La vaccinazione è stata una delle più grandi scoperte mediche della storia, ha permesso di ridurre drasticamente la mortalità per malattie infettive, di limitarne la diffusione o addirittura di eradicarle, come è accaduto con il vaiolo: dopo l’ottobre del 1977 non c’è più stato al mondo nessun caso di vaiolo acquisito naturalmente.
I vaccini sono necessari: se non manteniamo una copertura vaccinale alta molte malattie torneranno, e alcune già si stanno riaffacciando in Europa, come la difterite.
I vaccini sono sicuri
La via che conduce allo sviluppo di un vaccino approvato per l’uso umano è lunga, le metodologie per produrre materiali biologici utilizzabili sull’uomo, e per effettuare sperimentazioni cliniche, sono strettamente controllate. Non tutti i vaccini che passano il vaglio iniziale e sono approvati vengono poi effettivamente utilizzati nella pratica clinica.
I vaccini che vengono utilizzati sono sicuri, nel raro caso in cui si abbia un effetto collaterale grave questo viene immediatamente riportato e investigato.
I benefici dei vaccini superano di gran lunga i rischi, basti pensare che le complicanze descritte per quanto riguarda il vaccino per il morbillo sono 2 per 1.000.000 mentre se si contrae la malattia sono 2 ogni 1.000 vaccinati (tra cui complicanze molto gravi come l’encefalite).
Il duplice effetto della vaccinazione
La vaccinazione è una acquisizione dell’immunità di tipo attivo, così come l’infezione naturale, produce una immunità protettiva e una memoria immunologica in modo che una successiva esposizione all’agente patogeno provochi una risposta più potente, in grado di eliminare il microrganismo o comunque prevenire la malattia (con tutte le sue complicanze).
Ma la vaccinazione non protegge solo chi viene vaccinato, ha anche un grande valore sociale, in quanto il raggiungimento di un’alta copertura vaccinale determina la cosiddetta immunità di gregge, cioè una protezione per tutta la comunità, in particolare per coloro che non possono vaccinarsi (persone affette da immunodeficienze) o che non sviluppano immunità.
La vaccinazione, con il suo valore sociale e comunitario, contribuisce in maniera importante a ridurre le disuguaglianze in termini di salute.
Non è facile spiegare perché sempre più spesso ci si trovi di fronte a una diffusa diffidenza nei confronti dei vaccini, che essendo farmaci hanno sì effetti collaterali, ma rimangono tra le medicine più sicure.
Ma allora perché in tanti decidono di non vaccinare più i loro figli? Cosa sostengono i cosiddetti antivaccinisti? Quali sono le loro tesi e a cosa si appellano?
VACCINI E AUTISMO
Questa è la storia di una grande “bufala”, o meglio frode scientifica, operata dal dott. Wakefield, medico inglese, che nonostante la radiazione dall’Albo, il ritiro dell’articolo da lui pubblicato, continua a essere spesso citata a distanza ormai di quasi 20 anni.
Era il 1998 quando il gastroenterologo britannico pubblicò sulla rivista Lancet un articolo in cui descriveva in 12 bambini un’anomalia intestinale e autismo dopo la vaccinazione contro Morbillo-Parotite e Rosolia (vaccino trivalente). Già all’epoca il legame tra vaccino e autismo risultò privo di alcun fondamento, ma nonostante questo ci fu un pesante calo delle vaccinazioni in Gran Bretagna.
Si scoprì successivamente che Wakefield aveva sottoposto i bambini ad inutili indagini invasive e che aveva falsificato i dati dello studio: 1 solo bambino su 12 aveva una forma di autismo e nessun bambino aveva mai mostrato disturbi nei giorni successivi alla vaccinazione, la maggior parte aveva disturbi preesistenti.
Lo studio risultò poi commissionato e finanziato in funzione di cause legali da intentare nei confronti delle case produttrici del vaccino: il Sunday Times rivelò che complessivamente Wakefield ricevette 436.000 sterline. Prima di pubblicare il suo articolo inoltre il medico depositò il brevetto per un suo vaccino anti-morbillo monovalente e per prodotti per trattare l’autismo. Tutte queste informazioni non erano note al momento della pubblicazione dell’articolo ma furono scoperte solo successivamente. Per 12 anni sono stati effettuati studi scientifici sulla correlazione tra autismo e vaccino MPR senza trovare alcun fondamento (è stata eseguita una meta-analisi su una popolazione complessiva di 1 milione di bambini senza trovare alcuna associazione).
