L’idea è nata a fine gennaio, una sera, durante uno dei nostri incontri. Dopo l’entusiasmante esperienza estiva dei Referendum, dopo la raccolta di firme sulla lip di Max, dopo qualche banchetto volto a illustrare alla città di Fano i grandi temi di Possibile, sentivamo la necessità di entrare nel dibattito locale e di ritornare tra la gente. Come piace a noi di Possibile, però, senza la presunzione di avere la ricetta bella e pronta, senza la supponenza del “so tutto io” e soprattutto senza alcun desiderio di ottenere un articolo più o meno grande, meglio con la foto se no fa niente, sulla pagina locale di un quotidiano.
Il tema all’ordine del giorno era quello della sanità. Ad essere sinceri, lo è da parecchi anni, almeno da quando lo scorso assessore regionale del Partito Democratico ha annunciato la volontà di costruire un Ospedale Unico che accorpasse quelli di Fano e di Pesaro e aveva dato seguito a questo progetto costituendo una Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Marche Nord. Il tutto per ridurre i doppioni delle prestazioni, cercare di razionalizzare le spese e non gravare troppo sui cittadini, trattandosi di due città che distano pochi chilometri l’una dall’altra.
Era un’idea, condivisibile o meno, piuttosto chiara qualche anno fa. La Regione avrebbe acceso un mutuo con lo Stato, quindi i soldi per finanziare il progetto sarebbero stati pubblici; erano coinvolte le Fondazioni Bancarie delle due città. Eppure, il suddetto assessore l’Ospedale unico non lo costruì e la sua legislatura terminò senza nulla di concreto.
Oggi invece le cose sembrano favorevoli alla realizzazione del fantomatico nosocomio. L’attuale Governatore, infatti, che, per non fare torto a nessuno, ha lasciato la carica della sanità nelle sue mani, ha deciso che l’Ospedale lo vuole fare e lo farà.
La realtà è però che, oggi, di condivisibile non c’è più nulla in questa idea, neppure a sforzarsi parecchio.
L’ospedale non sarà più pubblico, ma realizzato con finanziatori privati. Il sito, dati scientifici alla mano, è critico dal punto di vista idrogeologico. I sindaci della Provincia di Pesaro e Urbino sono scettici. I cittadini hanno capito che i problemi veri, quelli reali della sanità, quali la mobilità passiva e soprattutto le liste di attesa, non saranno affatto risolvibili con la costruzione di un nuovo ospedale. In più, alla luce del Decreto Balduzzi, sappiamo che i servizi sanitari rimarranno gli stessi, ossia nessuna nuova struttura potrà aspirare ad avere eccellenze e quindi una qualità dei servizi maggiori rispetto all’esistente. E che dire poi del fatto che in questi anni gli ospedali in essere hanno subito continui lavori di ristrutturazione, e quindi continue spese?
Ecco. Alla luce di tutto questo, abbiamo messo sul tavolo del nostro Comitato i principi che, secondo noi, devono ispirare una politica sanitaria coerente con i valori di Possibile. Pochi ma buoni, semplici ma chiari: processo politico decisionale trasparente, partecipato e condiviso; tutela dei diritti di tutti; servizi pubblici e mai privati; rispetto dell’ambiente e non consumo del suolo; ristrutturazione dell’esistente evitando nuovi piani di edificazione urbanistica non necessari; razionalizzazione dei costi e aumento dei benefici; coinvolgimento di tutto il territorio, dagli amministratori, ai soggetti politici, ai movimenti, alle associazioni, ai cittadini.
Allora siamo partiti. Con le nostre forze piccole, il nostro entusiasmo, la nostra motivazione.
Abbiamo incontrato, abbiamo ascoltato, abbiamo proposto e fatta una sintesi con tanti interlocutori.
Il 22 marzo abbiamo presentato alla città l’iniziativa “Io firmo per la salute”: un mese di banchetti e di raccolta firme per presentare al Consiglio Comunale di Fano una petizione popolare e una proposta di Referendum, capaci di rimettere in discussione il piano sanitario regionale e la decisione di costruzione di un nuovo Ospedale Unico. Il tutto per poter esercitare il nostro diritto di partecipazione, come cittadini prima che come militanti, e mettere davvero in campo una politica trasparente, condivisa, al servizio di tutti e rispettosa dei bisogni e delle esigenze di tutti.
I primi sostenitori dell’iniziativa, oltre Possibile, sono state due liste civiche, La Tua Fano e Bene Comune, e il Movimento 5 stelle. A oggi si sono aggiunte un’altra lista civica, Riscossa Fanese, il PRI e il Movimento Radicalsocialista.
In 3 giorni di banchetti abbiamo raccolto 1353 firme per la petizione popolare, anche se ne bastano 1007; in 5 giorni di banchetti, abbiamo abbondantemente superato le 2600 firme necessarie per indire il referendum.
Venerdi 29, alle ore 20,30, abbiamo organizzato una grande manifestazione in Piazza XX Settembre a Fano, per consegnare le nostre firme al Sindaco; per condividere il nostro entusiasmo e il nostro impegno con i tanti uomini e donne, giovani e meno giovani, che ci hanno sostenuto; per ribadire il nostro diritto alla salute.
Ovviamente andremo avanti. Stare in mezzo alla gente è entusiasmante, costruttivo e significativo. Stare in mezzo alla gente dà un senso al nostro agire politico e al perché abbiamo scelto Possibile come nostra casa.
Ovviamente non sappiamo come andrà a finire, ma non vogliamo smettere di crederci. Di fronte all’arroganza di chi vanta una posizione di potere per imporre idee a senso unico, di fronte a chi non ascolta e non condivide, di fronte a chi rifiuta il dialogo, noi continuiamo a sperare che una nuova politica sanitaria sia possibile; soprattutto perché, di fronte a temi come la salute dei cittadini, non si può evitare di mettere in campo un processo decisionale partecipato, condiviso, senza slogan di partito o spot elettorali. Insomma, una compagnia aerea per la salute.
Marta Costantini, Comitato 25 aprile Possibile Fano