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Essere di seconda generazione

Esse­re di secon­da gene­ra­zio­ne, non smet­te­rò mai di dir­lo, per me è come un dono: rie­sco ad immer­ger­mi in due socie­tà mol­to simi­li ma com­ple­ta­men­te oppo­ste. Sono tuni­si­na e quin­di sono for­te­men­te lega­ta alle mie ori­gi­ni, alle mie tra­di­zio­ni e anche all’attualità del mio pae­se; d’altro can­to vivo in Ita­lia da dician­no­ve anni e nove mesi. Non mi sono mai spo­sta­ta, non ho mai vis­su­to più di un mese all’anno in un altro pae­se. Ogni mese, di ogni anno, mi tro­va­te sem­pre a Bar­let­ta: a casa, a scuo­la, in biblio­te­ca, al cir­co­lo Arci, a fare volon­ta­ria­to da qual­che par­te o assi­ste­re a qual­che even­to che stuz­zi­ca il mio interesse.

Si muore di freddo: quando la realtà ci presenta il conto

Il fred­do mie­te le sue vit­ti­me? No, la pover­tà. La pover­tà di dirit­ti, di case, di lavo­ro, di calo­re uma­no e isti­tu­zio­na­le. Vivia­mo in un Pae­se che con­cen­tra la ric­chez­za nel­le mani di pochis­si­mi stra­ti paras­si­ta­ri del­la popo­la­zio­ne, che non agi­sce effi­ca­ce­men­te nel con­tra­sto all’evasione fisca­le, che non tas­sa i gran­di patri­mo­ni e che, soprat­tut­to, non pro­ce­de a rin­no­va­re ed aumen­ta­re le risor­se per l’occupazione e le poli­ti­che sociali.

Lucio Berté: oltre venti giorni di sciopero della fame per il diritto alla salute dei detenuti

Chie­de sem­pli­ce­men­te all’As­ses­so­re lom­bar­do al Wel­fa­re Giu­lio Gal­le­ra che ven­ga attua­ta una mozio­ne appro­va­ta all’u­na­ni­mi­tà, nel 2011 al Comu­ne di Mila­no e nel 2013 in Regio­ne Lom­bar­dia, per met­te­re la per­so­na del dete­nu­to, la sua salu­te e la salu­bri­tà degli ambien­ti in cui vive, al cen­tro del­le ispe­zio­ni seme­stra­li da par­te del­le ASL nel­le car­ce­ri lom­bar­de, pre­vi­ste dal­la Leg­ge 354/75.

A Catania non bastano gli ispettori: si intervenga per la piena applicazione della 194

Nel 2016 in Ita­lia ci sono anco­ra don­ne che muo­io­no per­ché negli ospe­da­li si tro­va­no a non esse­re assi­sti­te ade­gua­ta­men­te a cau­sa dei medi­ci obiet­to­ri. Per­ché que­sto è il sen­so, se dob­bia­mo tro­var­ne uno, del­la ter­ri­bi­le sto­ria del­la don­na di 32 anni mor­ta a Cata­nia lo scor­so 16 ottobre.

Caporalato: votiamo a favore, ma si poteva fare di più e meglio

Con i nostri emen­da­men­ti abbia­mo cer­ca­to di chiu­de­re una fal­la visto­sis­si­ma del nuo­vo impian­to nor­ma­ti­vo. Tut­ti sap­pia­mo che, con par­ti­co­la­re rife­ri­men­to al set­to­re agri­co­lo, la mag­gior par­te dei labo­ra­to­ri vit­ti­me dei capo­ra­li e degli uti­liz­za­to­ri fina­li sono stra­nie­ri irre­go­lar­men­te sog­gior­nan­ti. Si trat­ta di sog­get­ti facil­men­te ricat­ta­bi­li e pecu­liar­men­te vulnerabili.

Frosinone: un salotto culturale per bambini che possa parlare a tutta la città

Voglia­mo pro­va­re a ribal­ta­re gli sche­mi di una cit­tà che per trop­po tem­po è sta­ta come una bar­ca che inve­ce di navi­ga­re è rima­sta in balia del­le onde. Il pro­get­to per le pros­si­me ammi­ni­stra­ti­ve nasce pro­prio con que­sto sco­po: far vede­re che c’è un modo diver­so di ammi­ni­stra­re ma soprat­tut­to di inten­de­re la politica.