Una grande frode ben orchestrata, con evidenti interessi economici, smentita da seri studi scientifici che però ancora oggi spesso capita di ritrovare citata.
IMMUNITÀ DI GREGGE
Secondo molti “antivaccinisti” l’immunità di gregge non esisterebbe e dunque non ci sarebbe alcun beneficio per la comunità nel vaccinare la popolazione. Ovviamente tutto questo è falso.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ci dice che:
L’immunità di gregge descrive l’immunità che si ottiene quando la vaccinazione di una porzione della popolazione (il “branco”) offre una protezione agli individui non protetti. La teoria dell’immunità di gregge propone che nelle malattie trasmissibili da un individuo ad un altro è difficile mantenere una catena di infezione quando un gran numero della popolazione è immune. Quindi, maggiore è la percentuale di individui immuni in una popolazione, più si riduce la probabilità che una persona suscettibile entrerà in contatto con un agente infettivo. Sia nella teoria che nella pratica, la malattia scompare di solito già prima del raggiungimento di una copertura vaccinale del 100%, questo si è visto con il vaiolo e si spera accadrà con la polio. La percentuale di individui immuni in una popolazione sopra la quale una malattia non può più persistere è la “soglia dell’immunità di gregge”. Questa percentuale varia con la virulenza e la trasmissibilità di un determinato agente infettivo, l’efficacia e la copertura complessiva del vaccino, la copertura vaccinale della popolazione a rischio e il parametro di contatto nella popolazione. Global manual on surveillance of adverse events following immunization
Un soggetto non vaccinato o che non ha sviluppato immunità viene protetto dai vaccinati, se la copertura vaccinale è alta la probabilità che venga in contatto con un soggetto ammalato è estremamente bassa. Si tratta dunque di una protezione indiretta che i vaccinati danno a tutti coloro che, per motivi medici ad esempio, non possono essere sottoposti a vaccinazione.
Dire che l’immunità di gregge non esiste, in virtù del fatto che esistono piccoli focolai o casi sporadici di malattia, è assolutamente privo di fondamento.
VACCINARE PRESTO E TROPPO
Iniziare a vaccinare a 2 mesi non sarà troppo presto? Non si fanno troppi vaccini tutti insieme? Domande legittime per un genitore a cui vanno date risposte rigorose e non prive di ogni fondamento scientifico.
A due mesi il sistema immunitario del bambino è già in grado di rispondere alla vaccinazione, ritardare l’inizio del ciclo vaccinale significherebbe prolungare il periodo in cui non è protetto contro alcune malattie che possono essere gravi e che sono frequenti nei primi mesi (pertosse, meningiti…).
Le vaccinazioni sono sicure già a due mesi, aspettare aumenterebbe solo i rischi.
I vaccini raccomandati sono tanti, non saranno troppi tutti insieme? Il nostro sistema immunitario è in grado di riconoscere e combattere ogni giorno milioni di sostanze diverse (antigeni); il batterio della pertosse possiede 3000 sostanze che funzionano da antigeni e che dunque stimolano il sistema immunitario, mentre il vaccino per la pertosse ne possiede solo 3.
Teoricamente il nostro sistema immunitario sarebbe in grado di riconoscere 10.000 vaccini somministrati insieme!
Rispetto al passato si fanno molti più vaccini, ma quello che conta è il numero di antigeni che essi contengono, che sono appunto le “sostanze” che il sistema immunitario riconosce e che gli permettono di sviluppare poi l’immunità.
Come si può vedere dalla tabella oggi con la somministrazione dei vaccini per Difterite, Tetano, Pertosse, Polio, Hbv, Morbillo-Parotite-Rosolia, Varicella, Pneumococco 13-valente, Hemophilus b, Rotavirus e Meningococco si somministrano solo 148 antigeni a differenza dei più di 3000 degli anni ’80 quando i vaccini somministrati erano solo quelli per la Polio, Difterite, Tetano e Pertosse.
