo­re. Quel­lo stes­so Ocea­no che pro­du­ce il 50% dell’ossigeno che respi­ria­mo, e assor­be il 25% dell’anidride car­bo­ni­ca che emet­tia­mo. Se muo­re l’Oceano, moria­mo noi. 

Non ci resta, dun­que, che sal­va­re gli squali. 

Per que­sto è neces­sa­rio vota­re la cam­pa­gna Stop Fin­ning — Stop the Tra­de (#Sto­p­Fin­nin­gEU) che, sfrut­tan­do lo stru­men­to uffi­cia­le UE del­l’i­ni­zia­ti­va dei cit­ta­di­ni euro­pei, per­met­te­rà di por­ta­re in discus­sio­ne in Com­mis­sio­ne Euro­pea la pro­po­sta di proi­bi­re il com­mer­cio di pin­ne di squa­lo in Euro­pa. Per­ché l’i­ni­zia­ti­va abbia suc­ces­so però è neces­sa­rio arri­va­re ad un milio­ne di voti entro gen­na­io 2022 e a 55.000 voti in Italia.

Pro­teg­ge­re gli squa­li non è solo una lot­ta eti­ca per evi­ta­re un mas­sa­cro ad un ani­ma­le in via d’estinzione. È anche una guer­ra per la soprav­vi­ven­za: la nostra.

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