Studia come i singoli possano contribuire al bene collettivo: Michela Cella

23-cartolina-civoti-cella-vertMiche­la è mila­ne­se da sem­pre, ma ha vis­su­to un anno in Arkan­sas (quan­do era gover­na­to­re Bill Clin­ton), uno in Bel­gio e otto anni a Lon­dra (quan­do era pri­mo mini­stro Tony Blair). È ricer­ca­to­re di Eco­no­mia Poli­ti­ca all’U­ni­ver­si­tà Mila­no Bicoc­ca e ha due figli di 6 e 8 anni.  L’u­ni­ca tes­se­ra oltre a quel­la del PD che ha mai avu­to è quel­la del­l’A­ge­sci e cer­ca anco­ra di vive­re secon­do uno degli inse­gna­men­ti di Baden Powell: “Cer­ca­te di lascia­re il mon­do un po’ miglio­re di come l’a­ve­te trovato”.

La pri­ma doman­da è d’ob­bli­go: cosa fa una microe­co­no­mi­sta? “La microe­co­no­mia è un ramo del­l’e­co­no­mia poli­ti­ca, come la macroe­co­no­mia ma mol­to meno cono­sciu­ta al gran­de pub­bli­co. È una disci­pli­na mol­to fles­si­bi­le che stu­dia il com­por­ta­men­to di sin­go­li agen­ti nei più sva­ria­ti con­te­sti: dal­le deci­sio­ni di spe­sa dei con­su­ma­to­ri, alle impre­se su un sin­go­lo mer­ca­to che inte­ra­gi­sco­no stra­te­gi­ca­men­te fino alla defi­ni­zio­ne del modo miglio­re per far lavo­ra­re le per­so­ne in un team o alle deci­sio­ni all’in­ter­no di una fami­glia sul­l’al­lo­ca­zio­ne del tem­po da dedi­ca­re i figli. C’è anche da dire che ormai la macroe­co­no­mia, che stu­dia i siste­mi eco­no­mi­ci e gli aggre­ga­ti, non può più fare a meno del­la microe­co­no­mia, dopo­tut­to i siste­mi eco­no­mi­ci sono fat­ti da tan­ti sin­go­li agen­ti e impre­se.”

Quan­do sei entra­ta in con­tat­to con Civa­ti e il suo pen­sie­ro? “Ho ini­zia­to a leg­ge­re il blog e a segui­re Civa­ti nel­la pri­ma­ve­ra del 2009 quan­do si par­la­va tan­to dei “Piom­bi­ni” il grup­po di gio­va­ni mili­tan­ti e sim­pa­tiz­zan­ti del PD che si era­no riu­ni­ti per discu­te­re del sen­tie­ro di rin­no­va­men­to che il par­ti­to avreb­be dovu­to per­cor­re­re. Spia­ce con­sta­ta­re che quel­le pro­po­ste sia­no quan­to mai attua­li, è cam­bia­to trop­po poco. Di Civa­ti mi pia­ce il meri­to e il meto­do, sono d’ac­cor­do con la mag­gior par­te di quel­lo che dice e mi pia­ce il modo in cui lo fa, lui trat­ta i suoi e‑lettori come per­so­ne adul­te e par­la alla loro testa e non alla pan­cia.” Con­ti­nua Miche­la:Andai all’AR­CI Bel­lez­za nel­la pri­ma­ve­ra del 2010 quan­do que­sta avven­tu­ra inco­min­ciò ma non sono mai sta­ta mol­to atti­va. Seb­be­ne io segua con mol­ta atten­zio­ne le vicen­de del PD e di Civa­ti non mi sono mai lascia­ta coin­vol­ge­re più di tan­to. For­se per­ché nel mio lavo­ro mi dedi­co alla teo­ria microe­co­no­mi­ca alla fine mi pia­ce occu­par­mi di cose pra­ti­che ed è tipi­ca­men­te con le cam­pa­gne elet­to­ra­li che que­sto può suc­ce­de­re. Que­sta è la pri­ma vol­ta che potrò vota­re effet­ti­va­men­te Civa­ti visto che non risie­do nel suo col­le­gio. In que­ste ulti­me set­ti­ma­ne ho fat­to di tut­to: rac­col­ta fir­me, ape­ri­ti­vo di auto­fi­nan­zia­men­to, ho con­vin­to ami­ci a pren­de­re la tes­se­ra del PD, fat­to rias­sun­ti e pre­sen­ta­zio­ni. Sono in un tur­bi­ne, ma sono con­ten­ta di poter aiu­ta­re, era­no anni che aspet­ta­vo que­sto momen­to.”

