Le prime pagine dei giornali riportano le tempestive misure governative per contrastare l’impennata dei prezzi del carburante, fra le quali spicca il cosiddetto “bonus benzina”, dell’importo di 200 euro.
Bene!
Finalmente un aiuto concreto alle famiglie.
Oggi spiegano come funziona.
“A differenza dei precedenti bonus governativi, questo contributo non viene concesso dal governo per l’acquisto di carburante. Con il nuovo decreto, il governo lascia la libertà alle aziende che, in maniera discrezionale, possono concedere o non concedere un buono carburante dell’importo massimo di 200 euro. Se l’azienza lo consentirà, il bonus sarà completamente esentasse. Inoltre, le 200 euro valgono per tutte le categorie di lavoratori indipendentemente dal loro reddito e, in questo caso, dalla “gerarchia” aziendale. Per questo motivo, come si legge sul Dl anti-rincari, non bisognerà fare alcuna domanda per ottenere il benefit e non ci sono requisiti di accesso. L’unico elemento fondamentale è che la misura è rivolta esclusivamente ai dipendenti delle aziende private. Ciò significa che i partita Iva o i dipendenti pubblici, ad esempio, non potranno usufruire di questa misura.”
Riassumendo.
Lo Stato non mette un euro.
Le aziende private possono discrezionalmente erogare fino 200 euro per ogni dipendente (compresi i supermanager) che saranno esentasse.
Quindi uno sgravio fiscale per i privati, soprattutto per quelli che già rimborsano il carburante ai dipendenti e che, in questo difficile momento, lo potranno fare esattamente come prima ma senza pagare tasse.
Fine del bonus benzina.
Totò e Peppino sarebbero orgogliosi di questo Governo.