Il 4 marzo la Commissione europea ha pubblicato un piano d’azione per l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, una dichiarazione di 20 principi adottata nel 2017 per dare impulso alla costruzione di un’Europa sociale forte e coesa.
Adesso è importante che il nostro governo (e i governi degli altri 26 stati membri dell’UE) insieme alle autorità regionali e locali, facciano la loro parte per mettere in atto il piano d’azione attraverso misure concrete.
Proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione, il pilastro Europeo dei diritti sociali, è una dichiarazione non vincolante e copre settori di competenza degli Stati membri sui quali in molti casi l’Ue non ha il potere di adottare atti legislativi vincolanti.
La struttura del pilastro dei diritti sociali ruota infatti attorno a tre capi:
1) pari opportunità e accesso al mercato del lavoro;
2) condizioni di lavoro eque;
3) protezione sociale e inclusione.
Il nuovo piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali coniuga gli obiettivi UE per la transizione ecologica e digitale e gli obiettivi dello sviluppo sostenibile (SDGs), fissando tre target principali per l’UE da conseguire entro il 2030 :
- che almeno il 78 % della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni abbia un lavoro;
- che almeno il 60 % di tutti gli adulti partecipi ogni anno ad attività di formazione;
- che il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale diminuisca di almeno 15 milioni.
Poiché nel sistema istituzionale dell’UE sono gli Stati membri i responsabili in materia di politiche sociali, di occupazione e di protezione sociale, l’effettiva attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, dipende molto dalla loro volontà politica e capacità di azione.
Un “social scoreboard”, ovvero un quadro di valutazione della situazione sociale, permetterà alla Commissione europea di monitorare i progressi compiuti dagli Stati membri, nell’ambito del semestre europeo. Il social scoreboard sarà aggiornato con nuovi indicatori sull’istruzione degli adulti, sulla povertà infantile, sul divario occupazionale per le persone disabili, il sovraccarico dei costi degli alloggi.
Il piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali è concepito per rafforzare lo slancio prodotto dall’ambizioso bilancio a lungo termine dell’UE da 1 800 miliardi di euro e dal piano di rilancio europeo NextGenerationEU.
Lo stesso giorno la Commissione europea ha presentato una raccomandazione relativa a un sostegno attivo ed efficace all’occupazione (EASE) in seguito alla crisi COVID-19. La raccomandazione fornisce ai governi degli Stati Ue degli orientamenti su misure strategiche per promuovere la creazione di posti di lavoro ed agevolare la transizione professionale dai settori in declino a quelli in espansione, in particolare i settori verde e digitale.
Negli ultimi anni la Commissione ha già iniziato ad attuare il pilastro sociale, attraverso una serie di iniziative quali l’agenda per le competenze per l’Europa, la strategia per la parità di genere, il piano d’azione dell’UE contro il razzismo, il pacchetto a sostegno dell’occupazione giovanile e la proposta di direttiva relativa a salari minimi adeguati.
Proprio questa settimana la Commissione ha ancora adottato una proposta di direttiva sulla trasparenza retributiva e una nuova strategia per i diritti delle persone con disabilità per il periodo 2021–2030. Nel corso del 2021 la Commissione presenterà altre iniziative, tra cui la garanzia europea per l’infanzia, un nuovo quadro strategico in materia di salute e sicurezza sul lavoro, un’iniziativa per migliorare le condizioni dei lavoratori delle piattaforme digitali ed un piano d’azione per l’economia sociale (terzo settore).
Le persone contano più dei capitali, dobbiamo realizzare un’economia al servizio della persona e delle imprese.
Rafforzare la dimensione sociale dell’UE, attraverso la definizione di standard sociali e di lavoro minimi a livello europeo, è una condizione indispensabile per la realizzazione di una “Unione” europea degna di questo nome.
Attraverso il nuovo piano d’azione, la Commissione europea sta mobilitando una panoplia di strumenti per incitare i governi nazionali ad adottare misure concrete mirate a garantire le stesse opportunità e gli stessi diritti a tutti i cittadini europei, più che mai necessarie per una ripresa socioeconomica equa, inclusiva e resiliente.
L’UE è spesso criticata per la natura meramente economica delle sue azioni: “l’Europa delle banche e della finanza” che lascia in secondo piano la dimensione sociale. E ancor di più durante la pandemia i cittadini hanno denunciato l’assenza di Europa nelle regioni più povere e vulnerabili. Secondo gli ultimi sondaggi (Eurobarometer, 01/03/2021), il 71% dei cittadini europei intervistati considera la mancanza di diritti sociali come “un problema serio” e il 62% ritiene che nel 2030 ci sarà “un’Europa più sociale”.
Nei limiti delle sue competenze, l’UE sta cercando di rispondere all’appello dei cittadini europei di un’Europa più giusta, inclusiva e coesa. Il nostro governo, e i governi degli altri 26 stati membri, risponderanno ?
Un governo democratico europeo di natura federale permetterebbe una crescita socio-economica inclusiva fondata sull’uguaglianza e la giustizia sociale.
Silvia Romano