A que­sto pun­to inter­se­chia­mo le que­stio­ni: cosa c’è di microe­co­no­mi­ca­men­te signi­fi­ca­ti­vo nel­la mozio­ne Civa­ti? “A me sem­bra che per cer­ti ver­si la mozio­ne sia mol­to “micro”, ovun­que si par­la del ruo­lo dei sin­go­li come agen­ti del cam­bia­men­to e come por­ta­to­ri di idee, la fun­zio­ne del par­ti­to è quel­la di ascol­tar­li e faci­li­tar­ne la par­te­ci­pa­zio­ne.  Cer­te idee di fon­do ci sono ovvia­men­te anche nel­la par­te più pro­gram­ma­ti­ca, l’en­fa­si sul­la ridu­zio­ne del­le tas­se sul lavo­ro per­ché con­ven­ga offri­re e doman­da­re lavo­ro, l’i­dea che deb­ba­no esse­re eli­mi­na­te alcu­ne “bar­rie­re all’en­tra­ta” che tro­via­mo ovun­que nel nostro siste­ma eco­no­mi­co e per­si­no l’i­dea che i lavo­ra­to­ri del­la pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne deb­ba­no esse­re moti­va­ti con pre­mi e rico­no­sci­men­ti.”

Uno dei per­ni del­la mozio­ne è l’ar­ti­co­lo 3 del­la Costi­tu­zio­ne: quan­to è impor­tan­te? “L’ar­ti­co­lo 3 del­la costi­tu­zio­ne reci­ta: “È com­pi­to del­la Repub­bli­ca rimuo­ve­re gli osta­co­li di ordi­ne eco­no­mi­co e socia­le, che, limi­tan­do di fat­to la liber­tà e l’e­gua­glian­za dei cit­ta­di­ni, impe­di­sco­no il pie­no svi­lup­po del­la per­so­na uma­na e l’ef­fet­ti­va par­te­ci­pa­zio­ne di tut­ti i lavo­ra­to­ri all’or­ga­niz­za­zio­ne poli­ti­ca, eco­no­mi­ca e socia­le del Pae­se.” e imma­gi­no che sia uno dei prin­ci­pi ispi­ra­to­ri di tut­ta la mozio­ne. Sono mol­to orgo­glio­sa che Civa­ti abbia avu­to il corag­gio, che man­ca ad una par­te trop­po gros­sa del­la sini­stra moder­na, di met­te­re il tema del­l’u­gua­glian­za al cen­tro del­la mozio­ne. For­se chi vuo­le sem­bra­re nuo­vo e al pas­so con i tem­pi non ne par­la per inca­pa­ci­tà di decli­nar­la in chia­ve attua­le. È secon­do me evi­den­te che par­la­re di meri­to, di cui c’è un gran biso­gno nel pae­se, sen­za occu­par­si di’uguaglianza del­le oppor­tu­ni­tà è non voler dav­ve­ro risol­ve­re il pro­ble­ma. Le socie­tà più ugua­li sono anche le più feli­ci, quin­di è nel­l’in­te­res­se di tut­ti cer­ca­re di ridur­re le disu­gua­glian­ze dei risul­ta­ti agen­do sul­le disu­gua­glian­ze di par­ten­za.”

23-cartolina-civoti-cellaUn tema cri­ti­co è appun­to que­sto: come met­te­re in pra­ti­ca lo slo­gan “non c’è meri­to sen­za ugua­glian­za”? “Si ricom­pen­sa vera­men­te il meri­to (con cui inten­do sia impe­gno che capa­ci­tà) quan­do le con­di­zio­ni di par­ten­za sono meno dise­gua­li, è chia­ro a tut­ti l’e­sem­pio del­la gara dei 200m in cui qual­cu­no par­te 50m avan­ti agli altri. Chi arri­va pri­mo è dav­ve­ro il più bra­vo? Quin­di secon­do me (e secon­do eco­no­mi­sti mol­to più bra­vi di me) biso­gna inve­sti­re sul ridur­re le dispa­ri­tà nel­le con­di­zio­ni di par­ten­za per i ragaz­zi, e per que­sto biso­gna inter­ve­ni­re mol­to pre­sto, anche in età pre­sco­la­re. Biso­gna per­met­te­re a tut­ti di inve­sti­re su loro stes­si, per­ché poi pos­sa­no met­te­re dav­ve­ro a frut­to le loro capa­ci­tà. Nel­le con­di­zio­ni in cui sia­mo ades­so ho l’im­pres­sio­ne che stia­mo spre­can­do un sac­co di talen­ti.”

Facen­do una sin­te­si, pen­si che il futu­ro sia a sini­stra, al cen­tro o nel cen­tro­si­ni­stra sen­za trat­ti­no (che ci pia­ce chia­ma­re Uli­vo)? “Rispo­sta scon­ta­ta, il futu­ro è nel cen­tro­si­ni­stra (ovve­ro al cen­tro del­la sini­stra) per una solu­zio­ne che “con­tem­pli mos­se egua­li­ta­rie e solu­zio­ni libe­ra­li”. Ogni vol­ta che rileg­go la mozio­ne mi con­vin­co sem­pre più che noi pro­po­nia­mo la “ter­za via” del­la sini­stra ita­lia­na, pec­ca­to che que­sta espres­sio­ne l’ab­bia conia­ta Gid­dens per Tony Blair e non la si pos­sa più usa­re.”

#Civo­ti 23: Miche­la Cella

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