“Il voto di domani è l’occasione di dare una svolta per distribuire in modo equo le responsabilità dell’accoglienza tra tutti gli stati membri dell’Ue. Non si potrà più rimandare in Italia un richiedente solo per il fatto di esservi arrivato e non si potranno più tenere minori per mesi in attesa di ricongiungimenti familiari”. Lo sostiene la eurodeputata di Possibile Elly Schlein, relatrice per il gruppo dei Socialisti e Democratici della riforma del regolamento di Dublino, al voto domani al Parlamento Europeo.
“La cancellazione del criterio del primo paese d’ingresso è la maggiore conquista — osserva Schlein — perché finalmente si supera l’ipocrisia del sistema attuale, che addossa la maggior parte delle responsabilità dell’accoglienza sui paesi di frontiera dell’Unione come l’Italia, e lo sostituisce con un meccanismo permanente ed automatico di ricollocamento al quale partecipano tutti gli Stati membri”.
Il meccanismo di ricollocamento previsto implica che se nessuno dei criteri di responsabilità (quali ad esempio ricongiungimento familiare, minori, soggiorno precedente, titoli accademici ed altri), risulti applicabile, il richiedente sarà ricollocato attraverso un meccanismo di ricollocamento centralizzato a cui partecipano tutti gli stati membri, che non possono chiamarsene fuori a pena di conseguenze sui fondi strutturali. Un meccanismo che fornisce anche al richiedente un minimo margine di scelta tra quattro stati membri tra quelli con il minor numero di richiedenti rispetto alla loro quota.
Oltre alla cancellazione del criterio del primo paese d’ingresso, il testo prevede altre innovazioni significative rispetto all’attuale sistema, come una nuova procedura accelerata di ricongiungimento familiare, per cui basteranno sufficienti indicazioni di avere un familiare in un altro stato membro per essere ricollocato subito lì.
Nel testo sono state rafforzate in modo rilevante, inoltre, le garanzie procedurali e gli obblighi di informativa per i richiedenti e, in particolare, le salvaguardie per i minori non accompagnati, tra cui la rapida nomina di un tutore.“Ciò che andremo a votare domani, sperando di trovare una solida maggioranza, potrà costituire una posizione forte e ambiziosa che il Parlamento porta al negoziato con il Consiglio, dove prevalgono gli egoismi nazionali. Un segnale importante che almeno una delle tre istituzioni europee metta in campo soluzioni comuni all’insegna della solidarietà e dell’equa condivisione delle responsabilità”.