Possibile

«Un nuovo asse autoritario richiede un fronte progressista internazionale»

Quan­do fon­dam­mo Pos­si­bi­le, dis­si che anda­va imme­dia­ta­men­te con­ce­pi­to come «Pos­si­ble», già in tra­du­zio­ne, come ‘sezio­ne’ di una neces­sa­ria inter­na­zio­na­le pro­gres­si­sta. Con­tro le disu­gua­glian­ze, per affron­ta­re la gran­de tran­si­zio­ne matrio­ska nel­la qua­le le que­stio­ni glo­ba­li sono una den­tro l’al­tra — i cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci, le migra­zio­ni, le con­cen­tra­zio­ni eco­no­mi­che e le disu­gua­glian­ze, appun­to, che ne con­se­guo­no. Non …

«Un nuo­vo asse auto­ri­ta­rio richie­de un fron­te pro­gres­si­sta inter­na­zio­na­le» Leg­gi altro »

Uniti sì, ma non servi

Non ci vuo­le un indo­vi­no per pre­ve­de­re che se il par­ti­to nasce­rà velo­ce­men­te, come auspi­ca­no alcu­ni illu­stri espo­nen­ti, e quin­di con la stes­sa fret­ta con cui è nata la lista, andre­mo a sbat­te­re pro­ba­bil­men­te anco­ra più forte.

Da adesso in poi

Si può esse­re cri­ti­ci – ed è un pun­to di par­ten­za il fat­to che sia­mo gli uni­ci a esser­lo, mal­gra­do abbia­mo meno respon­sa­bi­li­tà di altri – e però si può tor­na­re al lavo­ro. Tutti