Ieri siamo tornati nei comuni marchigiani all’interno del cratere sismico.
Ci torniamo almeno una volta al mese, regolarmente da due anni e da due anni ritroviamo sempre più o meno le stesse pietre negli stessi posti, gli stessi edifici feriti, solo alcuni messi in sicurezza, gli stessi container che ospitano uffici pubblici e sportelli bancari, lo stesso senso di immobilismo e abbandono. Negli ultimi mesi sono sorti piccoli villaggi di case prefabbricate, le cosiddette SAE, le Soluzioni Abitative di Emergenza. Come ricorda Repubblica, ad oggi ancora ne mancano all’appello un centinaio. Come dice il nome stesso, dovrebbero essere “soluzioni d’emergenza”, eppure ancora molte famiglie sono in attesa di vederle in costruzione.
Ma non va meglio a chi nelle SAE si è già trasferito. Molti infatti sono state già costrette ad abbandonarle perché in pochi mesi hanno già cominciato a perdere pezzi e a riempirsi di muffe. Ieri abbiamo parlato con una signora che ormai rassegnata ci raccontava che da qualche giorno sono riusciti ad entrare (di nuovo), dopo che la muffa aveva invaso tutti i muri e il cartongesso era marcito, ma secondo lei hanno impiegato troppo poco tempo per sistemare ed è certa che un lavoro così frettoloso in primavera farà emergere altri problemi. “Ma — aggiunge — che ci volete fare. Ormai campiamo giorno per giorno”. Senza troppe aspettative.
Una rassegnazione cupa e dolorosa, che si accompagna al picco di vendite di psicofarmaci e al tasso di mortalità fortemente incrementato in questi due anni.
Possibile continua a stare vicino a queste persone con il Progetto #TerResistenti, all’interno del quale si racchiudono le iniziative politiche e solidali che portiamo avanti nelle zone del sisma.
A inizio anno verrà avviato il progetto di valorizzazione della Riserva Naturale di Torricchio che vede la collaborazione tra aziende e Università di Camerino e che contribuiamo a realizzare grazie al 2X1000.
Mentre fino al 30/11 c’è ancora tempo per ordinare per i pacchi solidali con i prodotti provenienti dalle aziende colpite dal sisma. Il progetto ideato dai comitati delle Marche di Possibile per proporre, in vista del Natale, prodotti di aziende che abbiamo conosciuto personalmente in questi anni. Si tratta per la maggior parte di aziende guidate con grande passione da giovani che hanno deciso di rimanere in queste terre, per portare avanti con coraggio e sacrificio le attività di famiglia o ne hanno aperte di nuove e vanno avanti nonostante i crolli, l’incertezza sul futuro e il suolo che continua a tremare, scommettendo sulla qualità del prodotto e sul rispetto della Terra, così profondamente ferita.
Ogni pacco rappresenta non solo cose buone da mangiare, ma un progetto di resistenza contro i crolli e contro la strategia dell’abbandono di politica e istituzioni assenti e incompetenti e all’interno sarà possibile trovare una breve descrizione della storia delle aziende, cosa producono e i relativi contatti.
Per ordinare il proprio pacco e per avere informazioni si può inviare una mail all’indirizzo terreresistenti@gmail.com o visitare la pagine Fb di Marche Possibile.