Due settimane fa, la Polizia Civile di Rio de Janeiro ha scoperto un piano di esecuzione al Deputato Marcelo Freixo, del PSOL (Partito Socialismo e Libertà), che aveva già da qualche tempo la protezione di una scorta, visto che subiva costanti minacce. Così come Marielle Franco, Freixo faceva delle denunce contro le azioni delle milizie – gruppi armati — nelle favelas di Rio de Janeiro.
Questa situazione di violenza estrema a Rio, che inizia a spargersi per il Brasile, con infiltrazione anche nel Giuridico e nella politica brasiliana, preoccupa molto il partito, giacché rappresenta una minaccia contro la democrazia e un rischio di vita alle minoranze e a parlamentari brasiliani che difendono il disarmo e la repressione a questo tipo di crimine e di controllo.
Fábio Nogueira, militante del movimento Nero Circolo Palmarino, Professore Dottore dell’Università UNEB, membro della direzione nazionale del PSOL e Segretario del partito nello Stato di Bahia, in questa intervista, parla delle milizie a Rio, delle minacce contro parlamentari del PSOL, della mancanza di Marielle Franco e del pericolo che rappresenta il nuovo governo di estrema destra in Brasile.
Thais: Alcuni deputati del PSOL, da qualche tempo, stanno soffrendo minacce costanti di morte, come Jean Wyllys e Marcelo Freixo. Tu, come Segretario di PSOL Bahia, credi che le minacce sono dovute a che cosa, intendendo che le azioni di entrambi sono diverse nel campo politico?
Fábio: Il Brasile sta vedendo, dal golpe contro la Presidente Dilma Roussef, un’ondata di violenza politica, che è iniziata nelle reti sociali, a partire dal fenomeno delle manifestazione del giugno 2013 e sta assumendo un carattere, ad esempio, che si è materializzato nell’omicidio della nostra consigliera Marielle Franco. Gruppi politici hanno stabilito relazioni con le milizie e organizzazioni criminali, che si sta scoprendo con le investigazioni di Marielle e parte di essi hanno dichiarato appoggio al candidato Jair Bolsonaro, che è arrivato alla presidenza della Repubblica. La preoccupazione che abbiamo noi del PSOL, è che la democrazia in Brasile è minacciata, lo stato democratico di diritto ha perso l’onore con il golpe e la prigione dell’ex Presidente Lula e questa violenza politica può colpire non soltanto parlamentari di PSOL, ma altri di sinistra, come è successo e succede in altri paesi del mondo.
Thais: Potresti parlarci delle milizie che agiscono a Rio de Janeiro e del lavoro di Freixo e di Marielle per combatterle?
Fábio: Il nostro Deputato Statale, adesso Deputato Federale, Marcelo Freixo, ha guidato l’indagine sulle milizie di Rio de Janeiro, che investigava l’azione di gruppi armati che hanno il controllo dei territori e vivono di prestazione di servizi alla popolazione, vendono carburante, l’allacciamento alle reti televisive, controllano reti di trasporto clandestine e fanno pagare la popolazione per avere sicurezza. Sono organizzazioni criminali, che si sono formate al margine dello Stato e che eleggono parlamentari e rappresentanti politici nella città di Rio de Janeiro. Questo ha fatto sì che Marcelo Freixo, cosi come Marielle, che era assessore di Marcelo in quel periodo e che dopo è diventata consigliera comunale per Rio de Janeiro, si facessero molti nemici nella città di Rio de Janeiro, nemici che hanno canali di comunicazione con il potere giudiziario e con la politica. È stata proprio l’azione di Marcelo Freixo e di Marielle, che è stata vittima della violenza politica di Rio de Janeiro, a causare le minacce e i tentativi di assassinio. Adesso è stato scoperto un piano per uccidere Marcelo Freixo, pianificato da organizzazioni legate alla milizia, che si sarebbe dovuto compiere durante una sua visita ad una scuola insieme a insegnanti in un quartiere di Rio de Janeiro. È qualcosa di molto serio e pericoloso, la comunità internazionale deve aprire gli occhi sul Brasile, perché questo gruppi miliziani non agiscono soltanto nelle loro comunità. Iniziano a mettere i tentacoli dentro al potere giudiziario, dentro al potere esecutivo, legislativo e anche a Brasilia. Con l’elezione di Jair Bolsonaro, un politico di estrema destra, la preoccupazione che abbiamo è che l’azione delle milizie si rafforzino ancora di più nel nostro paese.
Thais: La polizia, due settimane fa, ha intercettato un piano di esecuzione al deputato Marcelo Freixo, che è stato avvisato in anticipo e ha cancellato la visita programmata ad una scuola. Al deputato hanno assegnato una scorta? E quali sono le azioni del PSOL per garantire la protezione del parlamentare?
