[vc_row][vc_column][vc_column_text]E’ terminata da appena quindici giorni la campagna elettorale siciliana, la più brutta e noiosa degli ultimi 60 anni, 160 se sei di Forza Italia.
Una lunghissima battaglia dove le compagini sfidanti sono state più abili nel cercare assoluzioni che soluzioni per la regione.
Alla fine l’ha spuntata il centrodestra, storicamente il più preparato sul tema e sulla difesa, che se fosse stata l’Italia, quella di calcio, ci saremmo persino qualificati ai mondiali. E invece no, siamo sempre l’altra Italia, quella che si “accontenta e gode”, anche se di quelli che a goderne oggi si fa fatica a trovarli. Persino qui in Sicilia.
E dall’indomani di questa partita, il 6 novembre, la stessa data dai cui si “sarebbe riavviata la Sicilia” (cit.) abbiamo iniziato una specie di bollettino del mattino che potremmo definire il “gazzettino ladro di Sicilia”.
E’ un frenetico scambio di messaggi su Whatsapp, cominciato a dire il vero nelle ultime ore della campagna elettorale, tra me ed alcuni amici, Pippo e Bea tra gli altri, in cui si fa a gara a chi invia per primo l’inquisito del giorno.
Al momento se ne contano sei, con la media di uno ogni due giorni. Non male considerati i weekend e le partite infrasettimanali della Nazionale con i successivi giorni di gastrite.
Non li citerò perché è un esercizio che lascio ai vostri pomeriggi. Magari un giorno ci faremo un’app e diventeremo miliardari (cit. 2), anche perché l’alternativa per noi meridionali, al momento, fin dal 1980, resta quella di aprire una rosticceria a Milano (cit. 3).
Se posso aggiungere una postilla sul tema, visto che comunque se n’è già parlato abbastanza, volevo segnalare un aspetto non irrilevante, a mio avviso chiaramente.
Dei sei indagati, cinque di questi, sono stati coinvolti dalla magistratura per aspetti non strettamente legati all’attività politica. In sintesi, sono imprenditori, persone, che commettono, anzi commetterebbero, dei reati a prescindere dall’incarico per cui si sono candidati. Questo per dire che la politica può essere sì mezzo, ma non per forza strumento dell’illecito.
In sostanza, lo dico principalmente ai partiti; si può essere “criminali” ancor prima di essere eletti e selezionati dalla classe dirigente o per sfatare un mito, prima ancora dell’aggiornamento del casellario. Giusto un appunto per chi dimentica che il controllo delle liste non spetta alla politica.
A futura memoria. Difensiva (of course).[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]