Volontariato e ONG: il fact checking di Repubblica

Mario Calabresi annuncia un lavoro di indagine e di fact-checking che il quotidiano da lui diretto porterà avanti nei prossimi giorni e che riguarderà il mondo del volontariato

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Di fron­te all’onda mel­mo­sa, un gior­na­le ha una sola pos­si­bi­li­tà: resti­tui­re ai fat­ti e alle paro­le il loro signi­fi­ca­to e cer­ca­re di ripu­li­re il dibat­ti­to dal­le sco­rie e dai veleni.

Con que­ste paro­le si chiu­de l’e­di­to­ria­le odier­no di Repub­bli­ca a fir­ma del pro­prio diret­to­re, Mario Cala­bre­si. Sono le paro­le con le qua­li annun­cia un lavo­ro di inda­gi­ne e di fact-chec­king che il quo­ti­dia­no da lui diret­to por­te­rà avan­ti nei pros­si­mi gior­ni e che riguar­de­rà il mon­do del volon­ta­ria­to.

Cala­bre­si, però, apre con uno sguar­do più ampio su tut­te le distor­sio­ni comu­ni­ca­ti­ve e cogni­ti­ve che carat­te­riz­za­no il dibat­ti­to sul­l’im­mi­gra­zio­ne e sugli stra­nie­ri. «Si sono per­si di vista nume­ri e con­te­sti», scri­ve. «Nes­su­no ha più il corag­gio di far nota­re che 100mila per­so­ne che arri­va­no dal­le coste afri­ca­ne sono cer­to tan­tis­si­me e desta­no allar­me […] ma sono pur sem­pre quan­to i tifo­si di due par­ti­te del­la Roma o del Milan». Così come «gli ita­lia­ni sono con­vin­ti che ormai un quin­to del­la popo­la­zio­ne sia di reli­gio­ne isla­mi­ca, quan­do lo è meno di un tren­te­si­mo». Lo stes­so discor­so vale per il timi­do ius soli appro­va­to dal­la Came­ra, che nul­la c’en­tra con gli sbar­chi, ma riguar­da i dirit­ti di cen­ti­na­ia di miglia­ia di per­so­ne che han­no scel­to l’I­ta­lia come patria e come pae­se in cui vive­re: una scel­ta per cer­ti ver­si più con­sa­pe­vo­le di chi ita­lia­no lo è “per san­gue”. Cala­bre­si pas­sa, infi­ne, al tema del momen­to: le ONG, «col­pe­vo­li di non sot­to­met­ter­si al nuo­vo poli­ti­ca­men­te cor­ret­to, che è l’esatto ribal­ta­men­to di quel­lo vec­chio e pro­cla­ma a gran voce che ci sia­mo rot­ti le sca­to­le dei biso­gni e del­le sof­fe­ren­ze degli altri».

Sono sei milio­ni gli ita­lia­ni che si occu­pa­no di fare del bene attra­ver­so asso­cia­zio­ni. Repub­bli­ca di oggi ne fa uno spac­ca­to, par­ten­do da Cari­tas e Save the Chil­dren. E sem­pre Repub­bli­ca di oggi dedi­ca un ampio arti­co­lo alla sor­te che toc­ca ai migran­ti respin­ti in Libia dal­la guar­dia costie­ra libi­ca cui stia­mo for­nen­do sup­por­to e mezzi.

Nem­me­no noi ci ras­se­gnia­mo: non l’ab­bia­mo mai fat­to. Con­ti­nue­re­mo a rac­con­ta­re i fat­ti, a spie­ga­re le nor­me e a uti­liz­za­re i dati, a sta­re dal­la par­te di chi non ha pau­ra di mostra­re la pro­pria uma­ni­tà, scam­bia­ta per debo­lez­za o per col­lu­sio­ne in que­sti tem­pi neri in cui avan­za l’on­da mel­mo­sa. Ogni argi­ne si è rot­to. Lo sfor­zo di rico­stru­zio­ne è enor­me, ma è l’u­ni­co sfor­zo che abbia un sen­so, se non voglia­mo vive­re in un mon­do che incri­mi­na e discri­mi­na i più debo­li, a pre­scin­de­re dal colo­re del­la loro pel­le. Se ci sarà anche Repub­bli­ca, ci sen­ti­re­mo meno soli.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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