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Civati: «Con l’air gun enormi rischi ambientali: il ministro dell’Ambiente risponda»

Mol­te asso­cia­zio­ni tra cui Gree­nI­ta­lia e Legam­bien­te con­te­sta­no l’uso del­la tec­ni­ca air­gun per­ché “il for­tis­si­mo rumo­re può pro­vo­ca­re dan­ni ed alte­ra­zio­ni com­por­ta­men­ta­li, tal­vol­ta leta­li, in spe­cie mari­ne assai diver­se, in par­ti­co­la­re per i ceta­cei, fino a chi­lo­me­tri di distanza”.

Airgun nei nostri mari: la mobilitazione di Possibile parte dalla Calabria

E’ di pochi gior­ni fa la noti­zia che in mol­ti teme­va­mo: il Mini­ste­ro dell’Ambiente ha auto­riz­za­to due com­pa­gnie petro­li­fe­re, gli austra­lia­ni del­la Glo­bal Petro­leum Limi­ted nell’Adriatico e gli ita­lia­ni del­la Schlum­ber­ger di Par­ma nel­lo Ionio, a effet­tua­re pro­spe­zio­ni su una vasta area mari­na tra Puglia, Basi­li­ca­ta e Cala­bria con la tec­ni­ca dell’airgun.