[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1495196652813{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Mi stupisce che ci si stupisca. Mi stupisce che ogni volta, quando le mafie si infilano nel business dell’accoglienza oppure nel settore degli ipermercati e della grande distribuzione, quasi tutti fingano di essere sorpresi come se tutti questi anni di inchieste, denunce, convegni, libri, incontri e studi non sia servito a niente. Mi stupisce che l’Italia, questa Italia così storicamente mafiosa in alcuni pezzi della politica e dell’imprenditoria, si appassioni alla questione mafiosa a fasi alterne, secondo le mode, in base ai personaggi del momento e risponda con un’azione culturale e sociale (e politica) a singhiozzo a un fenomeno che ha nella persistenza gran parte della sua forza.
Mi stupisce soprattutto quanto ci siamo disabituati alla curiosità: quanto insistiamo a sonnecchiare in città che hanno segnali di mafia nella case costruite e che non hanno bisogno di essere vendute, nelle zone industriali abbandonate eppure con cantieri per i nuovi capannoni, negli esercizi commerciali che in tempi di crisi spuntano e sembrano non essere nemmeno interessati ad avere clienti o, appunto, negli ipermercati così tanti e così vicini da non avere una ragionevole giustificazione commerciale.
Eppure tutti intorno, in molti, zitti. Pronti solo a indignarsi in occasione di qualche inchiesta antimafia senza saperne che le Procure ci restituiscono le macerie mentre la politica dovrebbe riconoscere le mafie dalle fondamenta. È il primato della politica, no? Arrivare prima. Non è difficile.
E siccome il muscolo della curiosità ha bisogno di allenamento per mantenersi elastico e lungo allora forse è il caso di ripartire, casa per casa, comune per comune, senza limitarci a una legalità buona solo per essere un paragrafo del programma elettorale. E organizziamolo noi. Comune per comune. Il dovere di essere curiosi. Curiosi perché antimafiosi.
Ognuno nella sua città può, con poco, organizzare “un’assemblea condominiale della curiosità” per ricominciare a porre le domande giuste, oltre che incaponirsi nella convinzione delle nostre risposte. Una sala, un microfono e delle persone intorno a un tavolo a discuterne sono un’arma molto più potente di quel che si creda. Facciamolo. Subito.
Scrivete a italia@possibile.com e partiamo. Che dite?[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]