Un piano contro i fascismi (in cinque punti)

Il momento elettorale impone ai cittadini scelte e responsabilità e alle forze politiche idee e proposte concrete su cui impegnarsi, quindi abbiamo elaborato un piano in 5 punti

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Non ce ne occu­pia­mo cer­to da oggi, non abbia­mo aspet­ta­to che la bom­ba scop­pias­se in mano a un pae­se sfi­bra­to, divi­so e impau­ri­to: da anni con­tra­stia­mo con azio­ni sul cam­po e pro­po­ste poli­ti­che l’onda nera che sta mon­tan­do. Ma oggi il momen­to elet­to­ra­le impo­ne ai cit­ta­di­ni scel­te e respon­sa­bi­li­tà e alle for­ze poli­ti­che idee e pro­po­ste con­cre­te su cui impe­gnar­si, quin­di abbia­mo ela­bo­ra­to un pia­no in cin­que pun­ti. Eccolo.

  1. Isti­tu­zio­ne di un osser­va­to­rio pub­bli­co su fat­ti, feno­me­ni, grup­pi e movi­men­ti fasci­sti. Non è un uffi­cio del Mini­ste­ro dell’Interno cui cam­bia­re l’insegna fuo­ri dal­la por­ta, per­ché non di solo ordi­ne pub­bli­co si trat­ta. L’osservatorio, isti­tui­to per leg­ge, avrà la strut­tu­ra di un’agenzia indi­pen­den­te e sarà par­te­ci­pa­to da asso­cia­zio­ni, enti, esper­ti impe­gna­ti a diver­si livel­li e con diver­se com­pe­ten­ze sul tema del con­tra­sto ai feno­me­ni del fasci­smo e del raz­zi­smo. L’osservatorio eser­ci­te­rà il moni­to­rag­gio del feno­me­no, cure­rà perio­di­che rela­zio­ni infor­ma­ti­ve agli orga­ni poli­ti­ci cen­tra­li e peri­fe­ri­ci, indi­che­rà pro­get­ti spe­ci­fi­ci di inter­ven­to sul pia­no cul­tu­ra­le, legi­sla­ti­vo ed amministrativo.
  2. Pia­no for­ma­ti­vo straor­di­na­rio in ogni ordi­ne di scuo­la, dal­le supe­rio­ri all’università, sul­la sto­ria dei fasci­smi, l’educazione al mul­ti­cul­tu­ra­li­smo, il dirit­to anti­di­scri­mi­na­to­rio, la tute­la dei dirit­ti uma­ni fondamentali.
  3. Sospen­sio­ne imme­dia­ta, nel­la pro­spet­ti­va del­lo scio­gli­men­to, di grup­pi, par­ti­ti e movi­men­ti di ispi­ra­zio­ne fasci­sta e/o raz­zi­sta. Indi­chia­mo la stra­da per­cor­ri­bi­le sin da ora, sen­za biso­gno di intro­dur­re nuo­ve nor­me: il decre­to-leg­ge n. 122 del 1993, con­ver­ti­to dal­la leg­ge n. 205 del 1993 («leg­ge Man­ci­no») «Misu­re urgen­ti in mate­ria di discri­mi­na­zio­ne raz­zia­le, etni­ca e reli­gio­sa», all’ar­ti­co­lo 7 (sospen­sio­ne cau­te­la­ti­va e scio­gli­men­to), com­ma 1, pre­ve­de che quan­do si pro­ce­de per un rea­to aggra­va­to ai sen­si del­l’ar­ti­co­lo 3 o per uno dei rea­ti pre­vi­sti dal­l’ar­ti­co­lo 3, com­mi 1, let­te­ra b), e 3, del­la leg­ge 13 otto­bre 1975, n. 654, (leg­ge Rea­le) o per uno dei rea­ti pre­vi­sti dal­la leg­ge 9 otto­bre 1967, n. 962 (Pre­ven­zio­ne e repres­sio­ne del delit­to di geno­ci­dio) e ai sen­si del­l’ar­ti­co­lo 3 del­la leg­ge 25 gen­na­io 1982, n. 17 (leg­ge Ansel­mi) «può esse­re dispo­sta cau­te­la­ti­va­men­te (…) la sospen­sio­ne di ogni atti­vi­tà asso­cia­ti­va». La stes­sa «leg­ge Man­ci­no», al mede­si­mo arti­co­lo 7, com­ma 2, pre­ve­de che, qua­lo­ra sia­no accer­ta­ti i rea­ti di cui alle sud­det­te leg­gi, «il Mini­stro del­l’in­ter­no, pre­via deli­be­ra­zio­ne del Con­si­glio dei mini­stri, ordi­na con decre­to lo scio­gli­men­to del­l’or­ga­niz­za­zio­ne, asso­cia­zio­ne, movi­men­to o grup­po e dispo­ne la con­fi­sca dei beni».
  4. Ser­vi­zio pub­bli­co radio-tele­vi­si­vo: deve esse­re obbli­ga­to­rio, alme­no per i cana­li RAI, la pro­du­zio­ne di pro­gram­mi e con­te­nu­ti infor­ma­ti­vi sul tema del fasci­smo, del­la Costi­tu­zio­ne repub­bli­ca­na, dei valo­ri di soli­da­rie­tà eco­no­mi­ca, poli­ti­ca e socia­le pre­vi­sti come dove­ri inde­ro­ga­bi­li, del­la sto­ria dei dirit­ti uma­ni in una pro­spet­ti­va sto­ri­ca ma anche dia­cro­ni­ca e geopolitica.
  5. Aggior­na­men­to del­l’ap­pa­ra­to san­zio­na­to­rio pena­le: rimo­du­la­zio­ne del­le pene rela­ti­ve alle fat­ti­spe­cie di rea­to già esi­sten­ti (codi­ce pena­le e leg­ge Man­ci­no) con rife­ri­men­to alla effet­ti­va gra­vi­tà anche socia­le del fat­to con­te­sta­to e alla mag­gior dif­fu­sio­ne di isti­ga­zio­ne all’o­dio raz­zia­le ed hate speech ove posti in esse­re sul web e/o a mez­zo social net­works; misu­re ripa­ra­ti­ve nei con­fron­ti del­le vit­ti­me di rea­ti d’o­dio, per­cor­si di riso­cia­liz­za­zio­ne del con­dan­na­to per rea­ti d’o­dio attra­ver­so for­ma­zio­ne e volon­ta­ria­to obbli­ga­to­ri anche in sosti­tu­zio­ne del­la pena detentiva.

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