Tulipano rosso – la sinistra olandese e le elezioni/2

Continuiamo il nostro viaggio nella sinistra olandese a ormai meno di un mese dalle elezioni per parlare della Groen Links (Sinistra Verde). La GroenLinks è stata fondata nel 1990. Il partito deriva dalla fusione tra il Partito Politico Radicale, il Partito Socialista Pacifista, il Partito Comunista d'Olanda e il Partito Popolare Evangelico. Al suo debutto parlamentare il partito ottenne 6 seggi. Successivamente il numero dei seggi ottenuti ha fluttuato tra 11 (1998) e il record negativo alle ultime elezioni di 4 seggi (2012). Gli ultimi sondaggi danno il partito in promettente rimonta tra 16 e 18 seggi (circa l’11% dei consensi elettorali).

Con­ti­nuia­mo il nostro viag­gio nel­la sini­stra olan­de­se a ormai meno di un mese dal­le ele­zio­ni per par­la­re del­la Groen Links (Sini­stra Ver­de). La Groen­Links è sta­ta fon­da­ta nel 1990. Il par­ti­to deri­va dal­la fusio­ne tra il Par­ti­to Poli­ti­co Radi­ca­le, il Par­ti­to Socia­li­sta Paci­fi­sta, il Par­ti­to Comu­ni­sta d’O­lan­da e il Par­ti­to Popo­la­re Evan­ge­li­co. Al suo debut­to par­la­men­ta­re il par­ti­to otten­ne 6 seg­gi. Suc­ces­si­va­men­te il nume­ro dei seg­gi otte­nu­ti ha flut­tua­to tra 11 (1998) e il record nega­ti­vo alle ulti­me ele­zio­ni di 4 seg­gi (2012). Gli ulti­mi son­dag­gi dan­no il par­ti­to in pro­met­ten­te rimon­ta tra 16 e 18 seg­gi (cir­ca l’11% dei con­sen­si elet­to­ra­li)[1].

Il suc­ces­so vie­ne da mol­ti ascrit­to all’in­no­va­ti­va cam­pa­gna elet­to­ra­le del­l’at­tua­le gio­va­ne lea­der del par­ti­to, Jes­se Kla­ver. Il 40% di un panel di esper­ti inter­pel­la­ti dal quo­ti­dia­no NRC Han­del­sblad ritie­ne in effet­ti che Kla­ver sia il più pro­ba­bi­le can­di­da­to a dive­ni­re il lea­der del­la sini­stra olan­de­se.[2] E’ cari­sma­ti­co e attrae l’at­ten­zio­ne dei media. Al dibat­ti­to tele­vi­si­vo di dome­ni­ca sera, Kla­ver ha sfi­da­to i labu­ri­sti a col­la­bo­ra­re a un gover­no sen­za i loro attua­li part­ner libe­ra­li di destra del VVD[3]. Appe­na 30 anni, nato da padre maroc­chi­no e madre ori­gi­na­ria del­le Indie olan­de­si, Kla­ver tie­ne ormai da alcu­ni mesi incon­tri pub­bli­ci (“meet-up”) in tut­ta l’O­lan­da, adot­tan­do la for­mu­la per­so­na­li­sti­ca (da mol­ti, non sen­za iro­nia, defi­ni­ta “oba­mia­na”) del­l’one-man show in tea­tri e pala­sport per comu­ni­ca­re il pro­gram­ma a mili­tan­ti e sim­pa­tiz­zan­ti. Cre­sciu­to in un allog­gio socia­le in un quar­tie­re di Rosen­daal, cit­tà del sud del­l’O­lan­da, Kla­ver uti­liz­za spes­so la sto­ria del­le sue ori­gi­ni mode­ste per par­la­re di quel­lo che è un suo pal­li­no, le pari oppor­tu­ni­tà nel­l’i­stru­zio­ne e la lot­ta alle dise­gua­glian­ze in gene­ra­le.

