Una cosa la potete fare: fate contare le vostre donazioni

Tra­du­cia­mo e con­di­vi­dia­mo con voi que­sto arti­co­lo di Susan Shain pub­bli­ca­to qual­che gior­no fa sul blog del New York Times

Anda­te a fare la spe­sa con le vostre bor­se di tela. Anda­te al lavo­ro a pie­di. Ave­te dato un taglio agli ham­bur­ger (e anche ai for­mag­gi). Ma vole­te fare di più per lot­ta­re con­tro il cam­bia­men­to cli­ma­ti­co. Nel­lo spe­ci­fi­co, vole­te usa­re i vostri sol­di per fare di più.

Potre­ste com­pen­sa­re* le vostre emis­sio­ni di CO2. O potre­ste soste­ne­re poli­ti­ci che cre­do­no al cam­bia­men­to cli­ma­ti­co. O potre­ste dona­re alla vostra asso­cia­zio­ne ver­de pre­fe­ri­ta. Ma qual è il modo miglio­re di spen­de­re i vostri soldi?

Dona­re è un fat­to mol­to per­so­na­le, e non c’è una sola rispo­sta giu­sta, ma Rachel Clee­tus, un’economista e poli­cy direc­tor del­la Union of Con­cer­ned Scien­tists (Unio­ne degli Scien­zia­ti Pre­oc­cu­pa­ti), dice che lei indi­riz­ze­reb­be per pri­ma cosa i suoi sol­di ver­so i poli­ti­ci — sia loca­li che nazio­na­li — che è più pro­ba­bi­le si dia­no da fare nel­le poli­ti­che di con­tra­sto al cam­bia­men­to climatico.

Que­sto per­ché, seb­be­ne le tec­no­lo­gie per con­ver­ti­re la nostra eco­no­mia dal­le fon­ti fos­si­li alle rin­no­va­bi­li, la dot­to­res­sa Clee­tus dice che “il più gros­so osta­co­lo a un’azione corag­gio­sa è sta­to la man­can­za di volon­tà poli­ti­ca”.

Rob Jack­son, pro­fes­so­re di scien­za del siste­ma ter­re­stre alla Stan­ford Uni­ver­si­ty e pre­si­den­te del Glo­bal Car­bon Pro­ject, con­cor­da. Dice di soste­ne­re la com­pen­sa­zio­ne di emis­sio­ne di CO2, defi­nen­do­la “la cosa più con­cre­ta che si pos­sa fare con i pro­pri sol­di”, il dot­tor Jack­son dice che que­sta “non cam­bia il siste­ma alla velo­ci­tà necessaria”.

C’è, ovvia­men­te, un ele­men­to di rischio nel­le dona­zio­ni alla poli­ti­ca. I vostri sol­di potreb­be­ro esse­re impie­ga­ti altri­men­ti, per inci­ta­re alla rivo­lu­zio­ne, o fini­re but­ta­ti, con­tri­buen­do a finan­zia­re spon­so­riz­za­zio­ni su Face­book che non clic­ca nes­su­no. E anche un can­di­da­to mol­to dina­mi­co potreb­be dimo­strar­si inef­fi­cien­te una vol­ta eletto.

Si trat­ta, in pra­ti­ca, del con­tra­rio di quel­lo che ti garan­ti­sce una com­pen­sa­zio­ne di alta qua­li­tà: in quel caso, sai cosa com­pri, ma è impro­ba­bi­le che abbia un effet­to moltiplicatore.

Ciò nono­stan­te, il dot­tor Jack­son dice che “sia­mo in una fase tal­men­te cri­ti­ca” per il cli­ma, che lui cor­re­reb­be il rischio di finan­zia­re la poli­ti­ca.

“Quel­lo di cui abbia­mo biso­gno oggi è un nuo­vo modo di uti­liz­za­re i nostri fon­di per otte­ne­re azio­ni più gran­di”, sostie­ne. “Se aves­si solo un asse­gno da 500 dol­la­ri da stac­ca­re, potrei com­pen­sa­re par­te del­le mie emis­sio­ni e sen­tir­mi appo­sto con me stes­so per aver fat­to qual­co­sa di signi­fi­ca­ti­vo. Ma que­sto non cam­bie­reb­be il con­te­sto poli­ti­co del mio paese.”

