[vc_row][vc_column][vc_column_text]C’è un’Italia che non si adegua al salvinismo e che non si è mai adeguata alle prove muscolari di governi forti con i deboli, alla rincorsa alle pulsioni peggiori, alle soluzioni facili e sbagliate che individuano nello straniero e nel “diverso” la ragione di tutti i nostri problemi.
Colpa dei migranti, colpa delle Ong, colpa dei buonisti. Fino ai più spassosi “pagati da Soros”. La colpa è dell’ultimo arrivato e di chi si spende per tutelare i suoi diritti, convinto che i diritti siano di tutti, perché altrimenti si chiamano privilegi. E che tutelare i diritti degli ultimi voglia dire tutelare, appunto, i diritti di tutti.
Pensiamo alla sanità e all’accesso alle cure: avere più persone malate e sofferenti, migliora o peggiora le nostre vite? Sapere che, oltre il Mediterraneo, ci sono persone torturate anche per responsabilità nostra, migliora o peggiora le nostre vite? E i morti nel Mediterraneo, i balletti attorno a 629 disperati scappati da luoghi che nemmeno possiamo immaginare, migliorano o peggiorano le nostre vite? Le peggiorano, perché imbruttiscono la realtà in cui viviamo, creano un mondo di persone ostili e diffidenti, ci abituano e anestetizzano alla violenza.
C’è chi non si adegua a tutto questo.
Ci vediamo giovedì 21 giugno, alle 21, presso l’Arci Bellezza di Milano (via Bellezza, 16/a) — qui l’evento Facebook — per dialogare con Cecilia Strada, Giuseppe Civati e Stefano Catone, a partire dai loro tre libri (rispettivamente: “La guerra tra noi”, “Voi sapete” e “#Antifa”) sulle ragioni e le soluzioni per costruire una consapevole e umana convivenza.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]