[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1503302253124{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Uno dei temi più “caldi” dell’estate, in ambito scolastico, visto l’imminente quanto tardivo rinnovo del contratto per i dipendenti della PA, è la richiesta di equiparazione degli stipendi degli insegnanti italiani a quelli dei colleghi europei.
Scorrendo le tabelle in allegato, infatti, appare evidente che alcuni dei luoghi comuni più spesso riportati da coloro che intendono giustificare una razionalizzazione continua della spesa sul capitolo Scuola e Istruzione sono facilmente confutabili.
Da una rapida occhiata ai grafici elaborati dalla Uil Scuola su dati Eurydice, si evince facilmente che l’orario di lavoro dei docenti italiani non è, come si racconta, nettamente inferiore a quello dei colleghi europei: le ore di lezione in Italia sono superiori alla media europea sia nella scuola primaria (22 contro 19,6) che nella secondaria superiore (18 contro 16,3) e uguali nella secondaria inferiore (18 contro 18,1).
Altro aspetto, spesso fonte di paragone inappropriato con i colleghi dell’Unione, è quello che concerne il monte ore degli alunni per anno scolastico, che in Italia è nettamente superiore a quello degli altri Paesi Europei grazie ad alcune specificità del nostro sistema scolastico, quali, ad esempio, il tempo pieno alla scuola primaria e i rientri pomeridiani come opzione oraria nella scuola secondaria di I grado. Queste specificità, dalle quali non si può prescindere per una equiparazione seria con gli altri Paesi, incidono anche sul rapporto tra alunni e insegnanti, necessariamente più alto in Italia, visto che i nostri studenti trascorrono più tempo a scuola dei compagni europei.
Di seguito la tabella con la comparazione degli stipendi dei docenti italiani con quelli degli insegnanti degli altri Paesi Europei; si evidenzia la differenza tra la retribuzione di base e quella a fine carriera, suddivisa per ordine di scuola.
Il dato del nostro Paese ci mostra come le retribuzioni iniziali dei nostri docenti assicurino un tenore di vita al di sotto di quello medio italiano.
Per questi motivi, ritenendo altresì che anche nel nostro Paese la professione docente debba essere riconosciuta — non solo a parole — per le responsabilità educative e formative che le sono proprie, sosteniamo la petizione “CHIEDIAMO L’EQUIPARAZIONE DEL TRATTAMENTO ECONOMICO TRA DOCENTI ITALIANI ED EUROPEI” diretta al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli.
Eulalia Grillo, Comitato “ P.P.Pasolini”, Possibile Bologna[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]