A seguito della seconda campagna sul #fertilityday voluta dal ministero della Salute, la ministra Lorenzin ha fatto sapere di aver rimosso dal proprio incarico il responsabile della comunicazione del suo ministero, derubricando la questione a un semplice fail comunicativo, quando invece sappiamo benissimo che la comunicazione del ministero è, in questo caso, assolutamente in linea con la proposta politica. E’ sufficiente leggere il “Piano nazionale per la fertilità” (sì: il ministero ha scritto un Piano nazionale per la fertilità) per trovarci tutti i contenuti della campagna.
Ma se siete di fretta, è sufficiente leggere questa dichiarazione della ministra:
Non ci sono i bambini da metterci dentro, negli asili nido. Capito? Ma dove vive, la ministra? In una sola frase c’è tutto l’opposto di ciò che dovrebbe fare la politica. Ecco perché, oltre la denuncia, abbiamo scelto di riempire il #fertilityday di proposte che intervengano alla radice della questione.
Il nostro #fertilityday è la parità salariale sancita dall’articolo 37 della Costituzione, da perseguire attraverso la totale trasparenza e l’impossibilità di partecipare agli appalti pubblici per chi opera discriminazioni.
E’ la riduzione dell’IVA sui prodotti e i beni per l’infanzia (pannolini, latte in polvere, biberon, eccetera), tassati al 22% come i beni di lusso, ma fare figli non può essere un lusso.
Sono gli asili nido (anzi: che fine hanno fatto i mille asili nido proposti da Renzi?) e i congedi parentali per donne e uomini, è la possibilità di adottare più facilmente anche da parte di singoli e omosessuali, è la garanzia di poter accedere alla fecondazione assistita.
Prepariamo tempi migliori. Perché l’Italia diventi davvero un paese per le piccole e per i piccoli.