Valutazione di Impatto Ambientale: fermatevi prima del VIA

Fran­ce­schi­ni, l’eterna pre­sen­za di ogni gover­no di coa­li­zio­ne ci fa sape­re che la cri­si socio cli­ma­ti­ca e ambien­ta­le che stia­mo viven­do non inci­de­rà mini­ma­men­te sul­le gene­ra­zio­ni futu­re. In più ci sta dicen­do che gli appun­ta­men­ti del 2023, 2030 e 2050 pre­vi­sti nel­la road map dell’azzeramento del­le emis­sio­ni cli­mal­te­ran­ti pre­vi­ste nel Pia­no Nazio­na­le dell’Energia e del Cli­ma sono solo date mes­se lì a casaccio.

Sì, per­ché con la col­la­bo­ra­zio­ne del Mini­stro per la Tran­si­zio­ne Eco­lo­gi­ca, quel­lo che ha la testa tra le stel­le, con­ti­nua­no di comu­ne accor­do a rila­scia­re pare­ri ambien­ta­li posi­ti­vi per la tri­vel­la­zio­ne in mare o sul­la ter­ra­fer­ma.

La Valu­ta­zio­ne di Impat­to Ambien­ta­le VIA. Sì, pro­prio lei: nel nome già con­tie­ne lo spun­to per par­ti­re. VIA, appunto.

Il pro­ble­ma vero è: per anda­re dove? Per­ché da que­sti pare­ri favo­re­vo­li, così come da tut­ta una serie di deci­sio­ni pre­se su altri ter­ri­to­ri (leg­ga­si Bei­gua, di cui abbia­mo già trat­ta­to), piut­to­sto che sul­la vicen­da gene­ra­le del­lo spe­gni­men­to di alcu­ne cen­tra­li o del rad­dop­pio di altre (Pre­sen­za­no, Civi­ta­vec­chia o Brin­di­si) sem­bra che la dire­zio­ne intra­pre­sa sia quan­to­me­no confusa.

Men­tre la comu­ni­tà scien­ti­fi­ca inter­na­zio­na­le e anche ita­lia­na sta da decen­ni indi­can­do la dire­zio­ne, il gover­no dei miglio­ri sta giro­va­gan­do nel vuo­to sen­za una dire­zio­ne bene precisa.

In più, sem­pre par­lan­do di VIA, qual­che set­ti­ma­na tut­ta una serie di asso­cia­zio­ni e comi­ta­ti han­no mes­so in evi­den­za come que­sto stru­men­to sia ben lon­ta­no dai prin­ci­pi euro­pei che lo han­no istituito.

Sì, per­ché prin­ci­pi car­di­ne come tra­spa­ren­za e par­te­ci­pa­zio­ne sono ben lun­ghi dall’essere attua­ti. Ma c’è un prin­ci­pio car­di­ne che ci pre­oc­cu­pa ulte­rior­men­te ed è quel­lo del­la qualità.

Il dr. Atel­li, Pre­si­den­te del­la Com­mis­sio­ne Nazio­na­le VIA, ha ammes­so che ci sono cir­ca 600 pro­get­ti attual­men­te in atte­sa di valu­ta­zio­ne… e can­di­da­men­te ammet­te che sono fat­ti male, mol­to super­fi­cia­li o addi­rit­tu­ra incom­ple­ti e che inve­ce di esse­re respin­ti ven­go­no ammes­si alla procedura.

In più il 90% dei pro­get­ti alla fine avrà comun­que l’ok del­la Com­mis­sio­ne. Que­sto a fron­te di cen­ti­na­ia e cen­ti­na­ia di pre­scri­zio­ni che non ver­ran­no mai attuate.

Peral­tro le nor­me sono cam­bia­te nel 2017 gra­zie alle “sem­pli­fi­ca­zio­ni” che han­no por­ta­to ad abbas­sa­re ulte­rior­men­te l’asticella del­le tute­le ambientali.

Nel mio pic­co­lo ruo­lo, mol­te vol­te mi sono tro­va­to di fron­te a mador­na­li erro­ri o a descri­zio­ni dei ter­ri­to­ri pale­se­men­te copia­ti da altri docu­men­ti, pre­si da altri pro­get­ti, maga­ri sot­to­po­sti a VIA.

Emble­ma­ti­ca rima­ne la descri­zio­ne del­le risa­ie che cir­con­da­no il ter­ri­to­rio dell’aeroporto di Malpensa.

Ma c’è di peg­gio, le osser­va­zio­ni pre­ci­se, pun­tua­li dei cit­ta­di­ni non han­no rispo­sta. Non ven­go­no nem­me­no pre­se in con­si­de­ra­zio­ne, così come è emer­so duran­te la diret­ta del­la set­ti­ma­na scor­sa di Vare­se Pos­si­bi­le rela­ti­va­men­te al pro­get­to fer­ro­via­rio T2 – Gal­la­ra­te (che pote­te rive­de­re qui).

Infi­ne nel lun­go elen­co dei pro­ble­mi c’è la com­ple­ta assen­za di un “dibat­ti­to pub­bli­co” sul­le gran­di ope­re. Una pro­ce­du­ra — o, come  sareb­be meglio chia­mar­la — una visio­ne stra­te­gi­ca del ter­ri­to­rio, costrui­ta attra­ver­so il con­fron­to tra tut­ti i por­ta­to­ri di inte­res­se. Un con­fron­to fat­to alla luce del sole, che inve­ce si vor­reb­be far svol­ge­re nel­le segre­te stan­ze con pro­get­ti sba­glia­ti, cul­tu­ral­men­te sba­glia­ti e nocivi.

Fran­ce­schi­ni e Cin­go­la­ni, fer­ma­te­vi pri­ma del VIA. Fer­ma­te­vi! Sia­mo stu­fi del­la vostra ipo­cri­sia. Basta!

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.