Non vi pia­ce la poli­ti­ca? La dot­to­res­sa Clee­tus si con­cen­tre­reb­be allo­ra sul­le orga­niz­za­zio­ni di base che si bat­to­no con­tro il cam­bia­men­to cli­ma­ti­co, in par­ti­co­la­re quel­le soste­nu­te dai gio­va­ni.

I grup­pi gui­da­ti dai gio­va­ni, dice, por­ta­no “chia­rez­za mora­le” nel­la mate­ria del cam­bia­men­to cli­ma­ti­co, il che signi­fi­ca che potreb­be­ro spo­sta­re l’ago del­la bilan­cia nel­la poli­ti­ca e nell’opinione pub­bli­ca. “Par­lia­mo dav­ve­ro del desti­no comu­ne dei nostri figli e dei nostri nipo­ti”, dice. “Quin­di pen­so che atti­ra­re l’attenzione sul­le loro voci sia mol­to, mol­to impor­tan­te.”

Potre­ste anche indi­riz­zar­vi su orga­niz­za­zio­ni che si con­cen­tra­no sul­lo spre­co ali­men­ta­re, la pro­te­zio­ne e la restau­ra­zio­ne del­le fore­ste, l’istruzione fem­mi­ni­le o le emis­sio­ni di CO2.

Que­sti sono i set­to­ri che Pro­ject Dra­w­do­wn, attra­ver­so l’analisi dei dati di isti­tu­ti di ricer­ca e stu­di con peer review, ha iden­ti­fi­ca­to come quel­le che han­no “il mag­gior poten­zia­le glo­ba­le di ridur­re le emis­sio­ni di gas ser­ra o di seque­stro di CO2”, secon­do Cry­stal Chis­sell, vice­pre­si­den­te dell’organizzazione.

Qua­le che sia la stra­da che sce­glie­re­te, assi­cu­ra­te­vi di dire ai vostri ami­ci e fami­lia­ri per­ché dona­te, e inco­rag­gia­te­li a pren­de­re qual­sia­si ini­zia­ti­va possano.

Non è una sfi­da che pos­sia­mo supe­ra­re come indi­vi­dui”, dice la dot­to­res­sa Clee­tus. Solo “met­ten­do in comu­ne le nostre risor­se col­let­ti­ve, che sia­no di tem­po o di sol­di o di azio­ne poli­ti­ca, potre­mo arri­va­re alla solu­zio­ne”.

 

*Con “com­pen­sa­zio­ne del­la CO2” si inten­de una ridu­zio­ne del­le emis­sio­ni di ani­dri­de car­bo­ni­ca o di altri gas ser­ra pro­dot­ti per com­pen­sa­re le emis­sio­ni pro­dot­te altro­ve. Ad esem­pio, un indi­vi­duo potreb­be acqui­sta­re com­pen­sa­zio­ni di CO2 per com­pen­sa­re le emis­sio­ni di gas ser­ra cau­sa­te dal tra­spor­to aereo per­so­na­le. Le com­pen­sa­zio­ni in gene­re sup­por­ta­no pro­get­ti che ridu­co­no l’e­mis­sio­ne di gas a effet­to ser­ra a bre­ve o lun­go ter­mi­ne, come par­chi eoli­ci, ener­gia da bio­mas­sa o dighe idroe­let­tri­che. Altre inclu­do­no pro­get­ti di effi­cien­za ener­ge­ti­ca, distru­zio­ne di inqui­nan­ti indu­stria­li o sot­to­pro­dot­ti agri­co­li, distru­zio­ne di disca­ri­ca di meta­no e pro­get­ti fore­sta­li. Alcu­ni dei più popo­la­ri pro­get­ti di com­pen­sa­zio­ne del­la CO2 dal pun­to di vista azien­da­le sono i pro­get­ti di effi­cien­za ener­ge­ti­ca e tur­bi­ne eoliche.

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