Kla­ver si for­ma poli­ti­ca­men­te come respon­sa­bi­le del­la sezio­ne gio­va­ni del sin­da­ca­to CNV di cui divie­ne pre­si­den­te nel 2008. La nomi­na di Jes­se Kla­ver a lea­der del par­ti­to è sta­ta una scel­ta con­sa­pe­vo­le del­la vec­chia lea­der­ship, un ten­ta­ti­vo di riscos­sa dal­la pesan­te scon­fit­ta elet­to­ra­le del 2012. Jes­se Kla­ver si è carat­te­riz­za­to sin dal­la sua nomi­na per un’in­ten­sa atti­vi­tà di comu­ni­ca­zio­ne cul­tu­ra­le anco­ra pri­ma che poli­ti­ca. Ha invi­ta­to Tho­mas Piket­ty a par­la­re al par­la­men­to. Nel 2015 ha pub­bli­ca­to e discus­so in nume­ro­si incon­tri in tut­to il pae­se (quan­do la cam­pa­gna elet­to­ra­le non era anco­ra acce­sa) un libro dal tito­lo “Il mito del­l’e­co­no­mi­ci­smo”[4]. In que­sto testo si pro­po­ne con for­za un “nuo­vo idea­li­smo” in un pae­se in cui la poli­ti­ca sem­bra ormai ten­de­re a ridur­re tut­te le deci­sio­ni a una que­stio­ne di con­ti e di cifre (in Olan­da l’a­na­li­si costi-bene­fi­ci e’ dif­fu­sa e appli­ca­ta per­va­si­va­men­te a tut­ti i cam­pi del­la vita poli­ti­ca e socia­le). L’e­co­no­mi­ci­smo por­te­reb­be a met­te­re in secon­do pia­no aspet­ti e valo­ri non misu­ra­bi­li, ma impor­tan­ti. Un esem­pio tipi­co è la scuo­la, dove la ten­den­za a misu­ra­re i risul­ta­ti con test di cal­co­lo e scrit­tu­ra ha por­ta­to a tra­scu­ra­re tut­te quel­le capa­ci­tà e mate­rie che non influi­sco­no su tali test. Inol­tre le scuo­le sono disin­cen­ti­va­te a occu­par­si degli alun­ni che riman­go­no indie­tro, per­ché sono pena­liz­za­te nei finan­zia­men­ti quan­do han­no alun­ni ripe­ten­ti. Con­si­de­ra­zio­ni simi­li val­go­no per la sani­tà, il lavo­ro, l’am­bien­te. Un esem­pio del carat­te­re para­dos­sa­le del­l’ap­proc­cio eco­no­mi­ci­sta ripor­ta­to da Jes­se Kla­ver nel suo libro è l’os­ser­va­zio­ne, appar­sa sul sito web del­l’i­sti­tu­to pub­bli­co di ricer­ca CPB nel 2015, che lo scio­gli­men­to del­la calot­ta arti­ca avreb­be offer­to buo­ne chan­ce di cre­sci­ta eco­no­mi­ca per l’O­lan­da. “Chi in nome del cie­lo può met­ter­si a cal­co­la­re i van­tag­gi del­lo scio­gli­men­to dei ghiac­ci? Sem­bra un pesce d’a­pri­le di cat­ti­vo gusto”, scri­ve Jes­se. Il libro oltre alla par­te cri­ti­ca ha anche un pars con­struens con alcu­ne linee di poli­ti­ca pub­bli­ca accom­pa­gna­te da pro­po­ste concrete:

  • “Demo­cra­tiz­za­zio­ne dei ser­vi­zi di for­ni­tu­ra ener­ge­ti­ca”: eli­mi­na­re il paga­men­to di tas­se sul­la ener­gia soste­ni­bi­le auto­pro­dot­ta e una tas­sa fis­sa basa­ta sul­la pro­du­zio­ne di CO2 anzi­ché sul con­su­mo di ener­gia, per incen­ti­va­re l’u­so del­le ener­gie rin­no­va­bi­li; incen­ti­vi a pro­get­ti indi­vi­dua­li e col­let­ti­vi di pro­du­zio­ne di ener­gia rin­no­va­bi­le; inve­sti­men­ti pub­bli­ci nel­le rin­no­va­bi­li sul­l’e­sem­pio del­l’E­ner­gie­fonds avvia­to ad Amster­dam dal­l’as­ses­so­re del­la Groen-Links Maar­ten van Poelgeest.
  • “La salu­te non è un pro­dot­to”: in Olan­da vige un siste­ma basa­to su assi­cu­ra­zio­ni sani­ta­rie pri­va­te e Groen Links non vuo­le ritor­na­re al siste­ma sani­ta­rio nazio­na­le pub­bli­co (come il Par­ti­to Socia­li­sta) per­ché ritie­ne che i costi e i tem­pi sareb­be­ro enor­mi, ma vuo­le ridur­re gli ele­men­ti mer­ca­ti­sti­ci nel siste­ma sti­mo­lan­do la coo­pe­ra­zio­ne anzi­ché la con­cor­ren­za tra i medi­ci e tra i ser­vi­zi e dan­do un ruo­lo al gover­no nel­l’ac­qui­sto di medi­ci­na­li al fine di con­tra­sta­re lo stra­po­te­re del­l’in­du­stria farmaceutica.
  • “Rim­pic­cio­li­re il set­to­re finan­zia­rio”: man­te­ne­re il con­trol­lo pub­bli­co sul­la ban­ca ABN Amro nazio­na­liz­za­ta negli anni pas­sa­ti in segui­to alla cri­si anzi­ché — come altri par­ti­ti vor­reb­be­ro — riman­dar­la in bor­sa il pri­ma pos­si­bi­le; sepa­ra­re ban­che d’af­fa­ri e ban­che commerciali.
  • “Il lavo­ra­to­re non è un arti­co­lo usa e get­ta”: meno fles­si­bi­li­tà e più sicu­rez­za nel mer­ca­to del lavo­ro; dare fidu­cia alle per­so­ne che riscuo­to­no un sus­si­dio (anzi­ché far­le ogget­to di con­ti­nui con­trol­li e sospet­to di fro­de) e dare più pos­si­bi­li­tà da fon­ti di gua­da­gno com­ple­men­ta­ri. Tra le altre cose, vie­ne soste­nu­to il pro­se­gui­men­to del­le spe­ri­men­ta­zio­ni del red­di­to di cit­ta­di­nan­za, in cui l’as­se­gno socia­le non è più con­di­zio­na­to da con­trol­li e obbli­ghi vari di ricer­ca lavo­ro (eli­mi­nan­do anche i costi del­la buro­cra­zia relativa).
  • “Nuo­va poli­ti­ca di livel­la­men­to”: tas­sa patri­mo­nia­le pro­gres­si­va e lot­ta all’e­lu­sio­ne fisca­le ponen­do fine ai pri­vi­le­gi accor­da­ti alle mul­ti­na­zio­na­li ma anche del­le azien­de in gene­ra­le, obbli­gan­do i soci di mag­gio­ran­za con ruo­li di mana­ge­ment ad attri­buir­si uno sti­pen­dio ade­gua­to (e tas­sa­bi­le) ridu­cen­do così la loro pos­si­bi­li­tà di accu­mu­la­re ric­chez­za asse­gnan­do­si solo pro­fit­ti (sog­get­ti a tas­sa­zio­ne in misu­ra minore).
  • “Lo svi­lup­po per­so­na­le deve tor­na­re al cen­tro nel­la scuo­la”: por­re fine alla cul­tu­ra dei test e dei cal­co­li nel siste­ma edu­ca­ti­vo. Valo­riz­za­re e rispet­ta­re le dif­fe­ren­ze indi­vi­dua­li. Pro­muo­ve­re anche abi­li­tà come l’au­to­ri­fles­sio­ne, la crea­ti­vi­tà, la per­se­ve­ran­za e la curiosità.