Fábio: Il Deputato Marcelo Freixo ha una scorta della polizia nello Stato di Rio de Janeiro, come Deputato Statale, e il partito ha richiesto delle guardie del corpo anche quando deve operare come Deputato Federale, perché Marcelo rischia la vita. Lui ha denunciato i piani delle milizie e sulla lotta alle milizie è importante dire che non agiscono soltanto nello Stato di Rio de Janeiro, ma vanno prendendo contorni nazionali e la preoccupazione che abbiamo noi del PSOL è che, con l’elezione di Bolsonaro, si rafforzino ancora di più i vasi comunicanti tra la classe politica, in particolare con la destra conservatrice, ed i miliziani.
Thais: Credi che ci sia qualche relazione tra l’esecuzione di Marielle Franco e il piano per uccidere Marcelo Freixo?
Fábio: Come ho detto, Marielle era assessore di Marcelo Freixo, come consigliera comunale ha combattuto le milizie, ha denunciato l’azione dei miliziani ed ovviamente sia Marcelo che Marielle sono obiettivi, Marielle è stata uccisa e Marcelo subisce le minacce di questi gruppi. Marielle era una donna nera, nata in una favela, lesbica, e tutto questo è stato visto e interpretato, la sua ribellione, la sua combattività, il suo dare voce alle favelas di Rio de Janeiro, e tutto questo ha infastidito molto i miliziani, che agiscono come organizzazioni criminali in quelle comunità. Di fronte a questo, ovviamente, la polizia sta investigando, ma le impronte sui tentativi di omicidio e sull’assassinio della nostra Marielle ci sono le impronte delle milizie.
Thais: Nel Brasile attuale, c’è una distorsione del termine “diritti umani”. Tante persone credono che difendere i diritti umani significa difendere banditi. Il PSOL prevede qualche azione per cambiare questa percezione?
Fábio: I gruppi di estrema destra in Brasile arrivano al potere, si rafforzano con il discorso della paura, il terrore della popolazione e mettendo la lotta in difesa dei diritti umani sarebbe un’autorizzazione all’azione dei gruppi criminali, il che non è vero. La difesa dei diritti umani garantisce che tutti gli individui abbiamo un trattamento uguale dallo Stato. Tu puoi benissimo combattere efficacemente il crimine, con intelligenza, con misure preventive, senza spargimento di sangue. Il Brasile è un paese che ha un indice altissimo di omicidi di giovani neri. L’anno scorso, secondo le statistiche, quasi 60mila giovani sono stati uccisi in modo violento nel nostro Paese, parte di queste morti è legata alla competizione nel traffico di droghe e parte è legata all’azione violenta dell’apparato repressivo delle nostre polizie. Ci sono misure al vaglio del Congresso Nazionale, come la PEC 51, del Senatore Gilberto Farias di PT, che prevede la demilitarizzazione della polizia e il rafforzamento degli apparati investigativi. Sì, è possibile rispettare i diritti umani, combattere l’affollamento delle nostre prigioni, stabilire misure di risocializzazione e fare una lotta efficace al traffico di droghe, discutendo di questioni importanti come, ad esempio, la legalizzazione delle droghe. C’è una proposta di un nostro deputato federale, Jean Wyllys, che propone la legalizzazione delle droghe nel nostro paese e questo tema è particolarmente importante perché dobbiamo aiutare i tossicodipendenti con misure sanitarie. Questa è una da affrontare in termini di salute, non di azioni repressive.
Thais: Come si porrà il PSOL rispetto al nuovo governo di Jair Bolsonaro?
Fábio: Il PSOL vede con molta preoccupazione l’insediamento del Presidente Jair Bolsonaro, perché lui rappresenta l’arrivo in Brasile dell’estrema destra, con una politica di odio contro le minoranze, una politica che prevede l’aumento della repressione contro la popolazione marginalizzata, una politica volta all’ordine. Però l’ordine di Bolsonaro è un ordine vincolato alla difesa dei grandi patrimoni e degli affari oscuri come, ad esempio, quelli che riguardano i figli di Bolsonaro che sono in politica e che sono parte del suo gruppo politico. La sua idea di ordine potrebbe portare a una profonda regressione nel campo dei diritti delle donne, dei neri, delle persone LGBT, campi in cui il Brasile stava progredendo. Il PSOL, al Congresso Nazionale, farà una forte opposizione insieme agli altri gruppi avversi a Jair Bolsonaro per garantire lo stato di diritto minimo e per far sì che le minoranze, i neri, le donne e i gruppi LGBT siano rispettati. Il Brasile è un paese a maggioranza nera, a maggioranza di donne e le persone LGBT sono una ricchezza del nostro Paese. Non possiamo permettere questa regressione e combatteremo le misure contro le minoranze, così come il piano economico ultra neoliberista di privatizzazione, distruzione dello Stato e di vendita del nostro patrimonio pubblico, annunciata da Paulo Guedes, ministro di Jair Bolsonaro, con la riforma della previdenza, la riforma del lavoro, misure che porteranno ad una maggiore disuguaglianza sociale e maggiore povertà nel nostro popolo, già così vulnerabile.