Possiamo dunque affermare che vacciniamo al momento giusto e che grazie ai progressi in campo farmaceutico e medico contro un maggior numero di patogeni andando anche a stimolare meno il sistema immunitario.
evoluzione del numero di antigeni per dose di vaccino dal 1964 ad oggi in Italia
ADDITIVI
I vaccini contengono sostanze tossiche? C’è il mercurio nei vaccini?
I vaccini per funzionare contengono adiuvanti e conservanti. Alle dosi a cui vengono utilizzati nessuno di questi ha mai fatto rilevare problemi di tossicità.
Per quanto riguarda la presenza di mercurio, il Thiomersal da diversi anni non viene più utilizzato come conservante nonostante non sia mai stata dimostrata la sua tossicità.
I Sali di alluminio contenuti nei vaccini invece hanno un ruolo fondamentale legato alla risposta immunitaria stessa, non esiste alcun rischio sanitario in relazione all’assunzione di alluminio con i farmaci e con l’alimentazione (ogni giorno ingeriamo con il cibo dai 5 ai 20 mg di alluminio che è contenuto soprattutto nei vegetali). Nei vaccini l’alluminio presente è massimo 2.5mg. Lo stesso vale per la formaldeide.
I VACCINI FUNZIONANO?
Molti antivaccinisti arrivano ad affermare che i vaccini non servano, che la riduzione dell’incidenza e della mortalità dovuta alle malattie infettive sia dovuta alle migliorate condizioni igieniche ad esempio.
È un dato di fatto inoppugnabile che la mortalità infantile dall’inizio del ‘900 ai nostri giorni sia diminuita drasticamente, in particolare quella dovuta alle malattie infettive, come si può vedere dalla seguente tabella Istat:
https://www.istat.it/it/archivio/109861
Nel 1964 è iniziata la vaccinazione di massa contro la Poliomielite in Italia: il brusco calo di casi riportati non può essere attribuito a un miglioramento delle condizioni igieniche ma rispecchia esattamente quello che accade con la vaccinazione di un’ampia fetta della popolazione, in soli due anni infatti si è assistito ad una diminuzione di 10 volte dei casi riportati.
casi di poliomielite in Italia
ITALIA 2017
L’inizio del 2017 ha visto tornare alla ribalta il consueto dibattito sui vaccini, in concomitanza con l’epidemia di Morbillo che sta coinvolgendo in particolare alcune regioni italiane.
I casi di morbillo continuano ad aumentare e il bollettino della Sorveglianza nazionale rilasciato il 4 aprile parla di 1.333 casi da inizio anno, di cui l’88% tra non vaccinati, con 36 casi nella sola ultima settimana. http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/aggiornamenti.asp
Sono numeri che continuano ad aumentare e che non possono non essere messi in relazione a quelli del drammatico calo della copertura vaccinale cui assistiamo da alcuni anni: nel 2015 solo l’85,29% della popolazione era vaccinata per il morbillo e globalmente la copertura sta calando anche per patologie come poliomielite, epatite B, difterite e pertosse, con la perdita dell’immunità di gregge e di tutto ciò che ne consegue.http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/copertureMin2014.asp
Come già ricordato il 7 Aprile in occasione #Health4All, la giornata dedicata alla sensibilizzazione sull’importanza della salute come bene comune e universalistico, la salute è un diritto di ogni cittadino ed è interesse di tutta la comunità che tale diritto venga garantito, come previsto dall’Articolo 32 della nostra Costituzione. Prevenzione ed educazione sanitaria sono aspetti fondamentali per la reale applicazione di questo diritto, e la questione dei vaccini è strettamente legata ad entrambi questi aspetti, così come il contrasto alla deriva antiscientifica. Anche la politica deve fare la sua parte, in questo senso, se davvero ha a cuore l’interesse della comunità.
Fosca Benne
Fonti:
http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/vaccinazioni.asp
http://www.who.int/immunization/en/
https://www.regione.veneto.it/web/sanita/le-vaccinazioni-nellinfanzia
http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/pdf/Piemonte.pdf