[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il Comitato “Umanità e Progresso” Abruzzo di Possibile esprime il proprio sconcerto per la riapparizione dell’incisione “Dux” sulla Penna di Villa Santa Maria, il costone di roccia che sovrasta il piccolo comune del chietino, realizzata nel 1940 e da anni ripulita dalle polveri nei recenti lavori di riqualificazione per creare percorsi di arrampicata.
L’attuazione della nostra Repubblica e dei principi di libertà e la democrazia su cui si fonda è un processo sempre vivo, e passa ancora oggi anche dallo smantellamento dei simboli ereditati dal fascismo, laddove essi rappresentassero segni del potere assoluto di Mussolini e celebrazione del regime, come è accaduto in tante città italiane che esponevano nei luoghi principali dello spazio pubblico effigi, sculture, rappresentazioni, incisioni a caratteri cubitali, dal nullo valore artistico. Un processo che non è rimozione della memoria, ma un velo di pudore su un passato dittatoriale che tante morti e sofferenze ha provocato.
Il sindaco Pino Finamore ha rivendicato l’operazione affermando che la scritta «ha il suo valore storico ed è un’attrazione per il mio paese» e liquidando le polemiche lanciate anche da un gruppo di cittadini come un’insperata pubblicità ad un’attrattiva turistica: «ben venga se porta turisti nel nostro borgo». Ci sorprende tanta mancanza di sensibilità storica da parte del sindaco di un centro distintosi nella lotta all’oppressione nazifascista nel non comprendere la delicatezza della memoria storica relativa al fascismo, in un periodo in cui il revisionismo e i rigurgiti nostalgici vanno diffondendosi pericolosamente grazie alla tolleranza delle istituzioni.
Aspettando le conclusioni degli accertamenti della Prefettura, il Comitato abruzzese di Possibile chiede al sindaco di Villa Santa Maria di passare da goffe autodifese a cogliere occasione per dimostrare fattivamente la propria lontananza politica dal neofascismo, i cui militanti sono gli unici vincitori di questa operazione, lanciando iniziative in ricordo dei mali del nazifascismo e della lotta partigiana che appartengono, quelli sì, alla storia della terra che rappresenta.
Per questo abbiamo deciso di avviare una raccolta di firme per la rimozione dell’iscrizione per sottolineare, qualora fosse necessario, il mero valore propagandistico della ” scritta” che poco ha a che fare con la storia.
Qui la petizione raccontata da Chieti Today.
Firmate e diffondete!
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