Testare, tracciare e trattare, altroché assistenti civici

Gli “assi­sten­ti civi­ci”, quel­li che secon­do le inten­zio­ni del mini­stro Boc­cia dovreb­be­ro con­vin­ce­re le per­so­ne a rispet­ta­re il “distan­zia­men­to socia­le”, avver­ten­do le Auto­ri­tà ove non venis­se­ro “ascol­ta­ti”, rap­pre­sen­ta­no l’en­ne­si­mo gra­ve erro­re meto­do­lo­gi­co nel­la gestio­ne di que­sta pan­de­mia. Un approc­cio scien­ti­fi­co alle ria­per­tu­re, come inu­til­men­te invo­ca­to da epi­de­mio­lo­gi e viro­lo­gi, pre­ve­de un (vero) rischio cal­co­la­to, com­pen­sa­to dal­le ormai note tre T, quel­le che fan­no imbiz­zar­ri­re il pre­mier Con­te se qual­cu­no fa doman­de in pro­po­si­to duran­te le con­fe­ren­ze stam­pa. Testa­re (tam­po­ni e test sie­ro­lo­gi­ci), trac­cia­re, trat­ta­re. Si apre ma ci sono i mez­zi per indi­vi­dua­re e con­te­ne­re i nuo­vi foco­lai, per­ché il rischio zero non esi­ste. Pur­trop­po in Ita­lia par­la­re di tre T è ere­sia. Si pre­fe­ri­sce l’ap­proc­cio pater­na­li­sti­co, io apro ma tu devi fare il bra­vo e se ripar­to­no i con­ta­gi non è col­pa mia, gover­no, che non ho pre­di­spo­sto un siste­ma serio di pre­ven­zio­ne e trat­ta­men­to, ma tua, ragazzino/a, che vai a fare la movi­da. Lo Sta­to pater fami­lias, quel­lo che il 4 mag­gio, tra l’altro, ha per­mes­so come pri­me usci­te le visi­te ai “con­giun­ti” dicen­do che si pote­va­no anda­re a tro­va­re i non­ni, cioè la cate­go­ria più a rischio di tut­te, ci fa la mora­le e la pre­di­ca, abdi­can­do al suo ruo­lo, sca­ri­can­do le respon­sa­bi­li­tà.  In uno con le regio­ni, e i sin­da­ci. Gli assi­sten­ti civi­ci sono la con­se­guen­za diret­ta di que­sto approc­cio sba­glia­to, estra­neo a tut­te le nazio­ni civi­li (al di là del­le stra­te­gie adot­ta­te) che inve­ce trat­ta­no i cit­ta­di­ni da per­so­ne adul­te, in un rap­por­to pari­ta­rio e non come bam­bi­ni capric­cio­si o al mas­si­mo pre­a­do­le­scen­ti vizia­ti. Qui da noi biso­gna fare come ci dico­no i tan­ti “bab­bi”, che ci man­da­no qual­cu­no per ricor­dar­ce­lo, per avver­tir­ci di met­te­re bene la masche­ri­na sul naso, di non fare la movi­da (bar aper­ti ma vuo­ti!), di non attar­dar­ci sul bagna­sciu­ga, altri­men­ti “ci saran­no con­se­guen­ze”. Ses­san­ta­mi­la per­so­ne che avreb­be­ro inve­ce potu­to esse­re mol­to più uti­li, se non deter­mi­nan­ti, se impie­ga­te nel trac­cia­re i con­tat­ti dei posi­ti­vi, per cir­co­scri­ve­re ogni foco­la­io, in atte­sa di una app che mol­to pro­ba­bil­men­te ser­vi­rà a poco, se mai arri­ve­rà. Sen­za dimen­ti­ca­re che sarà lavo­ro gra­tui­to, volon­ta­rio, sen­za tute­le da un lato, e che non potrà che attrar­re quel­li che han­no l’ordine e la disci­pli­na (per gli altri) nel DNA, con pro­ble­mi che, ripen­san­do alle ron­de di Casa­pound, non è trop­po dif­fi­ci­le imma­gi­na­re. Intan­to le scuo­le sono chiu­se (ma si può fare la cena di clas­se!) e non si sa come ria­pri­ran­no a set­tem­bre, nè si sa cosa abbia­mo fat­to di male per meri­tar­ci Azzo­li­na all’i­stru­zio­ne nel miglior gover­no pos­si­bi­le. Anche la giu­sti­zia è fer­ma, e par­lia­mo di una fun­zio­ne di ran­go costi­tu­zio­na­le che assi­cu­ra l’esistenza del­lo sta­to di dirit­to, e non si capi­sce per­ché. Ma pare che l’importante sia argi­na­re la movi­da, dopo aver­la con­sen­ti­ta.

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La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.