Tutte le panzane di Luigi Di Maio sul caso #Seawatch3 — #Antivirus

Dopo giorni di silenzio, alle 20.30 di ieri il Vice Presidente del Consiglio Luigi Di Maio ha scritto un lungo post sul caso Seawatch, ribadendo la linea dura del governo ma cercando di prendere le distanze dal collega Salvini.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Dopo gior­ni di silen­zio, alle 20.30 di ieri il Vice Pre­si­den­te del Con­si­glio Lui­gi Di Maio ha scrit­to un lun­go post sul caso Sea­watch, riba­den­do la linea dura del gover­no ma cer­can­do di pren­de­re le distan­ze dal col­le­ga Sal­vi­ni. Qui una pic­co­la ana­li­si del testo: in cor­si­vo le paro­le di Di Maio, in gras­set­to le nostre.

Sia­mo diven­ta­ti ormai il pal­co­sce­ni­co del Medi­ter­ra­neo. Come mai la Sea Watch nean­che pro­va più ad avvi­ci­nar­si alle coste mal­te­si o alle coste gre­che? Sem­pli­ce, a Mal­ta come in Gre­cia non fa noti­zia. Han­no pre­fe­ri­to resta­re 14 gior­ni a lar­go del­le nostre coste anzi­ché chie­de­re a La Val­let­ta, Madrid o Ate­ne lo sbarco.

Fal­so. La Seawatch3 ha com­piu­to ope­ra­zio­ni a Mal­ta. In una del­le ulti­me, a gen­na­io, la nave è sta­ta trat­te­nu­ta al lar­go cir­ca 12 gior­ni, con un tea­tri­no da par­te del gover­no mal­te­se e degli altri gover­ni euro­pei (chia­ma­ti alla redi­stri­bu­zio­ne dei migran­ti) del tut­to simi­le a quel­lo mes­so in atto dal gover­no ita­lia­no in que­sta occa­sio­ne. Inol­tre, in even­ti come quel­lo di due set­ti­ma­ne fa, Sea­watch non avreb­be potu­to diri­ger­si ver­so altri sta­ti per­ché obbli­ga­ta dal Dirit­to Inter­na­zio­na­le a recar­si pres­so il por­to sicu­ro più vici­no (Lam­pe­du­sa, appunto).

I gover­ni di que­sti tre Pae­si sono for­ze poli­ti­che tra­di­zio­na­li euro­pee. Se uno dei popo­la­ri euro­pei o dei demo­cra­ti­ci euro­pei ti nega lo sbar­co, i media nean­che ne par­la­no, se lo fa il Gover­no ita­lia­no si met­te in moto il caro­sel­lo. La Sea Watch si fa pub­bli­ci­tà e rac­co­glie più fon­di per car­bu­ran­te, vive­ri e ripa­ra­zio­ni, così può ripartire.

Fal­so: il Pri­mo Mini­stro del­la Gre­cia è Ale­xis Tsi­pras, il cui par­ti­to (Syri­za) fa par­te del­la GUE, lo stes­so grup­po euro­peo cui alcu­ni depu­ta­ti 5 Stel­le han­no chie­sto di ade­ri­re, sen­za suc­ces­so, ieri, per assi­cu­rar­si i fon­di mes­si a dispo­si­zio­ne dal Par­la­men­to Euro­peo in caso di ade­sio­ne. “Il caro­sel­lo”, come già ricor­da­to, si era atti­va­to anche a gen­na­io quan­do a esse­re coin­vol­to era sta­to il gover­no maltese.

La Cor­te di Stra­sbur­go gli nega lo sbar­co? Meglio, si pub­bli­ciz­za anco­ra di più il brand. Qual­cun altro nel gover­no gli rispon­de via social? Otti­mo, ci saran­no in tut­to il mon­do una serie di finan­zia­to­ri alla Soros pron­ti ad incre­men­ta­re i loro bonifici.

Fal­so. Non solo il bilan­cio di Sea­watch, come da obbli­ghi di leg­ge, è pub­bli­co, ma lo è anche la lista dei dona­to­ri, con­sul­ta­bi­le sul sito (che in que­ste ore potreb­be esse­re inac­ces­si­bi­le a cau­sa dei trop­pi con­tat­ti). Le dona­zio­ni sono rac­col­te attra­ver­so boni­fi­ci e piat­ta­for­me di cro­w­d­fun­ding come Pro­du­zio­ni Dal Bas­so e Bet­ter Pla­ce. Qui — come scri­ve Il Gior­na­le (non una fon­te “ami­ca” del­le ONG) — le som­me rac­col­te dai sin­go­li van­no dai 5 ai 790 euro. Non pro­prio Soros, diciamo.

In mez­zo però ci sono le per­so­ne. Gli esse­ri uma­ni. Che sono com­par­se incon­sa­pe­vo­li di que­sto gran­de tea­tro che sono diven­ta­te le acque ter­ri­to­ria­li ita­lia­ne. Per­so­ne che sono sta­te illu­se di tro­va­re la ter­ra pro­mes­sa in Euro­pa. Dove ci sono deci­ne di milio­ni di pove­ri e l’1% del­la popo­la­zio­ne che pos­sie­de il 40% del­la ric­chez­za. Quel­lo stes­so 1% che si com­muo­ve ogni vol­ta che non fac­cia­mo sbar­ca­re migran­ti in Ita­lia, ma che tru­ci­da milio­ni di euro­pei con le ope­ra­zio­ni di finan­za spe­cu­la­ti­va o con le loro ban­che che stroz­za­no le imprese.

