Duran­te la pan­de­mia, men­tre 7,6 milio­ni di per­so­ne in Ita­lia han­no visto peg­gio­ra­re il pro­prio teno­re di vita, il patri­mo­nio del­le 40 per­so­ne più ric­che è pas­sa­to da 121 a 16 5 miliardi.

 

Il pre­lie­vo fisca­le è sem­pre trop­po sbi­lan­cia­to sul red­di­to da lavo­ro e tra­scu­ra del tut­to il patri­mo­nio. Sia­mo di fron­te a una cri­si enor­me, impre­vi­sta: la tas­sa­zio­ne sul patri­mo­nio non può più esse­re evi­ta­ta. Occor­re pre­pa­rar­si per tempo.

 

Un siste­ma che con­cen­tra nel­le mani di pochi, pochis­si­mi, una ric­chez­za cospi­cua e che annual­men­te ne incre­men­ta l’ammontare, rap­pre­sen­ta una gra­ve deviazione.

 

Eppu­re il cre­scen­te gap tra le retri­bu­zio­ni del top 10 e quel­le del resto di lavo­ra­tri­ci e lavo­ra­to­ri non vie­ne per­ce­pi­to con sen­ti­men­ti di ingiu­sti­zia: l’intendimento gene­ra­le è che non vi è nul­la di sba­glia­to se è il mer­ca­to a pre­mia­re, men­tre l’intervento del­lo Sta­to vie­ne visto come una pri­va­zio­ne, una muti­la­zio­ne ingiu­sta al pre­mio del vincitore. 

 

Dia­mo pie­na attua­zio­ne all’articolo 53 del­la nostra Costi­tu­zio­ne: “Tut­ti sono tenu­ti a con­cor­re­re alle spe­se pub­bli­che in ragio­ne del­la loro capa­ci­tà con­tri­bu­ti­va. Il siste­ma tri­bu­ta­rio è infor­ma­to a cri­te­ri di pro­gres­si­vi­tà”. Se con­ti­nue­re­mo a fare come abbia­mo sem­pre fat­to, a pro­teg­ge­re le posi­zio­ni domi­nan­ti, ad avvan­tag­gia­re chi è già in van­tag­gio e a non ridi­stri­bui­re le respon­sa­bi­li­tà, per­de­re­mo tutti.

 

Bene che i miliar­da­ri dia­no il loro con­tri­bu­to in un momen­to di cri­si. Per­ché non ren­der­lo un appun­ta­men­to fis­so? Maga­ri annua­le? Le loro “dona­zio­ni” potreb­be­ro per­si­no esse­re basa­te su una per­cen­tua­le del loro red­di­to. Potreb­be­ro per­si­no esse­re chia­ma­te “tas­se”.

 

Leg­gi la nostra pro­po­sta sul fisco

Stan­do all’aggiornamento pub­bli­ca­to lo scor­so 2 gen­na­io, nel com­ples­so l’evasione fisca­le e con­tri­bu­ti­va nel 2021 risul­ta pari a 83,6 miliar­di di euro, di cui cir­ca 73,2 miliar­di di man­ca­te entra­te tri­bu­ta­rie e 10,4 miliar­di di man­ca­te entra­te con­tri­bu­ti­ve. Per dare una misu­ra dell’entità di tali cifre, la mano­vra finan­zia­ria 2024 vale cir­ca 24 miliar­di, finan­zia­ta con un extra defi­cit di 15,7 miliar­di. L’evasione è pari a 3,5 vol­te la manovra. 
L’accordo di mag­gio­ran­za sul­la pro­po­sta di rifor­ma Irpef è noto solo a metà. È sta­to divul­ga­to lo sche­ma del­le ali­quo­te nomi­na­li ma per ora nul­la è dato a sape­re del­le detra­zio­ni, sal­vo che ver­ran­no rimo­du­la­te anche per assor­bi­re il bonus Ren­zi-Gual­tie­ri all’interno del­la strut­tu­ra dell’imposta. Trop­po poco anche solo per ten­ta­re di pro­fi­la­re le ten­den­ze. Eppu­re ogni gior­na­le è pie­no zep­po di simu­la­zio­ni e cal­co­li: vada bene per l’oggi, doma­ni tut­to ciò potreb­be esse­re avul­so dal­la real­tà. Abbia­mo però una cer­tez­za: non ci sarà mag­gio­re pro­gres­si­vi­tà fiscale. 
Chi aspet­ta­va solu­zio­ni inno­va­ti­ve e riso­lu­ti­ve di quel mec­ca­ni­smo ves­sa­to­rio che tan­to spes­so anni­chi­li­sce con­tri­buen­ti in dif­fi­col­tà, non può che pren­de­re atto del­l’en­ne­si­ma delusione. 
Leg­go sta­ma­ne Dario Ste­va­na­to sul suo blog e mi accor­go che for­se ave­vo liqui­da­to trop­po velo­ce­men­te una que­stio­ne rile­van­te e però pas­sa­ta inos­ser­va­ta del­la pro­po­sta del segre­ta­rio del PD Enri­co Let­ta sull’imposta di successione. 
Anco­ra oggi, il solo accen­na­re la neces­si­tà di rein­tro­dur­re una mode­sta tas­sa­zio­ne sui pas­sag­gi ere­di­ta­ri del­la ric­chez­za sca­te­na rea­zio­ni viscerali.