Ulivo

Non è con le solite vecchie cose che si fanno cose nuove

Esul­ta­no per il loro fal­li­men­to. Dav­ve­ro. La leg­ge elet­to­ra­le costa­ta al PD le dimis­sio­ni di un capo­grup­po (Spe­ran­za), la “rimo­zio­ne” di alcu­ni suoi depu­ta­ti in Com­mis­sio­ne, i voti di fidu­cia e il pate­ti­co orgo­glio ulu­lan­te di tut­ti i ren­zia­ni è sta­ta boc­cia­ta ma loro sono feli­ci lo stes­so: “man­te­nu­to il nostro impian­to”, scri­ve­va ieri Debo­ra Ser­rac­chia­ni, in evi­den­te fase di scol­le­ga­men­to dal­la real­tà. E ora riven­do­no le mace­rie come tro­fei e si pre­pa­ra­no alla litur­gia del voto.

L’Ulivo e il Salice Piangente

Nei momen­ti di sta­gna­zio­ne poli­ti­ca ritor­na sem­pre di moda gio­ca­re all’Uli­vo che fu. Un pas­sa­tem­po tra­di­zio­na­le che sem­bra ingo­lo­si­re non poco i quo­ti­dia­ni scar­ni che, in que­sti tem­po Gen­ti­lo­ni, devo­no accon­ten­tar­si dei dopo­scì di Sal­vi­ni o dei gril­li­ni da Davos per riem­pi­re gli spa­zi. E così basta che Pro­di ci dica che “l’e­spe­rien­za del­l’U­li­vo non …

L’Ulivo e il Sali­ce Pian­gen­te Leg­gi altro »