Ten­den­zio­so. Non tut­te le per­so­ne ric­che “si com­muo­vo­no” per i migran­ti, non tut­ti colo­ro che si com­muo­vo­no fan­no par­te dell’1% più ric­co del­la popo­la­zio­ne. Inol­tre, le con­di­zio­ni di vita in Euro­pa sono sta­ti­sti­ca­men­te miglio­ri (dal pun­to di vista eco­no­mi­co, e dal pun­to di vista del­la sicu­rez­za del­le per­so­ne) rispet­to a quel­le che ci sono in Libia o nei pae­si di pro­ve­nien­za dei migran­ti. Migran­ti che — spes­so — fug­go­no non per tro­va­re una “ter­ra pro­mes­sa” ma per­ché non sono più al sicu­ro nel­la loro, di terra.

Io non ho tut­te le rispo­ste. Ma se dovre­mo pas­sa­re tut­ta l’estate a liti­ga­re con le ONG abbia­mo già per­so. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri lega­li per chi può veni­re qui. Se entri in Ita­lia lo fai col per­mes­so dei cit­ta­di­ni ita­lia­ni. Ser­vo­no più rim­pa­tri del­le miglia­ia di irre­go­la­ri non iden­ti­fi­ca­ti che abbia­mo nel nostro Pae­se. Ser­vo­no Agen­zie dell’Unione Euro­pea su suo­lo Afri­ca­no, ser­ve una allean­za con la Cina per inve­sti­men­ti soste­ni­bi­li nel con­ti­nen­te africano.

Opi­na­bi­le. I cor­ri­doi uma­ni­ta­ri lega­li ci sono (atti­va­ti già nel­la scor­sa legi­sla­tu­ra), ma sono trop­po pochi rispet­to al nume­ro del­le per­so­ne che inten­do­no fare richie­sta d’asilo. Impos­si­bi­le non nota­re, tra l’altro, come fac­cia capo­li­no la reto­ri­ca sal­vi­nia­na del “per­mes­so”, nono­stan­te il post di Di Maio sia nato per segna­re le dif­fe­ren­ze rispet­to al suo allea­to di governo.

Il Movi­men­to 5 Stel­le non ha né il Mini­ste­ro degli Affa­ri Este­ri, né quel­lo dell’Interno, né quel­lo dell’Unione europea.

Vero. Eppu­re Di Maio dimen­ti­ca che i 5 Stel­le “han­no” il Mini­ste­ro del­le Infra­strut­tu­re, gui­da­to dal­lo stes­so Dani­lo Toni­nel­li che fino­ra ha sem­pre appog­gia­to le misu­re di Sal­vi­ni. E han­no il Mini­ste­ro per la Dife­sa, gui­da­to dal­la stes­sa Eli­sa­bet­ta Tren­ta che ha fir­ma­to la diret­ti­va con­giun­ta con cui si impo­ne­va il divie­to di ingres­so in acque ter­ri­to­ria­li alla Seawatch3. Di Maio dimen­ti­ca inol­tre che il Decre­to Sicu­rez­za e il Decre­to Sicu­rez­za Bis (attra­ver­so il qua­le si è intro­dot­ta la pos­si­bi­li­tà di “limi­ta­re o vie­ta­re l’ingresso il tran­si­to o la sosta di navi nel mare ter­ri­to­ria­le”) sono sta­ti vota­ti da tut­to il gover­no, com­pre­si i mini­stri 5 Stel­le.

Le poli­ti­che dell’immigrazione van­no fat­te soprat­tut­to sul lun­go perio­do. Altri­men­ti ci aspet­ta una esta­te lun­ga, con gli stes­si pro­ble­mi di sempre!

Vero. Ci aspet­te­rà un’estate lun­ga, pro­ba­bil­men­te. Nono­stan­te la reto­ri­ca dei “por­ti chiu­si”, nono­stan­te il gover­no dices­se che “il pro­ble­ma immi­gra­zio­ne” fos­se sta­to risol­to con i decre­ti sicu­rez­za, nono­stan­te le misu­re — che ven­go­no intra­pre­se ormai da anni, basti pen­sa­re al fami­ge­ra­to “codi­ce di con­dot­ta” di Min­ni­ti — con­tro le Orga­niz­za­zio­ni Non Governative.

Ci aspet­te­rà un’estate lun­ga, con­di­ta da bal­le, disu­ma­ni­tà ed equi­li­bri­smi di fac­cia­ta. Con­tro cui, con Anti­vi­rus e con Pos­si­bi­le (a ini­zia­re dal­la pre­sen­za di Bea­tri­ce Bri­gno­ne a Lam­pe­du­sa, in que­ste ore) con­ti­nue­re­mo a fare opposizione.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.