Torniamo al porto di Catania, per la solidarietà e l’accoglienza

Dopo il suc­ces­so del­la mani­fe­sta­zio­ne #Cata­niaAc­co­glie di mer­co­le­dì scor­so è fis­sa­to per saba­to 25 Ago­sto alle ore 17:00 il nuo­vo Pre­si­dio Regio­na­le orga­niz­za­to dal­la Rete Anti­raz­zi­sta Cata­ne­se per chie­de­re l’im­me­dia­to rila­scio dei migran­ti tenu­ti in ostag­gio sul­la Diciot­ti dai mini­stri Sal­vi­ni e Toni­nel­li. L’ap­pun­ta­men­to è al var­co 04 del Molo di Levan­te del Por­to di Cata­nia. Il pre­si­dio, già per­ma­nen­te da gior­ni, ha regi­stra­to la par­te­ci­pa­zio­ne atti­va dei cata­ne­si che non han­no mai lascia­to incu­sto­di­to il molo, facen­do sen­ti­re il pro­prio affet­to ai migran­ti del­la Diciot­ti, bloc­ca­ti in una real­tà che il Pro­cu­ra­to­re di Agri­gen­to Patro­nag­gio sali­to a bor­do non ha esi­ta­to a defi­ni­re “cri­ti­ca” e “deva­stan­te”.

Infat­ti da mol­ti gior­ni 171 don­ne, bam­bi­ni e uomi­ni, fug­gi­ti dal­la mise­ria, dal­la guer­ra e dai lager libi­ci, si tro­va­no sul­la nave del­la Guar­dia Costie­ra ita­lia­na Diciotti.
È inac­cet­ta­bi­le la scel­ta del Gover­no ita­lia­no, e in par­ti­co­la­re del Mini­stro del­l’In­ter­no Mat­teo Sal­vi­ni, di impe­di­re lo sbar­co nel ter­ri­to­rio ita­lia­no del­le 171 per­so­ne stre­ma­te e in pre­ca­rie con­di­zio­ni di salute.
Nes­sun obiet­ti­vo poli­ti­co del Gover­no può giu­sti­fi­ca­re l’u­ti­liz­zo di cen­ti­na­ia di vite uma­ne come arma di ricat­to, con­si­de­ra­te car­ne da macel­lo, non vite e spe­ran­ze ma nume­ri da distri­bui­re o respingere.
Cata­nia è cit­tà di soli­da­rie­tà e acco­glien­za e voglia­mo che il nostro por­to sia imme­dia­ta­men­te aper­to e che le auto­ri­tà lasci­no sbar­ca­re le 171 per­so­ne dal­la nave Diciotti.
Nes­su­na don­na e nes­sun uomo è illegale.

Il comi­ta­to di Pos­si­bi­le Cata­nia è già pre­sen­te sul cam­po e ade­ri­rà com­pat­to alla mani­fe­sta­zio­ne di saba­to 25, così come fat­to nei gior­ni pas­sa­ti con Giu­sep­pe Civa­ti, Dani­lo Festa, Lau­ra Car­li­no e tan­ti altri com­pa­gni.

Ci augu­ria­mo e ci aspet­tia­mo una par­te­ci­pa­zio­ne mas­sic­cia del­la cit­ta­di­nan­za cata­ne­se, la cui sto­ria, mix mil­le­na­rio di cul­tu­re diver­sis­si­me tra loro, è l’e­strin­se­ca­zio­ne del­la paro­la “inte­gra­zio­ne”.

Di segui­to la lista del­le asso­cia­zio­ni fir­ma­ta­rie del­la mani­fe­sta­zio­ne, sem­pre in con­ti­nuo aggiornamento:
Lila, Fem­mi­ni­sto­rie, I Sici­lia­ni gio­va­ni, Orio­ne, Wel­co­me to Euro­pe, COPE, Restia­mo Uma­ni, Rete Anti­raz­zi­sta cata­ne­se, Cobas, Cata­nia Bene Comu­ne, Comi­ta­to No Muos-No Sigo­nel­la, la cit­tà feli­ce, Ragna-tela, Sunia Cata­nia, Emer­gen­cy grup­po ter­ri­to­ria­le di Catania,Libera-Ct,Associazioni Nomi e nume­ri con­tro le mafie, Pax Chri­sti-Ct, Mani Tese Sici­lia, ANPI Cata­nia, Anpi Sici­lia, Amne­sty Inter­na­tio­nal Sici­lia, Col­let­ti­vo Anti­go­ne-Augu­sta, UDI-Ct, ADS Idee a con­fron­to, ADIF(Associazione DIrit­ti e Frontiere)-Roma, Fede­ra­zio­ne del socia­le USB-Ct, Bor­der­li­ne Sici­lia, Cit­taIn­sie­me, Lascia­te­CIEn­tra­re, USB-Unio­ne Sin­da­ca­le di Base, Rete Anti­raz­zi­sta Iblea, Caro­va­ne­Mi­gran­ti, Comu­ni­tà Resi­sten­te Piaz­zet­ta-Cpo Cola­pe­sce, Cir­co­lo Tere­sa Mat­tei, Link-Stu­den­ti indi­pen­den­ti Cata­nia, Cen­tro Anti­vio­len­za Tha­ma­ia, arci Sici­lia, Gapa, Cam­bia­mo Mes­si­na dal bas­so, Unio­ne degli stu­den­ti Sici­lia, Udi Cata­nia, AGESCI zona etnea, Iso­la Quassùd.

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Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

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La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.