Svolta Green o moda del momento?

Alcu­ni gior­ni fa il Gover­na­to­re del­la Regio­ne Lazio e Segre­ta­rio del PD, Nico­la Zin­ga­ret­ti, ha lan­cia­to sei gran­di azio­ni per la svol­ta ver­de. Azio­ni cer­ta­men­te inte­res­san­ti, uti­li ed impor­tan­ti ma la real­tà come al soli­to stri­de agli occhi.

Chi scri­ve vive nel Lazio ed abi­ta in un pic­co­lo pae­si­no in pro­vin­cia di Fro­si­no­ne, San Gio­van­ni Inca­ri­co, nel qua­le svol­ge il ruo­lo di Con­si­glie­re Comu­na­le. Vor­rei ricor­da­re al Pre­si­den­te del­la Regio­ne Lazio che dal­le nostre par­ti stan­no emer­gen­do ogni gior­no gra­vis­si­mi pro­ble­mi ambien­ta­li e le isti­tu­zio­ni bal­bet­ta­no, lati­ta­no e — in alcu­ni casi — sono corresponsabili.

Nell’ottica di una svol­ta green non sem­bra soste­ni­bi­le aver con­ces­so, pochi mesi fa e per l’ennesima vol­ta un ulte­rio­re amplia­men­to del­la Disca­ri­ca di Roc­ca­sec­ca. Una disca­ri­ca nata prov­vi­so­ria all’inizio del mil­len­nio e che ora si sta svi­lup­pan­do addi­rit­tu­ra in ver­ti­ca­le, nono­stan­te il pare­re con­tra­rio del Mibact, oltre alla fer­ma oppo­si­zio­ne dei Comu­ni e dei comi­ta­ti ambien­ta­li­sti. Le diret­ti­ve euro­pee e la svol­ta impres­sa con l’approvazione del­la stra­te­gia dell’Economia Cir­co­la­re da par­te del­le Com­mis­sio­ne euro­pea nel 2015, impon­go­no di por­ta­re meno quan­ti­tà pos­si­bi­le di rifiu­ti in disca­ri­ca ma in que­sto caso la rispo­sta è sem­pre sta­ta che non ci sono alter­na­ti­ve. Un nuo­vo pia­no regio­na­le dei rifiu­ti sareb­be neces­sa­rio e dove­ro­so. Fino a quan­do que­sti prov­ve­di­men­ti essen­zia­li non ver­ran­no pre­si, noi, gli abi­tan­ti del­la vol­ga­re Pro­vin­cia, sare­mo desti­na­ti a sop­pe­ri­re alle man­can­ze altrui. Non è evi­den­te­men­te green, oltre che esse­re poli­ti­ca­men­te negli­gen­te, il man­ca­to avvio di un siste­ma di rac­col­ta dif­fe­ren­zia­ta, di cui la Capi­ta­le avreb­be biso­gno men­tre inve­ce con­ti­nua a soste­ne­re un ciclo dei rifiu­ti nove­cen­te­sco ed inquinante.

Tor­nan­do alla vicen­da del­la Disca­ri­ca, in segui­to, tro­va­re pote­te tro­va­re il testo dell’inter­ro­ga­zio­ne par­la­men­ta­re pre­sen­ta­ta dal nostro grup­po nel­la pas­sa­ta legi­sla­tu­ra: http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/11328&ramo=CAMERA&leg=17.

Che dire del­la sor­te del Fiu­me Mel­fa? È sta­to let­te­ral­men­te spo­sta­to dal­la sua sede natu­ra­le, sen­za gene­ra­re rea­zio­ni da par­te dall’Ente Regio­na­le pre­po­sto. Spo­sta­to un Fiu­me. Al momen­to, che io sap­pia, non ci sono sta­te rea­zio­ni da par­te dall’Ente Regio­na­le a tal pro­po­si­to. Ad un cen­ti­na­io di metri di distan­za, ricor­do, c’è anche un impian­to di TMB che anno dopo anno acco­glie sem­pre più rifiu­ti del­la Capitale.

La situa­zio­ne non è miglio­re nel­la zona nord. La Regio­ne Lazio ha con­ces­so alla Maran­go­ni Spa l’autorizzazione alla rimes­sa in eser­ci­zio dell’inceneritore, ad Ana­gni. La Regio­ne Lazio — dichia­ra Legam­bien­te — ha fat­to rife­ri­men­to ad una valu­ta­zio­ne d’impatto ambien­ta­le del 2000, non tenen­do con­to degli even­ti che si sono suc­ce­du­ti negli anni e che han­no pesan­te­men­te aggra­va­to le cri­ti­ci­tà ambientali.

Pur­trop­po nean­che il sud di que­sta pro­vin­cia è esen­te da seri pro­ble­mi e pur­trop­po le isti­tu­zio­ni sono assen­ti. In una zona tra Cas­si­no e Sant’Elia Fiu­me Rapi­do, Nocio­ne, dopo anni ed anni di denun­ce da par­te degli ambien­ta­li­sti loca­li, sono sta­ti rin­ve­nu­ti rifiu­ti inter­ra­ti che qual­cu­no – giu­sto ieri — ha pro­va­to ad incen­dia­re. Ma non è fini­ta qui, per­ché nel­la mede­si­ma zona è pre­sen­te un ingen­te quan­ti­ta­ti­vo di rifiu­ti abban­do­na­ti, in un’area già sot­to­po­sta a seque­stro, un capan­no­ne con la coper­tu­ra in Eter­nit. Una rela­zio­ne dei Vigi­li del Fuo­co sostie­ne che in caso di incen­dio si pos­sa crea­re un’emergenza sani­ta­ria ed ambien­ta­le che dure­rà per anni ed anni. Una vera bom­ba ecologica.

Nel­la mas­si­ma sin­ce­ri­tà sarei con­ten­to e feli­ce se ci fos­se una vera, con­cre­ta, sin­ce­ra svol­ta green su que­sti temi. La sal­va­guar­dia ambien­ta­le deve esse­re l’obiettivo di tut­ta la comu­ni­tà. Però se si vuol costrui­re un approc­cio poli­ti­co o una cul­tu­ra ambien­ta­li­sta, se si vuo­le dimo­stra­re dav­ve­ro un cam­bia­men­to, non pos­sia­mo che par­ti­re dal­le scel­te sui ter­ri­to­ri. È così che si misu­ra il rea­le cam­bia­men­to poli­ti­co. Altri­men­ti il ver­de diven­ta solo un toc­co di colo­re get­ta­to a caso in qua­dro a tin­te fosche, un mero acces­so­rio argo­men­ta­ti­vo e null’altro. Una moda del momen­to e non un inve­sti­men­to per il futuro.

 

Umber­to Zimarri

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