coronavirus

Bolsonaro ha perso la testa, e l’appoggio del popolo brasiliano

Sono 12.056 i casi con­fer­ma­ti e 553 le mor­ti regi­stra­te in Bra­si­le, al 6 apri­le. Nume­ri che pro­ba­bil­men­te sono mol­to più bas­si di quel­li rea­li, in un pae­se di dimen­sio­ni con­ti­nen­ta­li, con fave­las enor­me­men­te popo­la­te e dove tan­tis­si­me per­so­ne non han­no acces­so nem­me­no al siste­ma igie­ni­co sani­ta­rio o alla salu­te pub­bli­ca. Come se non bastassero …

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Siamo sicuri che sia uno “scudo” per i medici?

Gli orga­ni di infor­ma­zio­ne han­no dato noti­zia del­la immi­nen­te discus­sio­ne in com­mis­sio­ne Bilan­cio di un emen­da­men­to al decre­to Cura Ita­lia, che ha già rice­vu­to l’approvazione del Gover­no, defi­ni­to impro­pria­men­te “scu­do pena­le per i medi­ci” con rife­ri­men­to all’attuale emer­gen­za sani­ta­ria per Covid-19 in cor­so. Una pri­ma, som­ma­ria, let­tu­ra dell’emendamento in que­stio­ne, fer­mo un prin­ci­pio di fon­do asso­lu­ta­men­te con­di­vi­si­bi­le, cioè tutelare …

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Il diritto di dirsi addio: chi è in isolamento non deve rimanere da solo

Una del­le cose che col­pi­sce di più, in que­sti gior­ni stra­ni, in cui il tem­po sem­bra esse­re fer­mo come se anche lui aspet­tas­se per scor­re­re, è il dolo­re di chi entra da solo in ospe­da­le e se ne va in tota­le soli­tu­di­ne. Men­tre le strut­tu­re sani­ta­rie, in pro­fon­da emer­gen­za, non rie­sce a sop­pe­ri­re con ade­gua­ti sup­por­ti tec­no­lo­gi­ci. Alcu­ni stan­no moren­do e pur­trop­po lo stan­no facen­do da soli, sen­za poter salu­ta­re i pro­pri cari se non attra­ver­so il pic­co­lo display del­lo smart­pho­ne. Quan­do c’è. 

La sicurezza dei lavoratori non può essere lasciate alle autocertificazioni

Il Decre­to del Pre­si­den­te del Con­si­glio del 22 mar­zo scor­so ha pre­vi­sto la sospen­sio­ne del­le atti­vi­tà eco­no­mi­che non essen­zia­li, a decor­re­re da lune­dì 23 mar­zo fino al 3 apri­le. A tale decre­to si è arri­va­ti dopo diver­si gior­ni (set­ti­ma­ne?) di discus­sio­ne, con le due prin­ci­pa­li par­ti in cau­sa, Con­fin­du­stria, da un lato, sin­da­ca­ti, dal­l’al­tro, che …

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Pensare al dopo: un grande piano di respiro europeo

Ne sareb­be feli­ce Key­nes, di que­sta pos­si­bi­li­tà irri­pe­ti­bi­le di aumen­ta­re la spe­sa pub­bli­ca e inve­sti­re in alcu­ni set­to­ri stra­te­gi­ci dell’economia che garan­ti­sca­no un effet­to leva del PIL, che altro non è che un ele­va­to ritor­no degli inve­sti­men­ti pub­bli­ci sul valo­re tota­le del­la pro­du­zio­ne. E sen­za aumen­ta­re il defi­cit, quan­do ci ricapita?

La lezione del coronavirus: il personale sanitario va protetto

Il 38enne di Codo­gno, il cosid­det­to pazien­te 1, è risul­ta­to posi­ti­vo ai test il 18 feb­bra­io e da quel­la data il nume­ro dei con­ta­gia­ti e dei deces­si non ha fat­to altro che aumen­ta­re: oggi 26 mar­zo in Ita­lia ci sono 80.539 casi con­fer­ma­ti con 8.165 pazien­ti dece­du­ti tra cui si con­ta anche per­so­na­le sani­ta­rio. Mor­ti sul lavo­ro, dunque.

La pandemia non è uguale per tutte

Sia­mo, non tut­ti, ma mol­ti, con­fi­na­ti in casa (per chi ce l’ha) die­tro por­te chiu­se. Ma non lascia­mo­ci ten­ta­re dal pen­sie­ro che chiu­de­re una por­ta basti a chi è den­tro per sen­tir­si al sicu­ro, o basti agli altri per non vede­re, non sapere. 

#Covid_19 — Sei sicuro/a sul tuo posto di lavoro?

Abbia­mo deci­so di apri­re una linea diret­ta, rac­co­glien­do testi­mo­nian­ze e segna­la­zio­ni, da pub­bli­ca­re in for­ma ano­ni­ma per fare luce sul­la man­can­za di respon­sa­bi­li­tà di alcu­ni e sui rischi che tan­ti, trop­pi, sono costret­ti anco­ra a cor­re­re, sot­to ricat­to o minaccia.

La parola d’ordine è sempre la stessa: chiudere ciò che non è essenziale

È com­pren­si­bi­le che in un momen­to di for­tis­si­ma cri­si, come quel­lo che stia­mo viven­do, si sen­ta istin­ti­va­men­te il biso­gno di sta­re dal­la par­te del Gover­no. Per sen­tir­si par­te del­la solu­zio­ne e non del pro­ble­ma, o anche solo per­ché si pre­fe­ri­sce pen­sa­re che la nostra salu­te, la nostra sicu­rez­za e il nostro benes­se­re sono in mano …

La paro­la d’ordine è sem­pre la stes­sa: chiu­de­re ciò che non è essen­zia­le Leg­gi altro »