“Leggendo l’intervista al Corriere della Sera di Roberto Cingolani viene confermato l’iniziale dubbio che non sia il profilo idoneo a governare la transizione ecologica. Nelle sue parole si coglie quasi una forma di sofferenza, come se la transizione non fosse un’opportunità ma un ‘male necessario’, qualcosa di ineluttabile. Un fastidio. Parla della transizione ecologica come un ‘costo elevatissimo’ per l’Italia e l’Europa e un processo da compiere per mancanza di alternative. Questo è vero, è noto che non esistono scappatoie: bisogna portare avanti politiche che salvaguardino il pianeta, mettano in testa alla priorità la sua tutela. Il clima prima di tutto, insomma. Ma non è un peso, anzi: è l’opportunità di ripensare il nostro mondo”. Lo dichiara Giuseppe Civati, fondatore di Possibile.
“Nessuno crede — aggiunge Civati — che la transizione sia una passeggiata. Essendo una rivoluzione verde, come del resto sostiene il Pnrr, non ‘è una passeggiata di gala’, direbbe qualcuno. Ma è una sfida appassionante, che richiede coraggio, ambizione, oltre a essere necessaria. Serve un ripensamento degli stili di vita e allo stesso tempo di contrasto delle disuguaglianze. Nella transizione ecologica rientra il riequilibrio sociale. Perché la narrazione della sostenibilità come piombo nelle ali denota una mentalità ferma al carbone, al secolo scorso. Anche per questo è mortificante la visione del ministro Cingolani: la transizione ecologica è prima di tutto un’opportunità. Dipende tutto da come la si imposta, e come la si vuole raggiungere”.