#TDOR. Fermiamo la transfobia

Da sempre abbiamo deciso che il nostro partito dovesse battersi al fianco delle persone trans* in quella che è una sfida di civiltà: il riconoscimento di tutti i corpi, le identità, i generi per la piena autodeterminazione di tutte, tutti, tutt*.

La Trans Awar­ness Week è la set­ti­ma­na che pre­ce­de il TDOR, il Tran­sgen­der Day of Remem­bran­ce, la gior­na­ta mon­dia­le di com­me­mo­ra­zio­ne del­le per­so­ne trans* vit­ti­me di odio tran­sfo­bi­co che si cele­bra oggi, 20 novembre.

Nell’ultimo anno abbia­mo regi­stra­to un aumen­to del 6% rispet­to al 2019 di per­so­ne trans* che han­no per­so la vita a cau­sa dell’odio tran­sfo­bi­co. L’e­tà media del­le vit­ti­me è 31 anni, con il pic­co più bas­so a 15 anni. Il 62% di que­ste mor­ti riguar­da la cate­go­ria del­le sex wor­ker, le più vul­ne­ra­bi­li e mar­gi­na­liz­za­te poi­ché più invi­si­bi­li, spin­te in uno spa­zio di lavo­ro non rico­no­sciu­to sen­za alcu­na tutela.

Spes­so que­ste mor­ti resta­no sen­za un nome, tan­to sono invi­si­bi­li. Una invi­si­bi­li­tà che le ren­de vit­ti­me più vol­te: per­ché non accet­ta­te nel­la pro­pria iden­ti­tà, per­ché impos­si­bi­li­ta­te a imma­gi­na­re e costrui­re un futu­ro secon­do i pro­pri sogni e ambi­zio­ni, per­ché mai rico­no­sciu­te, nem­me­no nel­la mor­te, come per­so­ne meri­te­vo­li di rispet­to e dignità.

La vio­len­za e l’odio con­tro le per­so­ne trans* in Ita­lia sono un vero e pro­prio atto siste­mi­co, non più solo una emer­gen­za. L’Italia è ormai da diver­si anni al pri­mo posto in Euro­pa per cri­mi­ni d’odio ver­so le per­so­ne trans*, poco al di sot­to del­la Tur­chia, e secon­do i son­dag­gi più recen­ti solo il 7% del­le per­so­ne che ha subi­to epi­so­di di vio­len­za li denun­cia alle for­ze dell’ordine. Una per­cen­tua­le bas­sis­si­ma, che deno­ta quan­ta dif­fi­den­za ci sia da par­te del­le per­so­ne trans* ver­so la giu­sti­zia e le istituzioni.

Il qua­dro che anche que­sto 20 novem­bre ci tro­via­mo di fron­te testi­mo­nia quan­to urgen­te sia l’approvazione di una leg­ge che met­ta le per­so­ne nel­la con­di­zio­ne di denun­cia­re e le fac­cia sen­ti­re pro­tet­te. Più del 90% dei casi di vio­len­za e odio ven­go­no inter­cet­ta­ti solo dal­le asso­cia­zio­ni LGBTQI+: per que­sto ser­ve rico­no­sce­re l’importante lavo­ro svol­to quo­ti­dia­na­men­te sui ter­ri­to­ri, non solo a paro­le, ma anche con l’implementazione degli stru­men­ti a dispo­si­zio­ne di que­ste real­tà per pro­muo­ve­re il cam­bia­men­to cul­tu­ra­le capa­ce di abbat­te­re stig­ma, pre­giu­di­zio e discriminazione.

Da sem­pre abbia­mo deci­so che il nostro par­ti­to doves­se bat­ter­si al fian­co del­le per­so­ne trans* in quel­la che è una sfi­da di civil­tà: il rico­no­sci­men­to di tut­ti i cor­pi, le iden­ti­tà, i gene­ri per la pie­na auto­de­ter­mi­na­zio­ne di tut­te, tut­ti, tutt*. Lo fac­cia­mo orgo­glio­sa­men­te e con la pie­na con­sa­pe­vo­lez­za che la libe­ra­zio­ne del­le per­so­ne trans* dal­le cate­ne dell’odio, del pre­giu­di­zio e del­lo stig­ma pas­si dall’impegno di tutt* e in par­ti­co­la­re dal­la poli­ti­ca, che per trop­po tem­po ha fat­to fin­ta che que­ste iden­ti­tà non esi­stes­se­ro. Un impe­gno che deve tra­dur­si anche nel­la costru­zio­ne con­di­vi­sa e par­te­ci­pa­ta con le per­so­ne e il movi­men­to trans* di una nuo­va leg­ge per l’autodeterminazione capa­ce di rico­no­sce­re e valo­riz­za­re tut­ti i per­cor­si di transizione.

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