In que­sti due anni, la Groen Links si è inol­tre carat­te­riz­za­ta come il par­ti­to più aper­to e favo­re­vo­le all’ac­co­glien­za dei rifu­gia­ti, distin­guen­do­si dagli atteg­gia­men­ti più ambi­gui di altre for­ze di sini­stra come il Par­ti­to del Lavo­ro e il Par­ti­to Socia­li­sta. Ad esem­pio, ha pre­mu­to in par­la­men­to affin­ché l’O­lan­da ottem­pe­ras­se celer­men­te agli obbli­ghi assun­ti nel qua­dro dei pia­ni euro­pei di ricol­lo­ca­men­to dei rifugiati.

Con un pro­gram­ma fon­da­to su que­sti temi[5], ma tra­dot­ti in for­ma­to più popo­la­re non disde­gnan­do i clas­si­ci cli­ché comu­ni­ca­ti­vi da cam­pa­gna elet­to­ra­le (tot posti di lavo­ro, tot sol­di inve­sti­ti nell’assistenza, ecc.) la Groen Links si pre­sen­ta alle ele­zio­ni del 15 mar­zo. Il tut­to insie­me a un discor­so più gene­ra­le sul­la neces­si­tà di una socie­tà più “empa­ti­ca”, tema di un nuo­vo libro di Kla­ver[6], in cui si ridu­co­no le distan­ze e le divi­sio­ni socia­li che il lea­der del­la destra xeno­fo­ba Wil­ders, ma anche il pre­mier libe­ra­le Rut­te non smet­te­reb­be­ro di ali­men­ta­re. Nel­l’in­tro­du­zio­ne, si fa rife­ri­men­to a una scel­ta per “un’e­co­no­mia ver­de dove il benes­se­re è al pri­mo posto e il wel­fa­re è con­di­vi­so”, “una con­vi­ven­za in cui cia­scu­no par­te­ci­pa e ogni bam­bi­no rice­ve le oppor­tu­ni­tà che meri­ta”. E soprat­tut­to l’im­pe­gno ad affron­ta­re “la dise­gua­glian­za di red­di­to, risor­se e oppor­tu­ni­tà tra le persone”.

Infi­ne, nel suo pro­gram­ma la Groen Links fa un richia­mo espli­ci­to alla scel­ta per la coo­pe­ra­zio­ne al livel­lo euro­peo nel­la con­sa­pe­vo­lez­za che que­stio­ni come il riscal­da­men­to glo­ba­le, la qua­li­tà del­l’a­ria e del­l’ac­qua, l’e­qui­tà fisca­le, una giu­sta poli­ti­ca socia­le e un approc­cio uma­no al tema dei rifu­gia­ti vada­no affron­ta­ti insie­me dai diver­si pae­si. Anche que­sta, una pre­sa di posi­zio­ne non da poco in un pae­se dove i ven­ti del­la Nexit sof­fia­no ormai da mesi.

Comi­ta­to Ger­ma­nia e Olan­da Possibile

 

[1] A con­fron­to, il Par­ti­to del Lavo­ro è dato al 9% e il Par­ti­to Socia­li­sta all’8%, la Demo­cra­zia Cri­stia­na e il D66 all’11%, il VVD – Libe­ra­li di destra – al 16% e il PVV – par­ti­to di destra xeno­fo­ba – rima­ne sem­pre il pri­mo par­ti­to al 17%. Son­dag­gio del 26.2.2017 http://peilingwijzer.tomlouwerse.nl/

[2] https://deverkiezingswijzer.nl/2017/02/15/politiek-panel-klaver-kanshebber-links/

[3] http://www.dutchnews.nl/news/archives/2017/02/sober-leaders-debate-fails-to-produce-clear-rival-to-rutte/

[4] Jes­se Kla­ver, De mythe van het eco­no­mi­sme,. Plei­dooi voor nieuw idea­li­sme”. Amsterdam/Antwerpen, De Bezi­ge Bij, 2015.

[5] http://deverkiezingswijzer.nl/wp-content/uploads/2017/02/Verkiezingsprogramma-GroenLinks-2017–20213.pdf

[6] https://tijdvoor.groenlinks.nl/nieuws/de-empathische-samenleving

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